lunedì 29 dicembre 2008

Conferenza stampa fine 2008 in Provincia

"Il 2008 è stato un anno complesso: a consuntivo posso esprimere soddisfazione per il grande lavoro che ha svolto la Provincia, ente in prima fila sulle emergenze, ma non posso non essere preoccupato per il futuro". Il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta insieme a tutta la Giunta ha presentato il bilancio dell'anno che si sta concludendo .
"La Provincia ha dimostrato ancora una volta di essere un Ente di area vasta, in particolare nei momenti di emergenza – ha detto Saitta – e i giorni appena trascorsi sono un esempio: siamo stati i primi con l'abbondante nevicata a garantire la viabilità, i nostri 300 cantonieri hanno lavorato notte e giorno in situazioni particolarmente critiche nelle valli alpine. Per non parlare del grande impegno durante i giorni dell'alluvione del maggio scorso. Certo, non possiamo fare tutto senza aiuti e collaborazione: nell'ultimo semestre abbiamo partecipato a numerosi incontri con parlamentari ed esponenti del Governo senza tuttavia ottenere risposte: il nostro territorio va messo in sicurezza! Voglio ricordare che se invece della grande nevicata ci fossimo trovati davanti ad altrettanti giorni di pioggia, Torino e tutta la pianura si sarebbero trovate nelle drammatiche condizioni dell'alluvione del ‘94".
Saitta ha ricordato che la Provincia ha chiesto al Governo i fondi necessari per garantire la sicurezza del territorio rispetto alle catastrofi naturali: "abbiamo già predisposto progetti per 270 milioni di euro, ma occorre un piano straordinario che ci consenta di portare avanti tutte le opere di manutenzione e la possibilità di superare i vincoli del patto di stabilità. Noi siamo pronti a fare il nostro dovere investendo 220 milioni di euro l'anno per un triennio. Dovremmo poter investire 70 milioni di euro all'anno per la messa in sicurezza delle strade ed altri 60 all'anno per tre anni per mettere in sicurezza le scuole. Per l'edilizia scolastica abbiamo lavori in corso per 60 milioni di euro e messo a bilancio nel 2009 interventi per altri 25 milioni di euro. La Provincia è pronta ad avviare gli appalti in tempi strettissimi – ha aggiunto ancora Saitta – e questa potrebbe anche essere la risposta concreta alla grave crisi occupazionale di questi tempi, in cui i nostri 13 Centri per l'Impiego sono letteralmente presi d'assalto. Sul nostro territorio sono già 20mila i lavoratori in difficoltà".
Il presidente della Provincia ha però anche elencato risultati importanti raggiunti nel corso del 2008; ecco in dettaglio gli argomenti trattati

Meno spese correnti, più investimenti
Grazie a una politica volta ad una maggiore efficienza, al contenimento delle spese correnti e ad un lungimirante rigore nella gestione dell'indebitamento (fin dal mio insediamento nel 2004 la Provincia non ha più fatto ricorso alla finanza derivata) in questo anno che si sta concludendo gli investimenti sono stati aumentati all'insegna di una logica ben precisa che si può tradurre nel concetto "meno spese per partite correnti, più spese per investimenti".
Venerdì 12 dicembre abbiamo approvato il bilancio di previsione 2009 per poter affrontare immediatamente con l'inizio del nuovo anno le priorità, dalla crisi economica agli interventi straordinari in edilizia scolastica.

Il rating della Provincia
La valutazione assegnata alla Provincia dalle agenzie di rating è Aa3, superiore a quella media degli enti locali italiani. Questo indica un'elevata capacità di rimborsare il debito finanziario e si è tradotto in tassi d'interesse più favorevoli sui mutui per la nostra amministrazione e per moltissimi Comuni che hanno aderito al progetto per accendere mutui collegandosi alla Provincia.

Il ruolo della Provincia, ente di area vasta
Nel corso del 2008 si è consolidato il ruolo della Provincia come ente di area vasta: poco prima dell'estate era ripartita la campagna contro il ruolo delle Province; abbiamo dato il nostro contributo dimostrando - anche attraverso un dossier presentato al Governo - le funzioni di area vasta del nostro Ente.
Nel contempo, abbiamo costituito formalmente anche la Fondazione delle Province del NordOvest per affrontare insieme (siamo 25 Province) i grandi temi del nostro territorio.

Turismo e cultura
E' decollato il progetto dell'ATL unica; i dati sull'afflusso dei turisti nel nostro territorio sono molto confortanti e positivi. + 8.5% di arrivi complessivi e + 33.7% di presenze. Il dato è più alto nel Canadese (+ 34.3% di arrivi e + 68.5% di presenze) e in Val di Susa (+ 7.97 % di arrivi e + 57.2% di presenze)
Dopo il consolidamento dell'esperienza di portare cultura in alta montagna con Casa Olimpia a Sestriere, abbiamo raddoppiato con Casa GranParadiso a Ceresole Reale.
Abbiamo anche mantenuto il progetto di estendere i benefici del turismo legato alle grandi mostre: dopo i Longobardi a Novalesa e Valsusa nel 2007 con 10 mila visitatori, il 2008 vede il grande successo a Miradolo nel Pinerolese della mostra dedicata al pittore Delleani con oltre 6 mila visitatori.

Ambiente
Il 2008 è l'anno in cui è partito il cantiere per la realizzazione del primo termovalorizzatore: abbiamo superato 12 ricorsi. Ma è anche l'anno in cui stiamo per raggiungere la soglia che ci eravamo prefissati del 50% di raccolta differenziata. Abbiamo risolto il problema della discarica del Pinerolese e abbiamo mandato sull‘intero territorio le oltre 300 Guardie ecologiche volontarie di cui disponiamo a scovare le discariche abusive e perseguire gli abbandono di rifiuti.
Ricordo che abbiamo detto NO all'arrivo dei rifiuti campani (prima al governo Prodi con il prefetto De Gennaro, poi al Governo Berlusconi con il commissario Bertolaso)
La Provincia ha contribuito alla riduzione dell'utilizzo di mille tonnellate di solventi e di 500 tonnellate di emissione completando 143 autorizzazioni integrate ambientali per altrettante aziende del territorio, aumentando il rendimento delle centrali del 35%.

Insediamenti imprenditoriali
Abbiamo completato tutte le verifiche necessarie e le valutazioni di impatto ambientale per l'insediamento di Mediapolis, nel Canavese; nella stessa area abbiamo lavorato per consentire l'arrivo della Bracco e della Silfab
Senza dimenticare che con il progetto MIP "Mettersi in proprio" abbiamo aiutato a nascere quest'anno150 imprese nuove, raggiungendo quota 703 imprese dal 2004 ad oggi
1400 corsi di formazione professionale per 60mila allievi e 110milioni di euro.

Grandi collegamenti
Nel 2008 abbiamo insediato il Comitato di Pilotaggio per il piano strategico legato allo sviluppo della Val di Susa in stretto raccordo con l'Osservatorio il Virano; anche il nostro tavolo con il suo lavoro è stato essenziale per raggiungere i risultati ottenuti e per progettare concretamente il futuro della Valle come opportunità di sviluppo
Con il metodo della concertazione abbiamo anche insediato e già terminatola prima fase dei lavori del Comitato di pilotaggio per la Tangenziale Est; insieme ai sindaci e avvalendoci delle competenze del Politecnico abbiamo già definitoli corridoio entro il quale individuare il tracciato.
Siamo in grande avanzamento nel progetto di Corso Marche.
I lavori della variante di Alpignano-Pianezza sono ripresi i lavori, quelli della variante Borgaro- Venaria sono in corso, così come quelli della variante di Borgaretto che darà un grande futuro alla Reggia di Stupinigi.

Viabilità
Nel corso del 2008 sono stati completati lavori stradali per 133 milioni di euro, affidati altri lavori per 70 milioni e approvati progetti esecutivi per 65 milioni di euro. La Provincia è oggi in grado di appaltare lavori per 210 milioni di Euro.

Progetti straordinari
Fuori dalla ordinarietà, Saitta ha segnalato la conclusione di progetti molto importanti per l'impegno che hanno comportato: abbiamo rispettato i tempi di avvio della sede della Provincia in corso Inghilterra, dove abbiamo concentrato mille dipendenti prima sparsi in numerose sedi. Uno sforzo molto considerevole, che ci consentirà dal prossimo anno grandi risparmi e razionalizzazione di costi.
Stanno per cominciare i lavori collegati al grande concorso internazionale sul forte di Fenestrelle; abbiamo acquisito la ridotta Carlo Alberto che diventerà la porta di accesso al nostro monumento e conterrà l'ascensore che porterà al Forte.
Stiamo arrivando alla progettazione definitiva per la torre delle telecomunicazioni al Colle della Maddalena.

venerdì 12 dicembre 2008

A scuola fino a 18 anni

Come era prevedibile si sono incartati sulla scuola. Ora nella speranza che si possa aprire un confronto tra proposte, ne rilancio una:perchè non recuperiamo l'idea di un percorso scolastico che si conclude a 18 anni, come avviene in molti Paesi? Questo potrebbe avvenire o recuperando la proposta Berlinguer o preparandone una nuova. Fino a 18 anni è anche una risposta alla necessità di risparmio e consentirebbe di ridurre di tantissimo gli indirizzi di scuola superiore, lasciando al post diploma la preparazione tecnica per l'inserimento nel mondo del lavoro. Parliamone....

Umberto

martedì 9 dicembre 2008

Quanto di peggio poteva accadere

ultimo aggiornamento: 22 novembre, ore 18:11
Torino, 22 nov. (Adnkronos) - Investire piu' risorse per garantire la sicurezza delle scuole. E' la richiesta avanzata dall'assessore all'Istruzione della Provincia di Torino, Umberto D'Ottavio."Quello che e' accaduto oggi e' cio' di quanto peggio puo' accadere andando a scuola -ha aggiunto commentando la tragedia verificatasi al liceo scientifico Darwin- anche se dai primi rilievi sembra trattarsi di una fatalita'. Quello che e' certo e' che sono necessari i controlli, per legge sono previsti, ma poi, purtroppo, mancano le risorse necessarie per farli. Dobbiamo insistere nel mettere in sicurezza le scuole -ha concluso- e oggi purtroppo non e' cosi' per carenza di fondi".

sabato 29 novembre 2008

Riprendono le lezioni al Darwin

E'stato condiviso un piano per la ripresa dell'attività scolastica sia al Darwin che al Romero.Lunedì 1° dicembre al Darwin con 35 classi al Natta e 8 all'Istituto Tecnico Vittorini in corso Allamano aGrugliasco facendo il turno pomeridiano. Il Romero riprenderà mercoledi 3 dicembre alle 8 già presso i locali dell'ex Seminario.


Riporto il testo scritto dal genitore presidente del Consiglio di Istituto del Darwin.


"Alla luce delle evoluzioni delle agibilità delle strutture scolastiche, delle richieste avanzate dalle rappresentanze di allievi e genitori e della disponibilità di tutti gli attori coinvolti nei precedenti incontri, il piano è il seguente:

Fase1: a partire da lunedì 1 e per le tre settimane di dicembre 2008, orario pomeridiano presso l’istituto Natta x 35 classi e presso la scuola Levi per 8 classi (biennio A, C, D, E)

Fase2: a partire dal rientro di gennaio 2009 e per un periodo indicativo di 2 mesi, si prevede di spostare l’orario pomeridiano della scuola Levi in orario antimeridiano lasciando l’orario pomeridiano al Natta, portando il bilanciamento tra le classi a circa metà tra Natta e Levi e salvaguardando la frequenza antimeridiana alle classi quinte. In questo periodo, è prevista una rotazione tra tutte le altre classi, nella frequenza mattino-pomeriggio.

Fase3: presumibilmente da marzo 2009 a condizione che

· Le verifiche statiche all’edificio del seminario, parte Darwin, condotte con criteri conservativi rispetto alla normativa e che partiranno appena possibile siano positivi e portino alla certificazione senza il minimo dubbio.

· L’agibilità dei piani interrato e terra sia confermata,

· Sia stato possibile ottenere il dissequestro dei piani 1 e 2 in tempo utile a consentire entro la data di avvio delle lezioni le demolizioni, che sarebbero incompatibili con lo svolgimento delle lezioni

Frequenza diurna suddivisa in circa metà delle classi alla scuola Levi e metà al seminario, sede Liceo Darwin.

Fase successiva di cui al momento non è possibile stabilire le date ma si può considerare che dal dissequestro dei piani 1 e 2, si ipotizzi in via indicativa, per tutte le attività necessarie a garantire la messa in sicurezza, un periodo approssimativo compreso tra i 90 e i 120 giorni, e quindi a questo punto il completo rientro di tutte le classi del Darwin presso la sede del seminario.



L’ulteriore evoluzione si è resa necessaria per i ritardi nelle verifiche in corso presso il Romero.

· Dettagli sulle prove di carico per il controllo del Romero, che saranno utilizzate per il Darwin

o carico previsto dalla normativa 350kg/m2

o carico utilizzato 550kg/m2

o utilizzato “materasso” di 6x4mt spessore 50cm=12 tonnellate

o è stato portato di esempio che per la questura di Torino sono state fatte 4 prove, mentre al Romero entro martedì saranno eseguite 12 prove

Il sindaco ha dato tutte le rassicurazioni che la scuola Levi (gli edifici scolastici sono di pertinenza del Comune) è a posto, attualmente utilizzata per un CTP che sarà ricollocato.

L’ente SPRESAL si è impegnato a verificare ed eventualmente integrare le certificazioni di sua competenza per l’edificio della Scuola Levi (questo perché la persona presente alla riunione era diversa da quella che ha fatto i sopralluoghi).

L’agenzia mobilità metropolitana e la GTT in rappresentanza di tutte le autolinee extraurbane hanno evidenziato la criticità emersa dall’ultima evoluzione, assicurando comunque che si adopereranno per ri-adeguare i piani di mobilità e chiedendo comprensione da parte dell’utenza, ma assicurando di fare il possibile fin da lunedì ed informando, inoltre, che l’asse di Corso Francia è molto ben servito.



E’ stato assicurato, a domanda specifica, che al Darwin, con l’apertura del cantiere, saranno eseguiti alcuni lavori di manutenzione nelle aree dove questo necessita.

Viene nuovamente sottolineata la necessità di avere un supporto didattico specifico per i ragazzi che si trovano ancora impossibilitati a raggiungere la scuola, è riconfermato che la soluzione individuata sarà duplice, da una parte un contatto diretto con telecamere per seguire le lezioni e dall'altra, una didattica a domicilio erogata dai Professori.

Si richiede e concorda un incontro di controllo e verifica avanzamento lavori per il giorno giovedì 18 dicembre alle ore 17 presso il Comune di Rivoli."

venerdì 21 novembre 2008

EDIFICI SCUOLE SUPERIORI: LA PROVINCIA APPROVA PROGETTI PER OLTRE TRE MILIONI DI EURO

EDIFICI SCUOLE SUPERIORI: LA PROVINCIA APPROVA PROGETTI PER OLTRE TRE MILIONI DI EURO
Prosegue l’attività della Provincia di Torino per migliorare la qualità e la sicurezza degli edifici scolastici di istruzione secondaria di competenza: 4 progetti esecutivi sono stati approvati dalla giunta nella seduta di martedì scorso e altrettanti saranno autorizzati nella prossima riunione. Due progetti interessano gli impianti di riscaldamento di varie scuole: il primo riguarda il sesto lotto di interventi di sezionamento degli impianti termici di 5 Istituti scolastici. Il sezionamento consente l’accensione per zone nei locali con congrui risparmi energetici. Gli edifici oggetto di intervento saranno il liceo scientifico. “Galilei”, gli istituti tecnici commerciali per Geometri “Fermi” di Ciriè e “XXV Aprile” di Cuorgnè, l’istituto tecnico industriale “Grassi” di Torino e il Primo Liceo Artistico di Torino. Il secondo progetto prevede il sezionamento e la trasformazione dell’impianto termico dell’istituto di istruzione superiore Ubertini di Caluso da impianto ad aria a impianto ad acqua, nonché il passaggio al gas metano, meno inquinante dell’attuale combustibile. Un terzo progetto prevede interventi di miglioramento degli impianti di produzione dell’acqua calda sanitaria in undici Istituti scolastici dislocati a Pinerolo, Avigliana, Ivrea, Lanzo Ciriè e Torino. L’investimento complessivo ammonta a 885.000 euro. Un altro intervento è mirato alla manutenzione straordinaria sull’edificio che ospita il liceo scientifico Copernico e l’istituto tecnico commerciale per geometri Luxemburg a Torino, per un totale di 700.000 euro destinati al rifacimento delle aree sportive e dei percorsi viabili e pedonali interni, alla manutenzione delle aree verdi e al recupero funzionale dell’Aula Magna che serve entrambi gli Istituti. Oggetto di manutenzione straordinaria sono anche gli edifici scolastici ospitanti l’istituto tecnico commerciale per geometri Fermi e il liceo scientifico Galilei di Ciriè, con interventi di adeguamento alla normativa in materia di prevenzione incendi e di sicurezza e salute negli ambienti di lavoro. Nell’ambito del programma per l’utilizzo delle energie rinnovabili la Provincia interviene su 4 istituti (istituto tecnico commerciale Carlo Levi di Torino, istituto tecnico industriale Bodoni di Torino, istituto di istruzione superiore Europa Unita di Chivasso, istituto tecnico industriale Olivetti di Ivrea) realizzando impianti fotovoltaici, con un investimento di 600.000 euro. Gli ultimi due progetti relativi all’anno 2008 fanno parte del Piano della Sicurezza per garantire la messa a norma degli edifici scolastici: prevedono interventi sugli impianti elettrici di quattro Istituti scolastici (istituto industriale Avogadro di Torino, istituto professionale Bosso di Torino, istituti di istruzione superiore Vittorini di Grugliasco e 8 Marzo di Settimo Torinese), e la ristrutturazione dei bagni del Liceo Scientifico “Monti” di Chieri, per un investimento complessivo di oltre un milione di euro. Nel 2008 sono stati autorizzati 13 progetti compresi nel Piano della Sicurezza approvato nell’anno 2007 da Provincia, Regione e Stato e finanziato dai tre Enti in pari misura. Nella seduta di martedì scorso la Giunta ha anche approvato oltre un milione di contributi per gli interventi di edilizia scolastica assegnati ai Comuni inferiori ai 5.000 abitanti che hanno presentato domanda per l'anno 2008.

Ecco l’elenco dettagliato dei Comuni con i nomi delle scuole, la tipologia di intervento e l'importo del contributo assegnato.



ALBIANO D'IVREA MATERNA COSTRUZIONE STRUTTURA DI COLLEGAMENTO TRA SCUOLA MATERNA E LOCALI MENSA € 40.515,00
ANGROGNA IST. COMPRENSIVO TINTEGGIATURA E SISTEMAZIONE GRONDE EDIFICI SCOLASTICI € 26.476,00
AZEGLIO MATERNA ED ELEMENTARE REALIZZAZIONE PARCHEGGIO AREA SCUOLA PRIMARIA € 35.450,00
BALANGERO MEDIA MANUTENZIONE E ADEGUAMENTO IN MATERIA DI SICUREZZA LOCALI SCOLASTICI € 40.515,00
BOBBIO PELLICE MATERNA ED ELEMENTARE AMPLIAMENTO EDIFICIO SCOLASTICO € 45.579,00
BOLLENGO MATERNA MANUTENZIONE STRAORDINARIA € 20.325,00
BORGOFRANCO D'IVREA ELEMENTARE E MEDIA SOSTITUZIONE SERRAMENTI € 45.579,00
CAFASSE MEDIA E PALESTRA ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE € 39.224,00
CASALBORGONE MATERNA MANUTENZIONE STRAORDINARIA E MESSA A NORMA IMPIANTO IDRICO-SANITARIO SERVIZI IGIENICI € 12.767,00
CASELETTE IST. COMPRENSIVO ADEGUAMENTO MENSA SCOLASTICA € 40.515,00
CASTAGNOLE PIEMONTE MATERNA MANUTENZIONE STRAORDINARIA IMPIANTO TERMO-SANITARIO € 17.160,00
COLLERETTO CASTELNUOVO MATERNA MANUTENZIONE STRAORDINARIA E RISANAMENTO € 9.737,00
FIANO MEDIA SISTEMAZIONE LOCALI PER REALIZZAZIONE REFETTORIO SCOLASTICO ED OPERE DI ADEGUAMENTO NORMATIVO PER OTTENIMENTO C.P.I. € 40.515,00
FOGLIZZO MEDIA LAVORI DI MIGLIORAMENTO IGIENICO-FUNZIONALE € 37.655,00
GERMAGNANO ELEMENTARE E PALESTRA COMPLETAMENTO AREA ESTERNA DI PERTINENZA SCUOLA ELEMENTARE - 1° LOTTO E ADEGUAMENTO NORMATIVO PER ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE € 45.579,00
GROSSO ELEMENTARE MESSA A NORMA IMPIANTO ELETTRICO € 35.450,00
LUGNACCO MATERNA ADEGUAMENTO IMPIANTO DI RISCALDAMENTO € 14.678,00
MATHI ELEMENTARE E MEDIA ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE E COSTRUZIONE NUOVA SCALA DI SICUREZZA € 40.515,00
MATTIE MATERNA MESSA IN SICUREZZA AREA LUDICO-MOTORIA € 18.357,00
MONTALTO DORA ELEMENTARE MEDIA E PALESTRA MESSA A NORMA IMPIANTO RISCALDAMENTORIPARAZIONE MANTO DI COPERTURA E SOSTITUZIONE VETRATE € 10.017,00
PARELLA MATERNA OPERE DI RIQUALIFICAZIONE € 44.127,00
PAVAROLO PALESTRA ELEMENTARE RIFACIMENTO PAVIMENTAZIONE € 7.943,00
PAVONE CANAVESE MEDIA E PALESTRA LAVORI DI MESSA A NORMA E OPERE DI MANUTENZIONE - 2° LOTTO € 40.515,00
PERTUSIO ELEMENTARE ADEGUAMENTO LOCALI - 1° LOTTO € 40.514,00
REANO MATERNA ED ELEMENTARE REALIZZAZIONE IMPIANTO ANTINCENDIO € 40.515,00
RIVARA ELEMENTARE MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER CONTENIMENTO ENERGETICO € 27.854,00
RIVAROSSA MATERNA SISTEMAZIONE LOCALI € 25.300,00
ROSTA ELEMENTARE LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE PER CONTENIMENTO ENERGETICO € 35.450,00
SAN GIORIO DI SUSA MATERNA ED ELEMENTARE RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA IN MATERIA DI SICUREZZA REALIZZAZIONE LOCALE MENSA € 16.330,00
SAN RAFFAELE CIMENA ELEMENTARE E MEDIA MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER RECUPERO FUNZIONALE SALONE € 8.825,00
SANT'AMBROGIO DI TORINO ELEM. / MEDIA / PALESTRA INSTALLAZIONE PIATTAFORMA MONTASCALE RIFACIMENTO IMPIANTO RISCALDAMENTO REALIZZAZIONE NUOVO INGRESSO PALESTRA € 28.983,00
SCARMAGNO MATERNA MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER SUPERAMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE € 40.515,00
VALLO TORINESE MATERNA MANUTENZIONE STRAORDINARIA € 23.828,00
VENAUS MATERNA ED ELEMENTARE SOSTITUZIONE SERRAMENTI € 40.515,00
VICO CANAVESE MEDIA MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER ADEGUAMENTO E MESSA A NORMA AI FINI DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO € 49.030,00
VILLAR PEROSA PALESTRA ISTITUTO COMPRENSIVO OPERE DI CONTENIMENTO CONSUMI ENERGETICI - SOSTITUZIONE SERRAMENTI € 27.854,00
VISTRORIO ELEMENTARE MANUTENZIONE STRAORDINARIA E ADEGUAMENTO € 37.287,00
VIU' PALESTRA ELEM. E MEDIA SOSTITUZIONE SERRAMENTI ESTERNI € 23.824,99
TOTALE 1.175.817,99

martedì 18 novembre 2008

26 progetti per l'edilizia scolastica

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17 Novembre 2008

VENTISEI PROGETTI


Dalla Provincia
cinque milioni
per l’edilizia
scolastica



[FIRMA]ALESSANDRO MONDO
Buone notizie sul fronte dell’edilizia scolastica. La giunta provinciale, su proposta dell’assessore all’Istruzione Umberto D’Ottavio, ha approvato 26 progetti esecutivi che prevedono interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per migliorare la qualità e la sicurezza di edifici di sua competenza a Torino e in vari Comuni della provincia.
Undici interventi sono cofinanziati dalla Regione: consistono in ripristini delle facciate, adeguamento degli impianti elettrici ed elevatori, rimozione di amianto, rifacimento di pavimentazioni e di servizi igienici, messa in sicurezza sismica. Su questo fronte la Provincia investe 2 milioni 300 mila euro. La Regione e lo Stato cofinanziano con 4 milioni 700 mila euro. Gli altri 15 progetti riguardano interventi di manutenzione straordinaria per scuole di istruzione secondaria di Torino provincia (pavimentazioni delle palestre, rifacimenti di coperture, bonifica di amianto, interventi conservativi sulle facciate): l'importo complessivo, coperto con l’accensione di mutui, è di 3 milioni 500 mila euro.
Undici gli edifici scolastici interessati a Torino. L’intervento più costoso riguarda il liceo «Cavour» su corso Tassoni: 750 mila euro per il risanamento delle facciate ed altre opere di manutenzione straordinaria. Sempre a Torino, i cantieri riguarderanno i seguenti istituti: «Passoni», «Cottini», «Colombatto», «Grassi», «Bruno», «Sommeiller/Ferraris», «Beccari», «Peano», «Zerboni», e il complesso scolastico in via Figlie dei Militari. Maquillage in vista per scuole di Pinerolo («Curie», «Porporato»), Giaveno («Pascal»), Nichelino («Maxwell»), Settimo Torinese («8 Marzo»), Ivrea («Olivetti»), Orbassano («Sraffa»), Rivarolo («Aldo Moro»), Luserna San Giovanni («Alberti»), Lanzo Torinese («Albert»). Nel 2008 la Provincia ha investito complessivamente 10 milioni per l’edilizia scolastica.

venerdì 7 novembre 2008

Passo indietro del Governo

“Importante passo indietro del Governo. Ora confronto su tutti gli altri provvedimenti”


“Con la riformulazione dell’emendamento che prevedeva il commissariamento delle Regioni in caso di mancata predisposizione del Piano di dimensionamento scolastico entro il 30 novembre il Governo ammette in qualche modo l’invasione di campo riguardo alle competenze istituzionali sulla scuola denunciata dalle regioni nei giorni scorsi”.

Il nuovo testo dell’emendamento, approvato ieri dal Governo, prevede infatti il superamento dell'ipotesi di commissariamento delle Regioni che non si attengono alle disposizioni del governo e il rinvio di un anno di alcuni interventi previsti dal piano programmatico, in particolare quelli relativi ai plessi con meno di 50 allievi. E’ in programma, nei prossimi giorni, la definizione di una intesa in sede di Conferenza Unificata per individuare ulteriori criteri per la futura programmazione della rete scolastica.

“La presentazione dell'emendamento rappresenta una grande vittoria per tutte le regioni italiane: il taglio delle scuole con meno di 50 allievi e la minaccia di commissariamento avrebbero rappresentato un colpo sia alla qualità della scuola pubblica sia all'autonomia regionale. Tuttavia non abbassiamo la guardia: la modifica non e' stata ancora approvata ”.

“Si tratta di un risultato importante di cui non possiamo che essere soddisfatti. Mi auguro che questa marcia indietro rappresenti il preludio di una maggiore disponibilità al dialogo da parte del Governo su tutto il piano programmatico sul quale, ad iniziare dalla riduzione del tempo scuola, così come sui tagli alle risorse a scuola e università abbiamo una posizione di forte contrarietà.
La Provincia ha approvato la delibera dull'organizzazione il 4 novembre scorso, ora
la Regione, insieme alle Province ed ai Comuni, approverà il Piano di dimensionamento scolastico, secondo quanto prevede la legge 233/98 e cioè con equilibrio e con senso di responsabilità.

lunedì 3 novembre 2008

Che cosa succede ora che i decreti Gelmini sono diventati legge?

Che cosa succede ora che i decreti Gelmini sono diventati legge?

Provo a fare un piccolo elenco di questioni e problemi, diciamo in ordine di apparizione.

1) Gli Enti Locali, soprattutto Province e Regioni, entro il 30 novembre devono approvare la programmazione della rete delle istituzioni scolastiche per l’anno 2009/10, altrimenti arriverà un commissario ad acta che provvederà.
La Provincia di Torino, assessorato all’istruzione ha predisposto una delibera con la quale adempie all’obbligo. Nel mese di ottobre ha raccolto le proposte dei Comuni di cui prende atto per la scuola primaria e dell’infanzia. Per la scuola secondaria propone il rinvio della riorganizzazione a fronte del nuovo ordinamento degli indirizzi di cui aspettiamo comunicazioni e , se possibile una condivisione, dal Governo.
Alla delibera è stato allegato una tabella dalla quale risulta che nel 1998 ( anno di avvio delle nuove procedure per il dimensionamento scolastico) in Provincia di Torino erano presenti 382 istituzioni, nel 2008 sono 323 quindi si sono ridotte di 59 a fronte di un aumento del numero degli allievi.

2) Avvio della campagna per le iscrizioni a scuola entro il 31 gennaio 2009.
Gli Enti Locali e le istituzioni scolastiche devono avviare la comunicazione alle famiglie e ai ragazzi per le iscrizioni alla prima elementare, alla prima media inferiore e alla prima superiore (vecchia dicitura). Di fatto è impossibile senza una interpretazione autentica dei provvedimenti. Diciamo che così dovremmo scoprire la verità.

3) Assegnazione degli organici. Le istituzioni scolastiche dopo aver ricevuto le iscrizioni, compongono le sezioni e richiedono gli organici. Anche qui dovremmo scoprire la verità.

Nel mese di ottobre enti locali, sindacati, associazioni, studenti, professori e maestri hanno rappresentato tutte le loro preoccupazioni per quello che hanno letto e capito. Non c’è stato il coraggio di dire che avevano ragione o che molte preoccupazioni sono fondate, si è insistito sul fatto che nulla cambiava e che addirittura l’offerta sarebbe aumentata perché si tagliano solo gli sprechi.
Adesso siamo qui e vediamo.

domenica 26 ottobre 2008

SETTIMANA DECISIVA PER LA SCUOLA

La prosima settimana si presenta come decisiva per la scuola: riunione promossa dalla Regione per presentare i propri indirizzi, riunione del Consiglio Provinciale di Torino, sciopero unitario del personale della scuola il 30 , mobilitazione degli studenti delle superiori e dell'università, passaggio definitivo in Senato dei provvedimenti proposti dal ministro Gelmini.
Siamo, dunque, arrivati al momento della prova di quanto fin qui si è espresso. Il Governo andrà avanti senza esitazione? Il movimento raggiungerà qualche risultato? I comuni, le province e le regioni insieme con le autonomie locali dovranno chinare il capo e cominciare a servire alle famiglie e agli studenti gli esiti delle nuove disposizioni?
Credo che ci siano in teoria due possibilità. La prima che la maggioranza chieda al governo uno stop o almeno un rinvio delle decisioni con l'apertura di un confronto, la seconda che si tiri dritto senza tenere conto di niente e di nessuno. Comunque vada gli effetti non saranno gli stessi su tutto il territorio nazionale, anzi dovremo preoccuparci di fare subito in modo che siano chiari gli effetti su Torino e il Piemonte perché, e non sembri un paradosso, i tagli o il risparmio che dir si voglia peserà di più su quelle realtà dove il sistema scolastico funziona meglio. E, senza tema di smentita, quello che conosciamo in provincia di Torino è uno dei migliori d'Italia, c'è lo dicono i dati e le statistica. Qui siamo dentro la parte europea più avanzata dalla scuola materna all'università. Qui non ci sono troppe maestre e nessun corso di laurea ha un solo iscritto.
Quindi che fare? Come non deludere le richieste di tante famiglie di non toccare il livello dei servizi e la qualità della scuola che con fatica abbiamo raggiunto?
Mi sento di avanzare una proposta alla Regione Piemonte, soprattutto dopo i tanti consigli comunali aperti e le tante assemblee nelle scuole e soprattutto dopo che molti esponenti del centro destra hanno visto e condiviso, qualcuno ha anche promesso, che non si taglierà il tempo pieno e che va difesa la scuola del nostro territorio. Si convochi un Consiglio Regionale per riaffermare che il successo del sistema scolastico e universitario piemontese è un bene comune da difendere e sviluppare come scelta strategica per una regione che fa della conoscenza e della ricerca il moltiplicatore di tutte le iniziative sociali, economiche, produttive e ambientali. Vediamo se in Piemonte è possibile trovare punti di intesa su quanto davvero serve all'istruzione e alla formazione. Questo settore e i suoi protagonisti non accetta la propaganda ma vuole risposte concrete. Lo so che rischiamo di fare proprio il gioco di Tremonti che vuole tagliare e fare ricadere le colpe sugli enti locali, ma qui è necessario un impegno innanzitutto. Quante volte abbiamo sentito dire "piuttosto non asfalto una strada, ma non si possono toccare i servizi" la pensiamo ancora tutti così ?
I provvedimenti sono chiaramente impostati ad un taglio, non tengono conto che è già cominciata per le famiglie e gli studenti la fase della scelta per il prossimo anno scolastico, ma noi che siamo qui in Piemonte lo sappiamo e dobbiamo dare qualche certezza.

Umberto D'Ottavio

giovedì 23 ottobre 2008

Lettera di Napolitano agli studenti

Lettera del presidente Napolitano agli studenti
Roma, 22 ottobre 2008

Cari studenti, dottorandi e ricercatori della Sapienza,

ho ascoltato e letto con attenzione la lettera che mi avete consegnato e colgo l’occasione per indirizzarvi alcuni chiarimenti e spunti di riflessione. Innanzitutto : penso vi sia chiaro quale ordinamento la Costituzione abbia disegnato per la Repubblica. La nostra è una democrazia parlamentare – simile a quella di quasi tutti gli altri Stati europei – in cui al Capo dello Stato non sono attribuiti poteri esecutivi. Io non debbo dunque “decidere da che parte stare” : non posso stare dalla parte del governo e delle sue scelte, né dalla parte opposta. Le politiche relative a qualsiasi campo dell’azione dello Stato vengono definite dal Parlamento, in seno al quale la maggioranza e l’opposizione sono chiamate al confronto tra le rispettive proposte, che possono configurare soluzioni alternative ai problemi da affrontare. Al Presidente della Repubblica non spetta pronunciarsi nel merito dell’una o dell’altra soluzione in discussione, né suggerirne una propria, ma spetta solo richiamarsi ai principi e alle regole della Costituzione.

Ciò non significa – sia chiaro – che io mi senta estraneo (“abbandonandole a se stesse”, per usare la vostra espressione) alle esigenze della scuola, della ricerca, dell’Università. Al contrario : a queste esigenze, e alle problematiche connesse, ho dedicato, nello svolgimento delle mie attuali funzioni, da più di due anni, la più convinta e appassionata attenzione e iniziativa. E’ davvero in giuoco il futuro del paese : se l’Italia vuole evitare un’emorragia di preziosi giovani talenti, che trovano riconoscimento all’estero, gli investimenti nella ricerca – soprattutto – dovrebbero costituire una priorità, anche nella allocazione delle risorse, pubbliche e private.

Dico “dovrebbero” perché in realtà le scelte pubbliche (e anche quelle del sistema delle imprese) non sembrano riconoscere tale “priorità”, a cui troppe altre ne vengono affiancate – in particolare quando si discute di legge finanziaria e di bilancio – col risultato che già da anni non ci si attiene ad alcun criterio di priorità e non si persegue un nuovo equilibrio nella distribuzione delle risorse tra i diversi settori di spesa.

Di qui le preoccupazioni di fondo che spiegano la vostra ansietà, fatta di gravi incertezze per l’avvenire vostro e della nazione. E’ indispensabile che su questi temi non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione, ma ci si apra all’ascolto reciproco, a una seria considerazione delle rispettive ragioni.

Il governo ha ritenuto necessario e urgente definire, fin dal giugno scorso, sia pure per grandi aggregati, le previsioni di spesa per i prossimi tre anni, al fine di rispettare l’impegno da tempo sottoscritto dall’Italia in sede europea per l’azzeramento del deficit di bilancio e per la graduale, ma netta e costante, riduzione del debito pubblico. Sono certo che anche a voi non sfugge l’importanza strategica di questo obbiettivo, il cui raggiungimento è condizione per uno sviluppo di politiche pubbliche meno pesantemente condizionato dall’onere del debito via via accumulatosi.

Tuttavia io auspico:
1) che si creino spazi per un confronto – in sede parlamentare – su come meglio definire e distribuire nel tempo i tagli ritenuti complessivamente indispensabili della spesa pubblica tra i ministeri e i varii programmi, valutando attentamente l’esigenza di salvaguardare livelli adeguati di spesa per la ricerca e la formazione;

2) che a sostegno di questo sforzo, si formulino proposte anche da parte di studenti e docenti, per razionalizzare la spesa ed elevarne la qualità, con particolare riferimento all’Università, dovendosi rimuovere distorsioni, insufficienze e sprechi che nessuno può negare. E ciò sposta il discorso sulla tematica degli ordinamenti e della gestione del sistema universitario : tematica sulla quale è atteso un confronto tra il governo e gli organismi rappresentativi delle Università.

Occorre che tutte le istituzioni e le forze sociali e culturali si predispongano senza indugio a tale confronto, in termini riflessivi e costruttivi: dando prova, anche voi, responsabilmente, di “determinazione e intelligenza”, come avete scritto a conclusione della vostra lettera.

Un cordiale saluto


Giorgio Napolitano

mercoledì 22 ottobre 2008

Tutte le Province esprimono sconcerto per i decreti sulla scuola

Riporto il documento approvato dall'Assemblea degli Assessori all'Istruzione delle Province, può essere utile per i contenuti e per il fatto che ha visto la condivisione sia di amministrazioni di centro sinistra che di centro destra.
Forse se la Gelmini ci ripensa farebbe bella figura...


Gli Assessori Provinciali all’Istruzione,
riuniti a Torino nell’ambito dell’Assemblea Nazionale delle Province italiane
del 13 ottobre 2008


PRESO ATTO

- del disposto dell’art. 64 del D.L n.112/08 convertito dalla legge 6 agosto 2008;
- del disegno di legge di conversione del D.L. n.137/08, con particolare riferimento ai contenuti dell’art. 4 e dell’art. 7 bis del maxiemendamento;
- dello schema di Piano Programmatico del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, di cui al citato art.64 D.L n.112/08, trasmesso alle Regioni ed alle Autonomie Locali ai fini dell’acquisizione del parere della Conferenza Unificata;
- dell’articolo 3 del decreto-legge 7 ottobre 2008, n.154;

ESPRIMONO PREOCCUPAZIONE, ALLARME E SCONCERTO:

· per il vulnus all’autonomia delle Istituzioni Locali, costituito dai vincoli alle operazioni di dimensionamento degli istituti e di razionalizzazione della rete scolastica, già impliciti nella manovra finanziaria e nelle indicazioni del piano programmatico; vincoli che, di fatto, impediscono la redazione di un piano che tenga conto delle reali esigenze dei territori amministrati, fino al rischio della soppressione delle autonomie scolastiche, faticosamente fin qui garantite nelle situazioni di maggior isolamento o nelle zone a rischio di disagio e di illegalità; vincoli che possono incidere anche sulle politiche per l’istruzione degli adulti;

· per la gravità della disposizione contenuta nell’art.3 del DLn.154/2008 che contrasta con le funzioni fino ad oggi esercitate dalle Regioni e dalle Autonomie locali annullandone di fatto ogni ruolo;


· per la frettolosità di provvedimenti, che secondo gli obiettivi esplicitati nel piano programmatico, intendono intervenire, prima delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, sul dimensionamento degli istituti e sulla ridefinizione dei piani degli indirizzi di studio superiore, ovvero sul segmento del sistema di istruzione a maggior rischio di abbandono e più direttamente collegato ad una scelta che, in molti casi, determina non solo il successo formativo degli studenti, ma anche il loro futuro percorso di vita, proprio nel momento in cui le Province stanno lavorando sull’orientamento scolastico;

· per la riduzione del tempo scuola, soprattutto nella scuola primaria, che comporterà una crescita qualitativa e quantitativa della domanda di servizi alle famiglie, il cui onere, anche solo organizzativo, è destinato a ricadere sugli Enti Locali, impattando sulle politiche sociali; misure che rischiano di determinare opportunità diseguali e diverse in ragione della storia e delle caratteristiche economiche e orografiche dei diversi territori, trasformando la ricchezza del tempo scuola destinato alle attività integrative ed extracurriculari nella povertà del tempo di assistenza e di intrattenimento;


· per l’innalzamento del rapporto studenti docenti, anche in termini di ricadute organizzative e strutturali, ed il taglio netto dell’orario di sostegno che interviene ad annullare ogni condizione per una reale integrazione degli studenti disabili, tanto dal punto di vista della didattica quanto in termini di servizi;

RIBADISCONO

· che la scuola necessita di una riforma, accuratamente progettata e condivisa, in tutte le sue ricadute, anche economiche, ma non certamente di revisioni ordinamentali che rispondano ad esigenze di contrazione della spesa;

· che un equilibrato e ponderato intervento di razionalizzazione dei costi non può non essere accompagnato da un adeguato piano di investimenti, in termini di sostegno al tempo pieno, di un piano straordinario di finanziamento dell’edilizia scolastica, di incremento delle dotazioni tecnologiche e delle strumentazioni di laboratorio, di servizi per gli studenti disabili nonché di azioni per l’integrazione degli studenti immigrati, in assenza del quale l’intera manovra finanziaria si configura esclusivamente come una manovra di impoverimento delle strutture, dei servizi e della qualità della scuola;


AFFERMANO

· Che le misure e provvedimenti esaminati si pongono in controtendenza rispetto ad obiettivi di innalzamento delle competenze e di inclusione sociale e che inevitabilmente comporteranno di fatto, a fronte della riduzione di spesa a carico del bilancio dello Stato ulteriori e non sostenibili oneri per gli Enti Locali, che già concorrono per circa dieci miliardi di euro alla spesa complessiva per l’istruzione;

· Che anche su profili diversi da quello della spesa per l’edilizia ed il funzionamento, la scuola è chiamata ad avere come riferimento non il solo Ministero e le sue articolazioni territoriali periferiche, ma sempre più gli enti territoriali che operano nel territorio nel quale è ubicata e che svolgono un ruolo fondamentale con riferimento non solo al più generale supporto alla funzione di istruzione, ma anche rispetto alla programmazione dell’offerta formativa.


· Che il ruolo degli Enti Locali, nel complesso del quadro costituzionale, impone che decisioni che incidono sulla qualità, sulla modalità di resa del servizio e sui costi di un settore strategico del Paese non possono essere assunte unilateralmente dal Governo e subite dal Sistema delle Regioni e degli Enti locali.

martedì 14 ottobre 2008

Audizione al Senato sui decreti Gelmini

Oggi 14 ottobre ho partecipato in rappresentanza dell'Unione delle Province Italiane all'audzione voluta dalla Commissione Istruzione del Senato sui decreti Gelmini.
Prima sono stati ascoltati i sindacati, i rappresentanti delle associazioni e poi ANCI UPI e Regioni.

Sono stati c onsegnati documenti e illustrati i motivi dell'assoluta contrarietà al metodo seguito oltre che i contenuti discutibili che fanno di questi decreti più una questione di finanza che di riforma della scuola.

Ad ascoltare le argomentazioni c'erano rappresentanti di tutti i partiti.

Vedremo cosa succede. L'importante è non mollare e mantenere viva la discussione sostenuta da un forte movimento. Ho avuto l'impressione che non si aspettassero una così forte reazione popolare....

lunedì 13 ottobre 2008

Conferenze Territoriali della Provincia per la scuola

La Provincia di Torino Assessorato all'istruzione organizza ne giorni 16 17 e 20 ottobre 8 Confereenze Territoriali (corrispondenti agli ambiti funzionali nei quali è stata suddivo il territorio provinciale) alle quali sono invitati i Comuni e le istituzioni scolastiche e formative concentrate come segue:
giovedì 16 ottobre
ore 10 Pinerolo- Liceo Scientifico M. Curie - Via dei Rochis 12
ore 14 Moncalieri - ITIS Pininfarina - Via Ponchielli 16
ore 17 Settimo Torinese - IIS 8 Marzo - via Leinì 54
venerdì 17 ottobre
ore 10 Ivrea - Liceo Gramsci - Via Alberton 10
ore 14 Rivoli ITIS Giulio Natta - Via XX settembre 14/a
ore 17 Bussoleno - Liceo Norberto Rosa - Piazza Cav. di Vittorio Veneto 5
lunedì 20 ottobre
ore 10 Torino Sala consiglieri - Provincia di Torino - Via Maria Vittoria 12
ore 15 Cirié - IIS Tommaso D'Oria - Via Prever

All'ordine del giorno:

1) Dimensionamento scolastico
2) Orientamento
3) Edilizia scolastica - piano degli interventi

giovedì 25 settembre 2008

A proposito di maestro unico

A proposito di maestro unico vi propongo di leggere questo articolo di Michele Serra
apparso su Repubblica del 24 settembre 2008

La campagna per il ritorno alla maestra unica, al di là dei propositi contingenti di "risparmio", aiuta a riflettere in maniera esemplare sulle ragioni profonde delle fortune politiche della destra di governo, e sulle sue altrettanto profonde intenzioni strategiche. Sono intenzioni di semplificazione. Se la parola-totem della sinistra, da molti anni a questa parte, è "complessità", a costo di far discendere da complesse analisi e complessi ragionamenti sbocchi politici oscuri e paralizzanti, comunque poco intelligibili dall´uomo della strada, quella della destra (vincente) è semplicità.

La pedagogia e la didattica, così come sono andate evolvendosi nell´ultimo mezzo secolo, sono avvertite come discipline "di sinistra" non tanto e non solo per il tentativo di sostituire alla semplificazione autoritaria orientamenti più aperti, e a rischio di permissivismo "sessantottesco". Sono considerate di sinistra perché complicano l´atteggiamento educativo, aggiungono scrupoli culturali ed esitazioni psicologiche, si avvitano attorno alla collosa (e odiatissima) materia della correttezza politica, esprimono un´idea di società iper-garantita e per ciò stesso di ardua gestione, e in buona sostanza attentano al desiderio di tranquillità e di certezze di un corpo sociale disorientato e ansioso, pronto ad applaudire con convinzione qualunque demiurgo, anche settoriale, armato di scure.

In questo senso la proposta Gelmini è quasi geniale. L´idea-forza, quella che arriva a una pubblica opinione sempre più tentata da modi bruschi, però semplificatori, è che gli arzigogoli "pedagogici", per giunta zavorrati da pretese sindacali, siano un lusso che la società non può più permettersi. Il vero "taglio", a ben vedere, non è quello di un personale docente comunque candidato - una volta liquidati i piloti, o i fannulloni, i sindacalisti o altri - al ruolo di ennesimo capro espiatorio. Il vero taglio è quello, gordiano, del nodo culturale. La nostalgia (molto diffusa) della maestra unica è la nostalgia di un´età dell´oro (irreale, ma seducente) nella quale la nefasta "complessità" non era ancora stata sdoganata da intellettuali, pedagogisti, psicologi, preti inquieti, agitatori politici e cercatori a vario titolo del pelo nell´uovo. Una società nella quale il principio autoritario era molto aiutato da una percezione dell´ordine di facile applicazione, nella quale il somaro era il somaro, l´operaio l´operaio e il dottore dottore. Una società che non prevedeva don Milani, non Mario Lodi, non Basaglia, ovviamente non il Sessantotto, e dunque, nella ricostruzione molto ideologica che se ne fa oggi a destra, è semplicemente caduta vittima di un agguato "comunista".

In questo schemino, semplice ed efficace, la cultura e la politica, a qualunque titolo, non sono visti come interpreti dei conflitti, ma come provocatori degli stessi. Se la pedagogia "permissiva" esiste, non è perché il disagio di parecchi bambini o la legnosità e l´inadeguatezza delle vecchia didattica richiedevano (già quarant´anni fa) di essere individuati e affrontati, ma perché quello stesso problema è stato "creato" da un ceto intellettuale e politico malevolmente orientato alla distruzione della buona vecchia scuola di una volta. Insomma, se la politica è diventata un format, come ha scritto Edmondo Berselli, la sua parola d´ordine è semplificazione.

Per questa destra popolare, e per il vasto e agguerrito blocco sociale che esprime, la complicazione è un vizio "borghese" (da professori, da intellettualoidi, beninteso da radical-chic, e poco conta che il personale scolastico sia tra i più proletarizzati d´Italia) che non possiamo più permetterci, e al quale abbiamo fatto malissimo a cedere. Non solo la pedagogia, anche la psicologia, la sociologia, la psichiatria, nella vulgata oggi egemone, non rappresentano più uno strumento di analisi della realtà, quanto la volontà di disturbo di manipolatori, di rematori contro, di attizzatori di fuochi sociali che una bella secchiata d´acqua, come quella della maestra unica, può finalmente spegnere. La lettura quotidiana della stampa di destra - specialmente Libero, da questo punto di vista paradigma assoluto dell´opinione pubblica filo-governativa - dimostra che il trionfo del pensiero sbrigativo, per meglio affermarsi, necessita di un disprezzo uguale e contrario per il pensiero complicato, per la massa indistinta di filosofemi e sociologismi dei quali i nuovi italiani "liberi" si considerano vittime non più disponibili, per il latinorum castale di politici e intellettuali libreschi, barbogi, causidici, che usano la cultura (e il ricatto della complessità) come un sonnifero per tenere a freno le fresche energie "popolari" di chi ne ha le scatole piene dei dubbi, delle esitazioni, della lagna sociale sugli immigrati e gli zingari, sui bambini in difficoltà, su chiunque attardi e appesantisca il quotidiano disbrigo delle dure faccende quotidiane. Già troppo dure, in sé, per potersi permettere le "menate" della sinistra sull´accoglienza o il tempo pieno o i diritti dei gay o altre fesserie.

La sinistra ha molto di che riflettere: la formazione culturale e perfino esistenziale del suo personale umano (elettorato compreso) è avvenuta nel culto quasi sacrale della complessità del mondo e della società, con la cultura eletta a strumento insostituibile di comprensione anche a rischio di complicare la complicazione... Ma non c´è dubbio che tra il rispetto della complessità e il narcisismo dello smarrimento, il passo è così breve che è stato ampiamente fatto: nessuna legge obbliga un intellettuale o un politico a innamorarsi dell´analisi al punto di non rischiare mai una sintesi, né la semplificazione - in sé - è una bestemmia (al contrario: proprio da chi ha molto studiato e molto riflettuto, ci si aspetterebbe a volte una conclusione che sia "facile" non perché rozza o superficiale, ma perché intelligente e comprensibile). Ma la posta in gioco è molto più importante del solo destino della sinistra. La posta in gioco - semplificando, appunto - è il destino della cultura, degli strumenti critici che rischiano di diventare insopportabili impicci. Se questa destra continuerà a vincere, a parte il marketing non si vede quale delle discipline sociali possa sperare di riacquistare prestigio, e una diffusione non solo castale o accademica. Perché è molto, molto più facile pensare che l´umanità e la Terra siano stati creati da Dio settemila anni fa (cosa della quale è convinta ad esempio la popolarissima Sarah Palin) piuttosto che perdere tempo e quattrini studiando i fossili e l´evoluzione. È molto più rassicurante, convincente, consolante pensare che le buone maestre di una volta, con l´ausilio del cinque in condotta e di una mitraglia di bocciature, possano mantenere l´ordine e "educare" meglio i bambini ipercinetici, e consumatori bulimici, che la televisione crea e che la propaganda di destra ora lascia intendere di poter distruggere, perché è meglio avere consumatori docili (clienti, come dice Pennac) piuttosto che cittadini irrequieti. È meglio avere certezze che problemi.
È molto più semplice pensare che il mondo sia semplice, non fosse che per una circostanza incresciosa per tutti: che non lo è. Il mondo è complicato, l´umanità pure, i bambini non parliamone neanche. Se le persone convinte di questo obbligatorio, salutare riconoscimento della complicazione non trovano la maniera di renderla "popolare", di spiegarla meglio, di proporne una credibile possibilità di governo, di discernimento dei principi, dei diritti, dei bisogni fondamentali, diciamo pure della democrazia, vedremo nei prossimi decenni il progressivo trionfo dei semplificatori insofferenti, dei Brunetta, delle Gelmini, delle Palin. Poi la realtà, come è ovvio, presenterà i suoi conti, sprofondando i semplificatori nella stessa melma in cui oggi si dibattono i poveri complicatori di minoranza. Nel frattempo, però, bisognerebbe darsi da fare, per sopravvivere con qualche dignità nell´Era della Semplificazione, limitandone il più possibile i danni, se non per noi per i nostri figli che rischiano di credere davvero, alla lunga, al mito reazionario dei bei tempi andati, quando la scuola sfornava Bravi Italiani, gli aerei volavano senza patemi, gli intellettuali non rompevano troppo le scatole e la cultura partiva dalla bella calligrafia e arrivava (in perfetto orario) alla più disciplinata delle rassegnazioni. Cioè al suo esatto contrario.
Michele Serra

martedì 16 settembre 2008

Dopo Natale il nuovo liceo di Oulx

Dopo le vacanze di Natale sarà consegnata la nuova sede del Liceo Des Ambrois di Oulx, nei pressi del Lago Borello, la cui avveniristica linea architettonica (il progetto originale si deve all’architetto Andrea Bruno) racchiude soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Come tutti gli edifici scolastici superiori, anche il Liceo dell’Alta Valsusa è stato realizzato dalla Provincia di Torino, con una spesa di 10 milioni di Euro.

Nella mattinata di lunedi 15 settembre, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico 2008-2009, il Presidente Antonio Saitta e l’Assessore provinciale all’Istruzione, Umberto D’Ottavio, hanno voluto verificare di persona lo stato di avanzamento dei lavori nel cantiere in via di ultimazione. Saitta e D’Ottavio hanno ribadito che, il 7 gennaio (alla ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie), i 580 allievi del Liceo e dell’Istituto Professionale (insieme ai loro 60 insegnanti) saranno trasferiti dalle attuali quattro sedi sparse nel centro abitato di Oulx alle 31 aule circolari della nuova struttura, che è stata studiata ponendo particolare attenzione al rapporto con il paesaggio, la montagna, l’Oasi Naturale del Lago Borello (istituita nel 1979 laddove sorgeva una ex cava di estrazione) e le attività sportive e turistiche ad esso correlate. Sottolineando la forte carica innovativa del progetto, il Presidente Saitta ha ribadito l’impegno della Provincia per il miglioramento dell’edilizia scolastica sull’intero territorio provinciale e per il decongestionamento degli istituti torinesi. L’Assessore D’Ottavio ha precisato che la consegna dei locali della scuola da parte dell’azienda appaltatrice inizierà nel mese di novembre, mentre a febbraio saranno completati gli arredi dell’Auditorium.

Il progetto del nuovo Liceo di Oulx è partito dal presupposto di ottenere un'opera che esalti le potenzialità offerte dalla collocazione, risolvendo al contempo notevoli problemi geologici, idrogeologici e geotecnici. Le aule circolari hanno un’ampiezza di circa 50 metri quadrati, sono realizzate in alluminio, con le pareti interne rivestite di legno chiaro; sono tutte al piano terreno, aggregate lungo un percorso interno. Tutte le aule prendono luce da una finestra superiore e dispongono di energia elettrica prodotta da pannelli fotovoltaici. Anche i laboratori sono a pianta circolare, per un’ampiezza totale di 475 metri quadrati, collegati da un percorso coperto, lungo il quale sono collocati i servizi igienici, una hall coperta, la biblioteca, uno spazio adibito ad Auditorium e una sala proiezioni di 170 metri quadrati. “La progettazione dell’istituto scolastico superiore di Oulx è stata una grande sfida. - ha ricordato l’architetto Bruno incontrando il Presidente Saitta, l’Assessore D’Ottavio, gli amministratori locali, il Preside ed una delegazione di studenti del Liceo – Non era facile inserire una struttura avveniristica e dall’alto contenuto tecnologico in un ambiente naturale montano molto delicato. Abbiamo scelto di spalmare le aule circolari sul terreno, ideando un percorso che le collega tra loro e con gli altri spazi, mettendo al centro l’Auditorium, una struttura aperta ad una fruizione da parte dell’intera città”.

domenica 14 settembre 2008

provaci ancora...scuola!

Provaci ancora…scuola!

Oggi ricomincia la scuola in provincia di Torino e in tutto il Piemonte. Qualcuno si è lamentato del fatto che l’inizio fosse così avanti per via della collocazione dei figli al rientro dalle ferie …. ma questo argomento sembra un lusso di fronte alle tante preoccupazioni che affollano questo avvio.

Si tornerà al maestro unico alle elementari? Verrà cancellato il tempo pieno? Scompariranno le piccole scuole e quelle di montagna se non raggiungono almeno i 600 alunni? E un lungo elenco di altri interrogativi. Basta leggere i giornali per rendersi conto che non sono dubbi finti. Infatti non ci troviamo solo di fronte ad una richiesta di razionalizzazione o di risparmio o di lotta allo spreco. Questa volta si dice anche che “per essere europei bisogna stare di meno sui banchi” così come “ è ora di avere una scuola che recuperi chiarezza con i voti e la buona condotta”, altrimenti non è una scuola seria.

Non è il caso di fare polemica politica, anche perché ce ne sarebbe per tutti. Però, ancora una volta, il problema si sta impostando non in modo corretto. Non si fa nessuna “valutazione di sistema”, nessun confronto sulla sua efficacia , nessun vero benchmarking si direbbe. Per esempio: la dispersione scolastica è ancora intorno al 25 %. Cioè un ragazzo/a su quattro non raggiunge un diploma o una qualifica, fino a poco tempo era uno su tre. Come è stato possibile raggiungere questo risultato? E’ frutto della diffusione dell’offerta di istruzione e di formazione del nostro sistema territoriale? E’ vero che il sistema non è fatto di una somma di pezzi, ma di una continua integrazione, dalla scuola dell’infanzia all’Università? Secondo me sì, per questo guai a smontare il “sistema torinese”, che trova nella diffusione del tempo pieno alle elementari (il 90%) uno dei pilastri.

Facciamo un confronto fra sistemi e magari scopriamo che davvero è opportuno ridurre l’orario ai tecnici e ai professionali, non certo alle elementari dove rischiamo di tornare al doposcuola pagato dai comuni o dalle famiglie.

E poi non è detto che quello che serve a Torino sia lo stesso di altre realtà, anzi. L’aggancio del sistema al territorio è fondamentale, meglio se in un quadro nazionale e europeo definito dai mai troppo famosi “obiettivi di Lisbona”sottoscritti dai Paesi dell’Unione Europea e sui quali l’Italia è molto indietro. Anche per la percentuale di PIL investito: la metà di Svezia e Finlandia.

A Torino non è così. Qui abbiamo lavorato tutti per una scuola che funziona e che serve ai nostri giovani cittadini. Certo non tutto bene, ma lavoriamo su quello che non va senza tornare indietro.

Provaci ancora …. scuola. Buon Anno scolastico a tutti.


Umberto D’Ottavio
Assessore Provincia di Torino all’Istruzione

mercoledì 10 settembre 2008

Tutte le aule scolastiche autosufficenti per l'energia

TUTTE LE AULE SCOLASTICHE DEGLI ISTITUTI PROVINCIALI DIVENTERANNO ECOSOSTENIBILI

E’ il primo edificio scolastico in Piemonte ad essere completamente progettato pensando alla sostenibilità ambientale. Si trova a Sangano, ed è una succursale dell’Istituto superiore Pascal di Giaveno, che la Provincia di Torino sta realizzando con l’obiettivo, duplice, di dare vita a una scuola-modello in tema di risparmio energetico e di offrire agli studenti un grande laboratorio per capire a fondo le problematiche ambientali.
La scuola di Sangano, che costerà complessivamente 2milioni 957mila euro, è realizzata in materiali naturali e adatti al risparmio energetico, a cominciare dagli alberi del sole, formati ciascuno da 72 mq di pannelli solari fotovoltaici, al tetto giardino che aumenta la protezione termica dell’edificio, al recupero delle acque piovane.
In questo modo vengono create le condizioni per una totale autosufficienza.
Ma l’obiettivo della Provincia è più ambizioso, ci battiamo perché il risparmio energetico diventi la norma e non sia un elemento episodico.

I costi per rendere le aule totalmente autosufficienti dal punto di vista energetico sono infatti relativamente contenuti: 3600 euro per aula. La Provincia gestisce complessivamente 3800 aule, suddivise in 162 edifici, e quindi è necessaria una programmazione di più ampio respiro per rendere tutte le aule “energeticamente autonome”.
Di fatto, ad oggi gli edifici scolastici in cui sono già installati impianti fotovoltaici sono sei fra Torino e cintura, ed altri sei sono in corso di realizzazione.
Uno studio svolto su tutti gli edifici scolastici in gestione alla Provincia ha identificato come idonee, per la tipologia di tetto, altre tredici scuole, in cui gli impianti fotovoltaici potranno essere già realizzati dal 2009, mentre per gli altri servirà una programmazione e interventi di medio-lungo termine.
Nel 2009 le aule autosufficienti saranno 760, e 1520 nel 2010. Alle opere però si deve sommare il non meno importante impegno per far crescere la sensibilità ambientale, a cominciare dai giovani, e l’attenzione al risparmio energetico anche attraverso i piccoli gesti quotidiani.Negli istituti in cui sono già stati realizzati gli impianti fotovoltaici il progetto è stato condiviso con gli studenti,perché non biosgna dimenticare che l’energia meno cara è quella che non consumiamo.

lunedì 8 settembre 2008

Dossier della Provincia sul governo d'area vasta

Il Presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta ha presentato il dossier Il governo d'area vasta nella provincia di Torino: "E' tornata d'attualità la proposta di abolizione di 9 Province italiane per istituire nelle rispettive aree metropolitane il nuovo ente "Città metropolitana" ed è ripartito un acceso confronto politico" ha spiegato Saitta "Questo documento sviluppa i concetti che ho avuto modo di anticipare sinteticamente l'8 luglio scorso al Ministro dell'Interno on. Maroni durante il primo incontro al Viminale con i Sindaci e i Presidenti delle Province interessate e che ho poi approfondito in seguito con il sottosegretario on. Davico il 29 luglio".
Si tratta di un contributo al dibattito, finalizzato a dimostrare la specificità della Provincia di Torino non solo dal punto di vista territoriale (la Provincia di Torino è quella in Italia col maggior numero di Comuni - ben 315 - con una delle più grandi estensioni territoriali - ben 6.830 kmq - e con una densità demografica quasi due volte superiore alla media italiana), ma soprattutto per la quantità e la qualità delle funzioni esercitate rispetto ad altre Province italiane, come conseguenza della legislazione regionale piemontese (in Piemonte, a differenza della maggior parte delle Regioni italiane, è avvenuto a partire dalla legge 59/97 un consistente trasferimento di funzioni e compiti). La Provincia di Torino ha ormai completato il lungo processo di evoluzione della propria natura di "ente intermedio", avviato con la legge nazionale del 1990 sull'ordinamento delle autonomie locali e si è attestata su un ruolo complesso, in cui le funzioni di programmazione e di raccordo tra i livelli di governo pareggiano con le nuove funzioni di gestione di servizi diretti alla collettività.
Nel documento è dimostrato che nella Provincia di Torino sono gestite politiche e i servizi di area vasta (rifiuti, trasporti, acqua, etc) su una dimensione più ampia di quella metropolitana perché le amministrazioni provinciali che si sono succedute hanno costantemente ricercato una dimensione territoriale più ampia per garantire contemporaneamente economie di scala e contrastare la marginalizzazione dei territori più esterni alla conurbazione torinese.

La delimitazione di un'area metropolitana, comprendente Torino e i Comuni contermini, e la costituzione dell'ente "Città metropolitana" e dei suoi organi (sindaco metropolitano, giunta e consiglio metropolitano) comporterebbe nel nostro caso specifico la nascita di nuove Province (almeno il Canavese e il Pinerolese) lasciando insoluta la questione dell'appartenenza del Chierese e della Valle di Susa (soluzione che farebbe crescere i costi e marginalizzerebbe le nuove piccole Province)

L'ipotesi di una città metropolitana + 2 nuove province, determinerebbe un maggior costo di almeno 90 milioni di euro ogni anno (per il personale, le spese di funzionamento e per il costo dei nuovi organi politici con relativo personale di supporto). E' evidente quanto più si spende per spese di "funzionamento", tanto meno si può spendere per i servizi al cittadino, per le politiche e per gli investimenti sul territorio.
Inoltre comporterebbe gravi diseconomie nella gestione di servizi a rete pari ad almeno 40 milioni di euro all'anno perché verrebbero spezzate quelle economie di scala che la Provincia di Torino è riuscita a realizzare nel tempo con grande fatica (si ritornerebbe al passato). Questi maggiori costi, calcolati prudenzialmente, sarebbero pagati dai cittadini con l'aumento delle tariffe dei servizi pubblici (acqua, trasporti, rifiuti, etc)
Le strade ipotizzate sono pertanto evidentemente improponibili.
La Provincia di Torino di fatto svolge già le funzioni dell'area metropolitana. L'organizzazione delle Olimpiadi invernali su un vasto territorio comprendente Torino e le montagne sono state un elemento di forza nella gestione di un grande evento mondiale e confermano la grande potenzialità dell'unitarietà della Provincia di Torino.

Il dossier contiene anche una concreta proposta per migliorare ulteriormente le politiche di area vasta a Torino e nei comuni circostanti" ha spiegato il Presidente Saitta. " Il tema non riguarda la gestione dei servizi, perché la scala di organizzazione superando la dimensione metropolitana ha già consentito importanti economie di scala. L'obiettivo è quello di rendere più organica e cogente la concertazione sulla pianificazione territoriale e sulla programmazione delle opere e degli investimenti di interesse metropolitano: un processo realizzabile senza alcun aggravio di costi, che può essere avviato con modifiche a due leggi regionali, che garantirebbe la sovranità delle istituzioni, il coordinamento delle politiche metropolitane con il resto del territorio provinciale, l'efficacia delle decisioni, il risparmio dei costi a carico della collettività".

Cantiere Scuola

Pubblichiamo l'articolo di Maria Teresa Martinengo della Stampa del 8 settembre 2008

CANTIERE SCUOLA

Oltre un centinaio di piccoli e grandi interventi edilizi nelle scuole di Torino e della provincia per almeno 35 milioni di euro è il pacchetto che il 12 settembre il presidente della Provincia Antonio Saitta e l’assessore all’Istruzione Umberto D’Ottavio presenteranno ai presidi delle scuole superiori: un’occasione che permetterà ai dirigenti - oggi nel 99% dei casi di ruolo e quindi destinati a rimanere per qualche anno almeno nel rispettivo istituto - di chiarire dubbi e tempistiche.
Le «consegne» più vicine sono quelle della serra della sezione agraria del Roccati di Carmagnola, il cortile rifatto dello Zerboni, la copertura del Maxwell di Nichelino, la pavimentazione della palestra dell’Albert di Lanzo.
Si va dal mega-intervento, ormai al rush finale, del nuovo liceo di Oulx (i ragazzi, ora in sedi provvisorie, ne prenderanno possesso dopo Natale), dove lunedì 15 è prevista l’inaugurazione «simbolica» dell’anno scolastico da parte delle autorità, al rifacimento di tetti, servizi igienici (li attendono, per esempio, il Casale, il Cottini, il complesso di Chieri), facciate (Sommeiller, Galileo Ferraris, Cavour, il Barrocchio a Grugliasco). Ancora: rimozione di coperture in amianto (come al Curie di Pinerolo, all’Alberti di Luserna San Giovanni, all’ex Marro di Moncalieri), manutenzione straordinaria su impianti elettrici e ascensori, miglioramento di palestre, auditorium. In vista anche la partenza dei lavori di sopraelevazione del liceo classico D’Azeglio, mentre è in corso la costruzione della succursale dell’Itc Pascal a Sangano.
Fin qui le certezze. Diversa è invece la situazione di due grossi progetti di cui si parla da anni: la costruzione al Ponte Mosca del nuovo Spinelli, il polo internazionale europeo (elementari-medie-superiori), e il raddoppio dell’istituto alberghiero Beccari all’Ascom Village. «Per lo Spinelli - spiega l’assessore D’Ottavio - il presidente Saitta ha scritto al sindaco per conoscere entro metà settembre le reali intenzioni del Comune, coinvolto per la scuola dell’obbligo: dei circa 25 milioni necessari, 10 li mette la Provincia, 10 dovrebbe metterli il Comune e 2-3 la Regione». Serve un impegno preciso entro poche settimane, altrimenti andrà perso il contributo regionale.
Per l’assessore comunale alle Risorse Educative Luigi Saragnese quella «è la soluzione migliore possibile, ma poiché l’impegno è consistente in questo momento di ristrettezze, la decisione coinvolge le scelte dell’intera giunta».
Parole condivise dall’assessore al Patrimonio Mario Viano, che però è fiducioso. «Dobbiamo fare i conti con un indebitamento già pesante e con i limiti di spesa imposti, ma la costruzione di questa scuola è un’operazione urbanistica e sociale importante. Sto raccogliendo valutazioni dagli uffici: spero che si possa pagare all’impresa appaltatrice una parte dei costi dismettendo la scuola elementare in via San Sebastiano da Po».
La collocazione del Beccari all’Ascom Village nell’ambito di un grande progetto di campus per la formazione enogastronomica, invece, per D’Ottavio sta sfumando definitivamente (anche se la presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa afferma che «ci sono trattative in corso e, nonostante le risorse preventivate non ci siano completamente, trarre conclusioni è prematuro»). «L’Ascom non è più interessata - dice D’Ottavio -, quindi noi sistemeremo il Beccari investendo “in casa nostra”: nell’adeguamento di un’ala abbandonata del Casale».

venerdì 5 settembre 2008

La tangenziale per Pianezza e Alpignano

Il 3 settembre è stato effettuato un sopralluogo al cantiere della variante di Pianezza-Alpignano della SSP 24, per verificare lo stato di avanzamento dei lavori che avevano subìto una lunga pausa per una controversia insorta tra L’ATIVA e l’impresa esecutrice.
L’opera, 8 km di lunghezza, dovrà consentire di decongestionare la tangenziale da e verso la Valle di Susa, oltre che le aree urbane dei due Comuni.

"La variante di Pianezza-Alpignano è un’opera importante - commenta Saitta - perchè permette di risolvere un annoso problema della zona nord-ovest del territorio della provincia di Torino. La circonvallazione consentirà di eliminare un problema locale, evitando l’attraversamento di Pianezza e Alpignano, alleggerendo così notevolmente il traffico nei due Comuni. La nuova arteria risolverà anche problemi più generali di viabilità, decongestionando la tangenziale grazie alla possibilità di entrare ed uscire all’altezza dello svincolo di Collegno per innestarsi direttamente nella viabilità della valle di Susa, senza passare per il casello di Bruere o per Rivoli."

La variante di Pianezza-Alpignano si interseca con le altre strade attraverso cinque rotatorie e uno svincolo autostradale con la tangenziale. Sono previsti inoltre cinque cavalcavia sulla viabilità minore.

I lavori saranno terminati entro la primavera del 2009.

Ottimo!!!

venerdì 29 agosto 2008

Incontro sulla scuola alla Festa del PD di Torino

Si discuterà di "SCUOLA" alla festa del Partito Democratico di Torino che si svolgerà dal 4 al 14 settembre presso il Circolo Sporting Dora di Corso Umbria ( si trova di fianco al Museo A come ambiente, vicino c'è una ciminiera che sembra una centrale nucleare).

L'appuntamento è fissato per il giorno martedì 9 settembre alle ore 18. Ci saranno oltre al sottoscritto, Gianna Pentenero, assessore regionale all'istruzione e Paola Pozzi presidente della Commissione del Consiglio regionale che si occupa di istruzione.

Chi legge è pregato di far circolare l'invito nella speranza che una buona partecipazione all'incontro possa farci preparare al nuovo anno scolastico che si apre il 15, già con la predisposizione ad impegnarci contro la controriforma Gelmini-Tremonti.

Umberto D'Ottavio

venerdì 22 agosto 2008

Susta e le polemiche "torinesi"

Pubblico sul mio blog il testo dell'intervento apparso di Gianluca Susta apparso sull'edizione torinese della Repubblica del 22 agosto 2008.

"Nella polemica torinese occorre mettere qualche "puntino sulle i" altrimenti continueremo a leggere solo accuse reciproche e incomprensioni. Primo: nessuno vuole, può e deve mettere in discussione il ruolo e la figura del segretario regionale. Gianfranco Morgando è il segretario del Pd, non di una parte, altrimenti vuol dire che non abbiamo capito nulla dello spirito delle primarie. Quindi nessuna "sindrome da sconfitti" da parte di chi mi ha sostenuto il 14 ottobre e nessun revanscismo. Secondo: la smettano i vincitori delle primarie di vedere complotti e congiure ovunque e si chiedano quanto sia stato aiutato da loro Morgando in questi mesi. Fin dal 15 ottobre abbiamo sostenuto lealmente il suo sforzo che non ha prodotto da solo oltre 300 circoli sul territorio o attivato 24 forum tematici o definito lo statuto. L´unità in questa situazione, in cui rischiamo di perdere ovunque, è indispensabile.
Noi, che abbiamo la guida del Comune di Torino e della Regione, dobbiamo capire che il Pd non è né la Margherita né i Ds e che un partito "nuovo" esige partecipazione, discussione, coinvolgimento, costante ricerca del confronto e, soprattutto, pazienza. Morgando, in primis, e la maggioranza devono capire che spetta innanzi tutto a loro (e non a noi, come invece avvenuto in questi mesi) il compito di far sentire tutti a casa propria, dando tangibili segni in questa direzione, tenuto conto che quella loro "vittoria" era solo molto parzialmente tale, visto che abbiamo eletto lo stesso numero di costituenti e in sei Province su otto abbiamo vinto noi, senza per questo abbandonarci a quelle "tabulae rasae" delle minoranze che invece abbiamo purtroppo visto avvenire a Torino.
C´è spazio e ci sono occasioni per vedere se davvero si vuole costruire un partito unito. Non unitario, comunque! Che il Pd sia ormai più una federazione di partiti che un partito "unitario e plurale", beh, Chiamparino e tutti noi a questo fatto ci dobbiamo rassegnare. Questo è quello che ci consegnano mesi di discussioni (non solo in Piemonte), figlie della non convinta adesione al "progetto" del Pd da parte di molti, forse troppi, che lo hanno più subito che desiderato. Il buon senso e la pazienza aiuteranno a trovare mediazioni "alte", sia di governo sia di opposizione, ma il partito del "riformismo del futuro" non è ancora nato e non saranno certo il tesseramento e il congresso a farlo nascere.
Smettiamola, però, con vittimismi e supponenze e mettiamo il segretario regionale in condizione di guidare il partito con autorevolezza e piena legittimazione.

GianLuca Susta

domenica 20 luglio 2008

A Torino lasciamo perdere la città metropilitana

La Lega delle Autonomie del Piemonte sta seguendo con attenzione il dibattito intorno alla creazione delle città metropolitane e chiama tutte le istituzioni della nostra Regione a partecipare ad una discussione che non può essere vista come un problema tra la città di Torino e la Provincia.

Già in occasione della discussione sulla legge regionale che ha ridotto le Comunità Montane avevamo fatto presente che qualunque scelta portava con se conseguenze sulle altre istituzioni, che, ricordiamolo, non sono semplici agenzie, ma espressioni democratiche dell'autogoverno territoriale.

A noi sembra opportuno ripartire dal chi fa che cosa. In questo senso è, giustamente, scomparso il tema dell'abolizione delle Province. In quanto se confermiamo che il Comune è l'unità minima territoriale attraverso il quale è suddiviso tutto il territorio nazionale ( tra l'altro è così in tutto il mondo....pensiamo solo a quante versioni ci sono del sostantivo Sindaco) la necessità di un livello che mette insieme più Comuni e che si occupa con loro dell'orgazzazione di servizi di area vasta, non sembra sostitubile.

In questo senso la definizione costituzionale della città metropolitana ha posto un tema nuovo nel nostro Paese che non ha mai trovato nemmeno una soluzione teorica unitaria sul che cosa potrebbe davvero fare. Perchè tutto quello che verrebbe tolto ai comuni lo può fare la Provincia e lo stesso dalla Regione che ha gia fatto molto in termini di decentramento verso le Province.

Per questo la definizione di città metropolitana non può che avvicinarsi di più a quello che oggi è diventata la Provincia. Ma se siamo tutti d'accordo che nessun comune deve essere sc iolto nemmeno quello di Torino, allora la città metropolitana non può che essere interpretata dalla stessa provincia.

Facciamo l'esempio di Milano, dove l'eventuale estensione della città metropolitana corrisponde esattamente alla Provincia, chi scompare dalla geografia politica è il consiglio comunale di Milano, perchè il consiglio metropolitano non potrà non avere espressioni anche delle realtà esterne alla cinta daziaria milanese.

Nel caso di Torino la vicenda ha tutti i connotati per chiedere di lasciare perdere. Torino non intende sciogliersi, gli altri comuni non intendono farsi inglobare e perdere identità, i piccoli comuni , la Regione ha già fatto leggi che su materie come l'urbanistica, i rifiuti,i trasporti, la formazione fanno della Provincia il vero ente di governo. In sostanza a Torino non è il caso di fare la città metropolitana, ma anzi dobbiamo rafforzare il ruolo della Provincia che c'è già e funziona.
Non parliamo poi della questione costi della politica che rischia sempre di più di diventare riduzione degli spazi di democrazia.


La Lega delle Autonomie ha tra i suoi aderenti comuni, province, comunità montane e consorzi, non deve difendere d'ufficio nessuno, per questo dedicherà la sua attenzione alle proposte e alla loro efficacia per i cittadini.

Per questo chiede a tutte le istituzioni democratiche di intervenire direttamente nella discussione con ordini del giorno e iniziative utili anche alrilancio del sistema complessivo delle autonomie in PIemonte.

Umberto D'Ottavio
Presidente Regionale Lega delle Autonomie

mercoledì 16 luglio 2008

La bussiness community a Torino

Purtroppo non ha avuto una eco sui giornali, ma il lavoro di ricerca sulla bussiness community a Torino negli anni fra il 1883 e il 1907 è davvero di grande interesse.

Questa comunità d'affari, anche multinazionale e multireligiosa, variegata sempre più intregrata suggerisce in primo luogo una riflessione importante: alla svolta del novecento Torino superò le crisi di fine ottocento anche perchè potè contare su risorse imprenditoriali diversificate ed agì secondo schemi di cooperazione interna, con logiche di squadra. Una lezione che, pur nella consapevolezza della diversità dei contesti storici, appare utile anche per la Torino di oggi.

La ricerca ci restituisce profili e strategie di una bussiness community al centro di una rete di interessi e relazioni nazionali ed internazionali. Evidenti i legami del credito locale con la finanza svizzera e francese così come con i capitali tedeschi veicolati dalle banche miste. Chiari i network di una imprenditoria cotoniera in gran parte svizzera e protestante con altre èlite d'affari nazionali (quella milanese su tutte) e con imprese attive sul mercato globale, dagli Stati Uniti all'Egitto; precocemente impegnato nella competizione internazionale anche nel settore automobilistico, mentre da subito è al centro di interessi stranieri anche la nascente industria elettrica.

Tutto questo è contenuto in un curato cd-rom prodotto dalla Provincia di Torino con il contributo della Fondazione CRT e disponibile presso il CESEDI. Paride Rugafiori, Chiara Ottaviano e Ivan Balbo hanno effettuato la ricerca e realizzato una banca dati molto ricca, con 16000 documenti, 6500 imprese, 17000 operatori economici.
Riferimento www.cliomediaofficina.it

martedì 24 giugno 2008

Tocca ai giovani

Davvero la conclusione della terza riunione dell’Assemblea Costituente Nazionale si è conclusa con più domande di quante risposte abbia dato.
Innanzitutto è davvero cominciato il dopo Veltroni? O comunque si è avviata la preparazione della sostituzione? Di sicuro è difficile andare avanti così e il lancio del tesseramento avviene in un clima di sfiducia che attraversa tutto il corpo dei militanti del Pd.
Sono convinto che non serve ora un congresso. Si passerebbe subito dal cosa pensi al con chi stai . Ma certo non manca la sensazione che la sconfitta elettorale abbia aperto più di un dubbio sulla “linea”. Io penso che noi abbiamo perso ma su una linea giusta , per questo non serve il congresso. Se invece si pensa che si debba cambiare anche la linea allora cambia tutto…..

Ci vuole una conferenza programmatica che ci attrezzi per le elezioni europee del giugno prossimo e il voto amministrativo che vedrà coinvolti 5000 comuni e 70 province.

Da quel risultato potrà ripartire il PD e fare il primo congresso su opzioni politiche e proposte programmatiche.

Dopo Veltroni lascerà? Ecco tornare la questione del ricambio generazionale….ancora una volta presentata come una possibile concessione. Ha ragione Chiamparino: la direzione la si conquista su proposte politiche. Ma anche vero che davvero i fondatori del PD hanno un compito che è quello di preparare un partito per questo secolo e per i giovani e, quindi, agevolare l’assunzione di responsabilità da parte delle giovani leve.

Comunque ancora una volta Sergio Chiamparino lancia una sfida giusta, opportuna per chi vuole che il suo partito si prepari al ricambio, anche al dopo Chiamparino.

Credo che questa questione se venisse raccolta potrebbe essere il vero motore per superare lo stallo del 14 ottobre che ormai non è solo più regionale, ma sta assalendo il PD che appare sempre più bloccato da veti ormai quasi su tutto.

I quarantenni e i trentenni diano un segno di vita, si organizzino al di là delle appartenenze di area e si ritrovino al più presto.

Io ho 47 anni e sono stato l’ultimo segretario della Federazione DS convinto che si smettesse di essere ex e insieme ai nuovi arrivi si desse vita ad moderno partito. Non ho perso questa speranza perché è una necessità, ma i cittadini non possono più aspettare.

Forse è proprio ora che i più giovani si facciano sentire e vedere

Prepariamo un appuntamento per metà luglio? Chi è d’accordo lo faccia sapere……

martedì 17 giugno 2008

Clinica della Memoria

C'è uno spiraglio per la Clinica della memoria, la struttura ospedaliera per la ricerca e la cura del morbo di Alzheimer costruita in piazza Pertini, a Paradiso, dalla fondazione San Secondo e ferma da tre anni per mancanza di un gestore. Sembrerebbero ormai in dirittura d'arrivo, infatti, le trattative con l'Istituto dermopatico italiano, che finalmente potrà accollarsi la gestione. . Il tutto costerà alla fondazione almeno altri 10 milioni di euro: una cifra uguale a quella già spesa finora.Tutte queste considerazioni sono state espresse giovedì sera nella riunione che si è tenuta proprio all'interno della clinica, nell'auditorium aperto al pubblico in via straordinaria. A organizzare l'iniziativa è stata la neonata associazione "Collegno nel cuore", presieduta da Francesco Cianci, che fa un appello: . Appello a cui risponde presente, a nome della Regione, il consigliere regionale del Pd Nino Boeti: . Infine, il capogruppo comunale del Pd Bartolomeo Valentino chiede che la struttura possa essere maggiormente integrato nel tessuto cittadino: È una struttura tanto grande da poter ospitare anche ambulatori, medici di base, sportelli dell'Asl. Inoltre, può portare una ricaduta positiva in termini occupazionali.

giovedì 12 giugno 2008

La destra vuole privatizzare la scuola pubblica?

LA DESTRA VUOLE PRIVATIZZARE LA SCUOLA PUBBLICA?

Il ministro tace ma i suoi progetti sarebbero nella stessa direzione.

Come in un casalingo film horror – a volte tornano. Valentina Aprea, responsabile scuola di Forza Italia e presidente della Commissione Cultura della Camera, ha tirato fuori un disegno di legge molto simile a quello che era stato esaminato in commissione durante il precedente governo Berlusconi. In quella circostanza firmatari, assieme all’Aprea, erano stati Bondi, Bonaiuti, Adornato, Cicchitto. “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti” è il titolo del ddl, che al momento è stato assegnato in sede referente alla VII commissione. Nel testo si concretizzano tutti i timori che una parte degli insegnanti aveva prima delle elezioni; è un’idea di scuola - e soprattutto una direzione di marcia verso una riforma della scuola - completamente opposte a quelle che avremmo auspicato.
Alcuni dei mutamenti più significativi: le scuole verranno trasformate in fondazioni (ma ricordiamo che la proposta era già contenuta nel decreto Bersani del 2007). Per quanto riguarda gli organi collegiali, consigli di circolo e consigli d’istituto spariranno, sostituiti da consigli di amministrazione, in cui saranno presenti anche “rappresentanti dell’ente tenuto per legge alla fornitura dei locali della scuola ed esperti esterni, scelti in ambito educativo, tecnico e gestionale”. Per quanto riguarda i docenti, si configura un’ulteriore rivoluzione: saranno istituiti albi regionali; la carriera sarà articolata in tre livelli (iniziale, ordinario ed esperto); l’aumento stipendiale, oltre che dall’anzianità, sarà determinato dall’appartenenza al singolo livello e a selezioni interne. Si diventa docente ordinario con concorso per soli titoli; esperto con concorso per titoli ed esami. Ciascun istituto potrà bandire autonomamente concorsi per reclutare il personale docente: niente più maxi concorsi e graduatorie. La formazione iniziale dei docenti prevede la laurea magistrale abilitante a un anno di “inserimento formativo al lavoro” presso una scuola. Infine, spariranno le Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) e per i docenti verrà istituita una specifica area contrattuale.
Il silenzio di Mariastella Gelmini, probabilmente, non è sintomo di riflessività e di volontà di appropriarsi di una materia che le è del tutto sconosciuta. Il ministro è comunque intervenuto sulla questione dei debiti scolastici, con una nota ambigua, che lascia aperto il campo alle più diverse interpretazioni, che getterà le scuole in un ulteriore caos, nel caso facilmente ascrivibile, però, al ministro Fioroni, autore originario del provvedimento. Il silenzio è più ragionevolmente dovuto al fatto che nel ddl di Aprea si configurano le pù rosee previsioni della proposta di legge, a firma della stessa Gelmini, del febbraio scorso. L’attacco dei “falchi” – Brunetta e Aprea – condito da una insperata, sovrabbondante dose di mercato e di liberalismo d’assalto, rischia di far impallidire persino la proposta Gelmini. Che colomba non è, considerati i suoi trascorsi. Ma che attende che i colleghi panzer da sfondamento le spianino la strada per completare l’opera.
Se dovesse passare, il ddl di Valentina Aprea porterebbe una vera e propria rivoluzione nell’istruzione. In un senso che crea un esplicito e pericoloso accostamento tra scuola e azienda; in cui la concorrenza avrà una funzione fondamentale; in cui al principio della partecipazione si sostituisce quello del soddisfacimento di esigenze e bisogni individuali dell’ ”utenza” (i genitori più volte evocati); in cui la logica del profitto - sotto l’imprimatur dei termini “efficacia”, “efficienza” e “modernità”, buoni ormai per ogni stagione – si sostituisce alle logiche dell’art. 33 e 34 della Costituzione; in cui si sottolinea che la “sfida” è quella di riallocare le risorse finanziarie destinate all’istruzione partendo dalla libertà di scelta delle famiglie, secondo i principi che le risorse seguono l’alunno (“fair founding follows the pupil”). Principio – ci ricorda l’Aprea - affermato dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, ma che nel nostro Paese, si può starne certi, rappresenterà una risposta all’ “emergenza educativa” denunciata da Benedetto XVI e alla conseguente richiesta di finanziamento delle scuole cattoliche. Attraverso l’abolizione dei concorsi pubblici, inoltre, ciascuna scuola potrà reclutare il personale, secondo criteri che violeranno i principi di uguaglianza e di pari opportunità: la scuola - sotto la competenza regionale - darà carta bianca, come ampiamente previsto, ai principi secessionisti. Senza parlare del fatto che la regionalizzazione porterebbe all’assenza di docenti al Nord, a un esubero al Sud – con fondi minimali – oltre a violare il principio della libera circolazione dei lavoratori. E poi quello che il ddl inserisce sotto la dizione “stato giuridico degli insegnanti” (un problema reale, al quale pure sarà necessario mettere mano con modalità e intenti diversi) è sottoposto ad una serie di punti interrogativi, alee, arbitri. Pericolosissimi.

venerdì 16 maggio 2008

campionato del cappuccino

ISTRUZIONE A TORINO LA SFIDA TRA I GIOVANI “CAMPIONI DEL CAPPUCCINO”
Sfida …. all’ultimo cappuccino stamani nella sede dell’ENGIM “Artigianelli” di corso Palestro a Torino, dove, con il patrocinio della Provincia si è tenuta la seconda edizione del Campionato scolastico del cappuccino, rivolto ai giovani allievi degli Istituti alberghieri e dei Centri di formazione professionale operanti nel settore della ristorazione. L’iniziativa dell’ENGIM (Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo) consente agli allievi più meritevoli e capaci di esibirsi, appunto, nella preparazione della bevanda preferita dai torinesi al momento di iniziare una giornata di lavoro. Molto severo e approfondito il giudizio della giuria di esperti, che hanno valutato nei minimi dettagli la preparazione: il modo di usare la macchina per il caffè espresso, il riscaldamento e la temperatura del latte, la consistenza della crema e l’aspetto del cappuccino. Alla competizione erano iscritti allievi degli istituti: Engim di Torino, CFIQ di Pinerolo, Centro formazione professionale “Immaginazione e lavoro” di Torino, Centro formazione professionale Formont -La Mandria di Venaria Reale, Csea Ferdinando Prat di Ivrea, Istituto alberghiero Colombatto di Torino, Istituto di istruzione superiore Beccari di Torino, Ial di Arona, Cnos di San Benigno Canavese. Due le categorie in cui erano suddivisi i concorrenti: Junior (ragazzi nati nel 1992 e 1993) e Senior (1989-1991). I vincitori della competizione sono l’allievo dell’ENGIM Simone Lomonaco (categoria Junior) e Maurizio Triveri del Cfp Immaginazione e lavoro di Torino (Senior). L’ENGIM, il Centro formazione professionale “Immaginazione e Lavoro” e il “Colombatto” di Torino si sono classificati ai primi tre posti della classifica per istituti. Alla manifestazione erano presenti ed hanno portato il saluto ed il plauso della Provincia il Presidente Saitta e l’Assessore all’Istruzione, Umberto D’Ottavio. Saitta, congratulandosi con i giovani concorrenti, ha richiamato l’importanza ai fini dell’attrattività turistica del territorio della qualità della ristorazione e del servizio dei locali pubblici come i bar. Per saperne di più: www.campionatodelcappuccino.it

sabato 3 maggio 2008

evitare altre Orbassano per il PD

Dopo la dura sconfitta di Orbassano per il Partito Democratico è necessario aprire una “larga riflessione”. Gli spunti sono molti, qui mi limito ai tre principali per me. Il sindaco alla fine del primo mandato deve essere per forza candidato? Ha senso dopo questa esperienza riflettere sulla vocazione maggioritaria del Partito Democratico? Come procede la costruzione del PD a livello locale, cioè rappresenta davvero una novità o si tratta davvero di fusione fredda?

Parto dall’ultima domanda. Siamo solo ad un anno dai congressi di DS e DL che decisero di aprire la fase costituente del Partito Democratico. Una decisione piena di consapevolezza sulla mutata percezione della politica da parte degli italiani, ma asunta durante una esperienza di governo che solo Prodi non vedeva appesa ad un filo e che ha fatto del risanamento la sua bandiera mentre la caduta del potere d’acquisto precipitava. Una esperienza finita del peggiore dei modi con una maggioranza che si è suicidata. Tutto questo per dire che forse non abbiamo avuto il tempo di fare il processo di nascita del PD come avremmo voluto e dovuto. Diciamo allora che il voto del 13 e 14 aprile è stato fortemente condizionato da una rincorsa per la quale non eravamo ancora pronti, ma soprattutto non è emerso ancora tutto il potenziale di novità contenuto nell’idea di Partito Democratico. Infatti se rileggiamo le motivazioni che hanno portato alla nascita del PD ritroviamo anche le ragioni della sconfitta elettorale. Cioè, secondo me, abbiamo perso su una linea giusta e guai a noi se emergono tentazioni di un ritorno indietro. I ponti sono stati tagliati e dobbiamo costruirne nuovi ma in avanti non indietro.

Sulle alleanze dobbiamo essere chiari. L’espressione “andare da soli” è una sciocchezza e invita tutti gli altri a unirsi contro. Dobbiamo cercare di essere più concreti sui programmi e unire il più possibile su progetti e proposte. Una forza di governo sa misurare le proprie potenzialità e non ci si candida per andare all’opposizione. Si può presumere di farcela da soli, ma il PD più che la vocazione maggioritaria è bene che coltivi la vocazione unitaria nell’interesse del Paese e delle comunità locali.

Infine, non credo possa essere obbligatorio ricandidare un sindaco alla fine del primo mandato, anzi, devono essere obbligatorie le primarie, anche per rafforzare le candidature meritorie. Per Orbassano sarebbe bugiardo non ricordare che dubbi sulla candidatura di Marroni c’erano. Non è però emersa una candidatura alternativa. Per questo non è giusto dire che ha perso Marroni, ma ha perso il PD e il suo gruppo dirigente che ora è bene riparta con umiltà dall’opposizione. Ma sono convinto che si poteva evitare così come è necessario evitare che l’anno prossimo ci siano altre Orbassano per il centro sinistra della provincia di Torino.

Ad un anno dalle prossime elezioni nei comuni dovrebbero essere proprio i sindaci ad essere promotori di una valutazione preventiva insieme con il partito e con i cittadini e comunque dobbiamo lavorare per una riscossa che non può che partire proprio da qui. Da questa area che si aspetta molto dal PD e che non ha ceduto alla moda del “tanto sono tutti uguali”. Ma è proprio quello che dobbiamo dimostrare……

martedì 15 aprile 2008

dibattito sul risultato elettorale

Apriamo un dibattito sul risultato elettorale, per farlo conviene metterci d'accordo prima sulle domande e poi verificare se diamo le stesse risposte.

Ne propongo alcune:

1) Il Partito Democratico ha perso le elezioni? Secondo me sì, infatti Veltroni ha riconsciuto la vittoria di Berlusconi e gli ha fatto gli auguri di buon governo nel nome dell'Italia.

2) Quali elettori rappresenta il Partito Democratico? Secondo in maniera marcata è il partito del lavoro, delle grandi aree urbane e dei ceti produttivi.....

3) Cosa deve fare il PD per vincere le prossime elezioni? Giustificando così il poco tempo a disposizione questa volta, ma senza nascondere gli errori fatti o quelli che si potevano o si potrebbero evitare la prossima volta......

4) Andremo ancora da soli? cioè saremo mai autosufficenti per vincere....e con chi ci dobbiamo alleare altrimenti.......

5) Siamo un partito di sinistra, di centro sinistra o che cosa? A giudicare dal risultato siamo più di sinistra che di centro, ma hanno ancora senso queste definizioni oppure il nostro problema e quello di altri è proprio di avere giocato con le autodefinizioni per poi scoprire che agli elettori non interessano più.....

6) Cosa fare a livello locale? Non c'è una formula, dobbiamo lavorare sul nostro radicamento e cercare convergenze sui programmi.....

venerdì 11 aprile 2008

Le mie previsioni.......

Alla fine della campagna elettorale mi sento,quasi per gioco, di fare queste previsioni per il voto del 13 e 14 aprile per quanto riguarda il Partito Democratico.

COLLEGNO 42,5 %

PROVINCIA DI TORINO (Circoscrizione Piemonte 1) 36 %

PIEMONTE (Circ. 1 + Circ. 2 ) 32 %

ITALIA ( Alla Camera) 33,5 %

Non so se questi risultati basteranno per vincere, ma confido sul recupero degli incerti "di sinistra" e sulla frammentazione del voto di centro destra

martedì 1 aprile 2008

solo un anno fa

Un anno fa, il primo aprile, si concluse l’ultimo congresso dei Democratici di Sinistra della Federazione di Torino.

In quella occasione fui eletto Segretario con il sostegno della “mozione Fassino” che aveva ottenuto quasi il 75% dei voti nei congressi di sezione che si svolsero dalla fine di febbraio alla metà di marzo. Non parteciparono al voto i delegati della “mozione Mussi” e votarono scheda bianca quelli della “mozione Angius”.

Il congresso vide uno scontro aperto e appassionato sulla proposta di dare vita al Partito Democratico. Non mancarono anche i tentativi di mediazione come quello di prevedere un nuovo congresso DS alla fine del percorso costituente oppure l’idea di sottoporre a referendum fra i futuri iscritti al PD l’adesione all’Internazionale Socialista e al Partito del Socialismo europeo. Ovviamente non mancò una riflessione sulla laicità possibile nel nuovo partito. Comunque a tutti era chiara la svolta e la decisione dei “mussiani” di dare vita a Sinistra Democratica “come associazione” rappresentò fin da subito una scissione senza ritorno. Così come senza ritorno sembrava la scelta del PD anche se si aggiungeva “da costituirsi entro le elezioni europee del 2009”.

I congressi nazionali di DS e DL, ma soprattutto il risultato elettorale delle elezioni amministrative della primavera 2007 convinsero tutti o quasi della necessità di accelerare. Qualcuno propose di fare le primarie a giugno, poi si decise per il 14 ottobre e si valutò che avrebbero avuto più partecipazione se fossero servite anche ad individuare un leader.

Il 27 giugno con il discorso di Torino Walter Veltroni diede la sua disponibilità e non ci fu poco entusiasmo, anzi sembrarono già risolti tutti i problemi…..

Non voglio continuare in una ricostruzione soggettiva di una storia di un solo anno così intenso da meritare ben altri approfondimenti. Mi fa piacere ricordare come in così poco tempo si sia dato vita ad un partito che oggi si presenta per la prima volta alle elezioni e che i sondaggi danno in forte recupero sugli avversari.

Per me è stata ed è una esperienza che sta cercando di dare un nuovo senso alla politica e al suo essere un fatto collettivo….. chissà tra un anno cosa diremo


Umberto D’OTTAVIO

martedì 25 marzo 2008

1° aprile pausa aperitivo

" Se fossi eletto in Parlmento che cosa faresti?"

Sembra proprio che questa campagna elettorale sia troppo lontana dai cittadini, soprattutto per questa brutta legge elettorale.

Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere ad un campione di 1000 cittadini quali sono secondo loro le priorità per impegnarci a superare questa distanza:

La domanda rivolta è : " Se tu fossi eletto in Parlamento quali sono le prime tre cose che faresti?"

Presenteremo i risultati MARTEDI' 1° APRILE alle ore 18
in piazza CARLINA (davanti al ristorante La Badessa)


Per questo ti invitiamo ad una "pausa-aperitivo"

Saranno presenti i candidati Anna Rossomando e Umberto D'Ottavio

Organizzazione a cura di Andrea Appiano, Pino Catizone, Matteo Francavilla