giovedì 26 marzo 2009

Linea 1 della Metropolitana

metropolitana scrive stefano esposito

Quest’oggi durante l’audizione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli da parte delle Commissioni VIII e IX della Camera dei Deputati, relativamente alla Delibera CIPE del 6 marzo, che contempla tutti gli interventi e le opere finanziate dallo Stato, i deputati del PD Stefano ESPOSITO e Mario LOVELLI verificavano alla voce “reti di trasporto e sistemi metropolitani” l’assenza del finanziamento per il prolungamento della Linea metropolitana 1 da Lingotto a piazza Bengasi e da Collegno a Rivoli.

L’On. Stefano ESPOSITO ha richiesto un esplicito chiarimento sul punto al Ministro Matteoli, il quale ha confermato che per l’anno 2009 non sono previsti finanziamenti per queste due opere.

“La scelta del Governo è di inaudita gravità - hanno commentato i Deputati Stefano ESPOSITO e Mario LOVELLI - e di ciò sono responsabili gli esponenti del centro-destra piemontese, a cominciare da Enzo Ghigo ed Agostino Ghiglia che, quando nei mesi scorsi avevamo denunciato il rischio che Torino potesse venire penalizzata dal Governo, ci accusavano di inventarci cose inesistenti. Quel rischio si è fatto realtà: il Governo non dà soldi a Torino per infrastrutture fondamentali per l’area metropolitana. Oggi finalmente è chiaro da dove arrivano le bugie e le falsità: dal centro-destra di Ghigo e di Ghiglia. I parlamentari piemontesi del PD si opporranno con tutti gli strumenti possibili a questa aggressione nei confronti di Torino e del Piemonte”.

L’On. Stefano ESPOSITO ha annunciato che chiederà al Presidente Antonio Saitta e al Sindaco Sergio Chiamparino di assumere un’iniziativa forte nei confronti del Governo da concordare con i parlamentari del PD.

domenica 22 marzo 2009

Tuttia scuola

Si chiama "Tutti a scuola!", è una guida in italiano, albanese, rumeno, cinese, arabo, spagnolo, peruviano, inglese e francese e serve a illustrare agli studenti stranieri il nostro sistema scolastico dall'asilo nido alla scuola superiore, mettendo a confronto la scuola che frequentavano nel loro paese di provenienza con quella italiana e dando le principali informazioni sulle norme che regolano l’accesso alle istituzioni scolastiche e formative: i documenti necessari per iscriversi alle attività integrative, le modalità di assegnazione alla classe, come fare e dove andare per imparare o migliorare l’italiano, ma anche le informazioni sull’insegnamento della religione cattolica.

La guida, stampata in 6mila copie, verrà distribuita in tutte le scuole di ogni ordine e grado, nelle agenzie formative, nei centri territoriali permanenti (i Ctp che si occupano di formazione e orientamento e sono a disposizione degli stranieri che vogliono imparare o migliorare l'italiano; di chi, anche se straniero, vuole conseguire la licenza media; tutti i giovani tra i 15 e 18 anni che, senza licenza media, intendono frequentare un corso di formazione professionale), nei 13 sportelli dei Centri per l’Impiego, nei Comuni e in tutte le associazioni che si occupano di migrazione.

giovedì 19 marzo 2009

Legautonomie Piemonte propone a tutti i giovani amministratori

Legautonomie Piemonte propone a tutti i giovani amministratori
degli Enti Locali di dare vita ad un network a loro dedicato.


E’ tra i compiti della nostra associazione costituire per gli enti, ma anche per i singoli amministratori un punto di riferimento per lo scambio di informazioni, la realizzazione di incontri tematici e di formazione dedicati a chi è impegnato nella vita delle istituzioni locali.

Per questo presenteremo il 25 marzo alle ore 17 presso la sala Microplex del King Kong di via Po n.21, l’avvio di quella che noi speriamo possa diventare una occasione in più per chi ha assunto o assumerà impegni istituzionali, con particolare attenzione ai più giovani.

Partiremo con un sito appositamente creato e con la gestione di alcuni blog e forum telematici di interesse condiviso, proposti e seguiti da alcuni giovani collaboratori della nostra associazione e, con il contributo di esperti, cercheremo di approfondire quanto può essere utile allo svolgimento della funzione di consigliere comunale o di assessore o sindaco.

Nata all’inizio del ‘900 come Lega dei comuni socialisti, la storia di Legautonomie si è sviluppata negli anni attraverso un dialogo aperto a tutte le forze riformiste e il sostegno al processo di rinnovamento istituzionale fondato sulla valorizzazione delle amministrazioni locali e regionali.

Legautonomie si è sempre caratterizzata per la sua organizzazione federale, articolata sul territorio e tesa al dialogo con le comunità locali. Raccoglie migliaia di enti aderenti in tutta Italia, senza distinzioni fra comuni, province o regioni ed è aperta alle adesioni anche in forma individuale, cioè come singolo amministratore.

Uno dei suoi obiettivi è stato e resta quello di aiutare la crescita di nuove classi dirigenti che nascono dall’esperienza di governo dei comuni e dall’esperienza dell’associazionismo.
Mai come ora, col venir meno del ruolo tradizionale dei partiti e con la crescente esigenza di rinnovamento della classe dirigente, riteniamo nostro compito essere a disposizione dei giovani che già sono amministratori o che vorrebbero diventarlo per offrire loro uno spazio e l’aiuto che ci verrà richiesto per diventare anche dei “bravi” amministratori in grado di rinnovare, non solo anagraficamente, il governo della Pubblica Amministrazione.

Noi da qui vogliamo partire: dal coinvolgimento, anche solo virtuale, dei singoli giovani amministratori che decidono di dedicare un po’ del loro tempo allo scambio con altri amministratori che magari condividono le stesse difficoltà o che hanno realizzato diverse esperienze.

La nostra Associazione vuole aprire ai giovani e offrire loro un punto di riferimento.

Vi aspettiamo

Il Presidente
Umberto D’Ottavio

martedì 17 marzo 2009

PER 2342 LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO RIMASTI SENZA CONTRATTO LA PROVINCIA OFFRE DUE MESI DI SOSTEGNO ECONOMICO

PER 2342 LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO RIMASTI SENZA CONTRATTO LA PROVINCIA OFFRE DUE MESI DI SOSTEGNO ECONOMICO
Per 2342 lavoratori a tempo determinato rimasti senza contratto e iscritti ai Centri per l’Impiego del territorio, la Provincia di Torino gioca d’anticipo sulla manovra Stato-Regioni e mette a disposizione fondi residui per 4 milioni di euro. A giorni, i 2342 riceveranno una lettera in cui il Centro per l’impiego di zona della Provincia di Torino li informerà che è a loro disposizione un assegno di 530 euro per due mesi se accetteranno di partecipare ad un corso di formazione: di questi lavoratori in crisi, 1114 sono iscritti al Centro per l’Impiego di Torino, 67 a Venaria, 84 a Susa, 72 a Settimo, 113 a Rivoli, 145 a Pinerolo, 113 ad Orbassano, 160 a Moncalieir, 127 a Ivrea, 95 aCuorgnè, 84 a Ciriè, 78 a Chivasso e 90 a Chieri. “E’ un segnale piccolo, ma decisamente concreto – spiega il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta – che la mia Giunta questa mattina ha voluto dare: i 4 milioni di euro sono risorse europee che sarebbero tornate in un fondo complessivo destinato ad interventi scontro la crisi, ma ci è sembrato giusto anticipare qualcosa per una categoria rimasta senza alcun ammortizzatore sociale, quella dei lavoratori a tempo determinato”. “Abbiamo informato della nostra decisione i sindacati e le parti datoriali – spiega l’assessore provinciale alla Formazione professionale Umberto D’Ottavio – e gli uffici sono al lavoro:entro giugno i corsi di formazione che ci consentiranno di erogare le due mensilità di sostegno ai 2342 lavoratori dovranno essere già completati”.

mercoledì 11 marzo 2009

I diplomati scelgono Università e Poli ma il lavoro è un sogno

I diplomati scelgono
Università e Poli
ma il lavoro è un sogno

MARIA TERESA MARTINENGO
la stampa 11 marzo 2009

È un’altra possibile chiave di valutazione delle scuole quella che l’assessorato all’Istruzione della Provincia propone con la ricerca «Diploma+4», fotografia della condizione dei diplomati del 2004 a 4 anni dall’esame di Stato. Ne risulta - su un campione di 1490 giovani - che il 64% prosegue gli studi all’Università o al Politecnico e che, se il 50% non ha mai cercato un lavoro, il 14% è invece di studenti-lavoratori. Un dato in crescita, quel 64% - 5 anni fa proseguiva gli studi il 61% (10 anni fa il 50%) - e di gran lunga superiore alla media nazionale del 50%.
L’indagine, che sarà illustrata domani in un seminario a Torino Incontra (ore 14,30-17), arriva a poche settimane dalla «classifica» delle scuole fatta dalla Fondazione Agnelli sulla base dei risultati degli studenti all’Università. «La valutazione è il tema con cui è indispensabile confrontarsi nella prospettiva di formare giovani che abbiano delle reali chance di riuscita - osserva l’assessore Umberto D’Ottavio -, ma bisogna mettersi d’accordo su che cosa valutare. Con il nostro lavoro cerchiamo di dare una valutazione di sistema». D’Ottavio spiega che «dalla ricerca emerge che la maggioranza considera il diploma una tappa intermedia nel percorso di studio e questo è positivo. Certo, sappiamo anche che solo la metà di chi intraprende studi universitari arriva alla laurea. E che il dato in crescita può anche essere letto come “effetto parcheggio”».
Un aspetto a cui l’assessore guarda con preoccupazione è che «nel gruppo di coloro che proseguono gli studi si divarica la forbice tra chi ha una famiglia con alta scolarità e reddito medio-alto e chi invece non ha condizioni altrettanto favorevoli. In sostanza, il diploma - sempre più diffuso - dovrebbe servire da ascensore sociale, invece non funziona». Anche per questo all’incontro di domani - cui parteciperanno il presidente della Provincia Saitta, il rettore del Politecnico Profumo, il vicerettore dell’Università Poggi, gli assessori Pentenero e Levi, gli esperti di programmazione formativa Sheila Bombardi e Ludovico Albert - è stato invitato l’Ente Diritto allo Studio Universitario. «Oggi, il sostegno economico diventa più che mai importante per consentire pari opportunità».
Visti da vicino, i giovani lavoratori della ricerca (coordinata da Luca Savoja) provengono nel 52% dei casi dagli istituti tecnici e nel 29% dai professionali («coerentemente con il tipo di indirizzo», dice D’Ottavio). Tra i 410 che hanno lasciato gli studi, il 51,1% ha trovato lavoro dopo oltre 24 mesi dal diploma e il 22% dopo 12-24. «Il livello di occupabilità in uscita dalla scuola - sottolinea Sheila Bombardi, dirigente del Servizio programmazione Sistema educativo della Provincia - deve essere oggetto di riflessione. Se certi diplomi si svalutano è perché non servono o servono poco». A proposito: sono 110 su 410 i giovani che contano su un lavoro a tempo indeterminato, 131 sono in apprendistato e i rimanenti fluttuano nella galassia della precarietà. Tra i 410, 103 sono occupati nel commercio/distribuzione, 90 nell’industria, 39 nei servizi alla persona e 35 nella pubblica amministrazione. Il 49% fa un lavoro non coerente con il tipo di studi fatti. La scuola? È apprezzata, ma soprattutto per la crescita personale. L’84% promuove la preparazione dei docenti e l’87% i contenuti delle discipline. Il 65%, invece, boccia le attività di orientamento per le scelte future.