martedì 30 marzo 2010

Risultato elezioni regionali 2010

Su 60 consiglieri 36 vanno
al centrodestra, 22 al centrosinistra
e 2 ai «grillini». Ecco il nuovo consiglio regionale


Con Roberto Cota presidente della Regione Piemonte su 60 consiglieri 36 vanno al centrodestra, 22 al centrosinistra e 2 ai «grillini», Davide Bono, eletto a Torino e provincia e Fabrizio Biolè, eletto a Cuneo. Roberto Cota ha vinto con 1.043.318 voti, pari al 47,32%, contro la presidente uscente Mercedes Bresso che con 1.033.946 voti è arrivata al 46,90%. La differenza è stata di 9.372 voti. La lista Grillo ha ottenuto 90.086 voti.

I seggi di Cota sono 12 del listino più 24 della coalizione (13 Pdl, 9 Lega, Pensionati-Giovine e VerdiVerdi- Lupi); quelli di Mercedes Bresso:1 lei e altri 21 della coalizione (12 Pd, 3 Di Pietro, 2 Udc, 1 ciascuno Insieme per Bresso, Moderati, Rifondazione e Sinistra-Libertà).

Nella suddivisione per provincia a Torino 6 seggi sono Pd, 2 Di Pietro e 1 ciascuno a Moderati, Insieme per Bresso, Udc, Rifondazione e Sinistra-Libertà, 6 Pdl, 3 Lega, 1 ciascuno a Pensionati e VerdiVerdi, 1 a Grillo. Ad Alessandria: 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; ad Asti 1 Pdl e 1 Pd; a Biella 1 Pdl e 1 Pd; a Cuneo 2 alla Lega, 1 Pdl ,1 Pd, 1 Udc, 1 Di Pietro, 1 Grillo; a Novara: 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; nel Verbano-Cusio-Ossola 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; a Vercelli 1 Pdl, 1 Lega.

Gli eletti della lista regionale sono: Elena Maccanti, Daniele Cantore, Alberto Cortopassi, Rosa Anna Costa, Michele Marinello, Angiolino Mastrullo, Massimiliano Motta, Roberto Rosso, Carla Spagnuolo, Cristiano Bussola e Augusta Montaruli. Si aggiunge la candidata del centro-sinistra Mercedes Bresso.

Secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero degli Interni, i candidati eletti nella provincia di Torino sono: del Popolo della libertà Barbara Bonino, Angelo Burzi, Fabrizio Comba, Michele Coppola, Caterina Ferrero e Claudia Porchietto; della Lega Nord Mario Carossa, Gianfranco Novaro, Antonello Angeleri; del Partito Democratico Davide Gariglio, Roberto Placido, Giovanna Pentenero, Nino Boeti, Mauro Laus, Stefano Lepri; del Movimento 5 stelle Davide Bono; dei Moderati per Bresso Michele Dell’Utri; di Rifondazione Comunista Eleonora Artesio; di Sinistra Ecologia e Libertà Monica Cerutti; dell’Italia dei Valori Andrea Buquicchio, Luigi Cursio; di Insieme per Bresso Andrea Stara; dell’Unione di Centro Alberto Goffi; dei Verdi-Verdi Maurizio Lupi; del Partito Pensionati per Cota Michele Giovine.

Gli eletti nella provincia di Cuneo risultano essere Fabrizio Biolè (Movimento 5 stelle); Mino Taricco (Pd);Tullio Ponso (Italia dei Valori); Federico Gregorio e Claudio Sacchetto (Lega Nord); Giovanni Negro (Unione di Centro); Alberto Cirio (Popolo della libertà). Nella provincia di Asti ce l’hanno fatta Angela Motta (Pd) e Rosanna Valle (Popolo della libertà). Nell’Alessandrino Ugo Cavallera (Popolo della Libertà), Riccardo Molinari (Lega NOrd), Rocco Muliere (Pd). Gli eletti nella provincia di Vercelli Luca Pedrale (Popolo della Libertà) e Gianluca Buonanno (Lega Nord). A Novara si sono affermati Mimmo La Rocca (Popolo della Libertà), Massimo Giordano (Lega Nord) e Giuliana Manica (Pd). Nel Verbano-Cusio-Ossola Valerio Cattaneo (Popolo della libertà), Michele Marinello (Lega Nord), Aldo Reschigna (Pd). Infine a Biella Lorenzo Leardi (Popolo della libertà) e Gianni Ronzani (Pd)

giovedì 25 marzo 2010

Presentata la ricerca "quale lavoro"

Presentata "quale lavoro"

Articolo di M.T. Martinengo su "la stampa" 25/03/2010

"Si potrebbe definirli «lavori a cinque stelle», attività assai richieste dalle imprese di cui, per contro, scarseggiano gli addetti. Qualche esempio? I progettisti meccanici nel settore aerospaziale, i cuochi, i tecnici che sovrintendono all’allestimento degli scaffali e dei percorsi nei supermercati. L’elenco è lungo e molto interessante: vi rientrano i tecnici di conduzione dei cantieri ma anche i carpentieri/ferraioli edili, i web designer, i progettisti di prodotti editoriali come quelli di impianti fotovoltaici, gli stampisti nel campo delle materie plastiche.
È un assaggio delle più interessanti «tendenze della domanda di professionalità» rilevati dall’indagine «Quale lavoro?» realizzata nell’ambito del progetto Rif, Rete Indagine Fabbisogni, promosso e realizzato dalla Provincia di Torino con le altre province piemontesi e la Regione. La finalità è di individuare e analizzare i fabbisogni professionali e di competenze da parte delle imprese. Naturalmente, lo studio evidenzia anche le figure professionali che stanno uscendo di scena. I magazzinieri, per esempio, sempre meno richiesti in tutti i settori.
«È uno strumento in più a disposizione delle famiglie e della “comunità” di oltre 500 docenti orientatori di medie e superiori che abbiamo costituito e che aiuta i ragazzi a scegliere gli studi», spiega l’assessore provinciale all’Istruzione Umberto D’Ottavio che ieri ha presentato la pubblicazione agli insegnanti. E aggiunge: «Tutto ciò che si può fare per evitare lo “spreco” di una scelta sbagliata, che può portare a una bocciatura e al rischio di dispersione scolastica, deve essere fatto. Negli ultimi 5 anni la dispersione è diminuita, ma non siamo ancora contenti».
La ricerca, che offre «informazioni scientifiche» frutto di 3000 interviste in tutto il Piemonte a responsabili di aziende, esperti di mercato del lavoro, sindacati ed enti locali, ha preso in considerazione 19 settori economici. «I profili professionali che compaiono sono i più vari - spiega Sheila Bombardi che per l’assessorato all’Istruzione ha seguito il cammino del progetto Rif - e fanno riferimento a percorsi di studio che vanno dalla formazione professionale al master: qui non c’è ancora l’obiettivo di indicare quali corsi siano i migliori per prepararsi». Quell’obiettivo sarà la tappa successiva di un’analisi che vuole diventare sempre più accurata e utile.
I tempi non permettono, quest’anno, di aggiungere i contenuti dello studio alle informazioni raccolte in vista della scelta della scuola superiore. Ma considerarli servirà comunque anche perché - è il caso di vari istituti tecnici e professionali - le scelte «specialistiche» non avvengono al primo anno. «Un ragazzo che deve prendere delle decisioni al termine di un ciclo scolastico è chiamato a fare i conti più o meno consapevolmente - ricorda D’Ottavio - con più variabili: le proprie attitudini e i propri interessi, le opportunità di prosecuzione degli studi, gli sbocchi professionali, il mercato del lavoro. Orientarsi non è facile». Ai ragazzi attratti da un settore lavorativo la ricerca indica chiaramente la presenza di addetti e il livello di richiesta delle imprese (da «interesse marginale» espresso con una stella, a «interesse elevato» espresso con cinque). Sono poi forniti i dati relativi all’occupazione nelle diverse province per ciascuno dei 19 settori. La pubblicazione è scaricabile dal sito www.riftorino.it (all’indirizzo e-mail rif@provincia.torino.it docenti e famiglie possono rivolgere tutte le domande che desiderano).

martedì 23 marzo 2010

Avanti Piemonte !!

AVANTI PIEMONTE!!


"Vogliamo essere un grande partito popolare fondato sul lavoro, perché questo è il tema numero uno per gli italiani, inteso nel suo significato più ampio". Così il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, rilancia intervenendo alla manifestazione 'Per un lavoro decente' promossa a Torino a sostegno della candidata alla presidenza del Piemonte, Mercedes Bresso, la vera priorità di questa campagna elettorale.

"Noi stiamo facendo ogni sforzo per riportare la politica con i piedi per terra - ha ribadito Bersani - il tema numero uno per gli italiani si chiama lavoro: lavoro dipendente, lavoro degli autonomi, dei professionisti, dei piccoli imprenditori che sono in grave difficoltà e noi è su questo che vogliamo portare i riflettori".

"Già in questa campagna elettorale, regione per regione - ha proseguito il leader del Pd - abbiamo segnalato la nostra priorià: lavoro e grandi temi sociali, sanità, scuola, tematiche che devono essere messe insieme ai temi dell'onestà, della sobrietà della politica, alle regole che devono essere rispettate. Questa è la nostra chiave e penso che sarà vincente".

Giorno dopo giorno avanti con coerenza, mentre "abbiamo un presidente surfista che passa da una balla a un'altra come da onda a onda: ne casca giù una e ne tira su un'altra. Prima o poi però la sabbia arriva”. Bersani proprio da Torino attacca la politica degli annunci di PDL e Lega: “Hanno governato sette anni su nove, ma cosa hanno fatto se non dare colpa agli altri? Cosa li paghiamo a fare se non risolvono un problema? Berlusconi - sottolinea Bersani - ha vissuto con una tecnica comunicativa fatta di promesse e si affretta a cambiare le regole perché il consenso potrebbe non esserci in futuro - ha detto riferendosi alle ipotesi dell'elezione diretta del presidente della Repubblica - Vedo titoli a nove colonne sulle uscite estemporanee del nostro presidente del Consiglio. Spero che non proponga la monarchia! Certo, sta facendo una campagna elettorale come ha sempre fatto. Potremmo addirittura scrivergliela noi…con lui, Silvio, al centro dell'universo. E poi l'amore sì - ha detto il leader del Pd dopo che un militante dal pubblico ha urlato "e poi c'è l'amore! - l'amore ma digrignando i denti. E' nervoso, dice amore ma capisci un'altra cosa. Comunque noi - ha concluso Bersani - lo combattiamo e lo combatteremo. Prendiamolo anche un po' di sbieco, perché lui non può parlare al futuro del paese ma noi si. Dobbiamo solo sorvegliare che nel suo tramonto non produca danni”.

Poi Bersani non rinuncia a una battuta diretta a Tremonti: “Giulio tranquillizzati, per me un'Italia con un altro ministro del Tesoro è già un'altra Italia, non ho bisogno di rifarla da capo" ha detto dal palco del Palaisozaki replicando al ministro dell'economia che ieri, sempre da Torino, ci aveva definito stalinisti perché sui manifesti elettorali c’è lo slogan un'altra Italia.
Slogan che è entrato nella testa di Tremonti visto che l’ha citato anche nel dibattito sull’economia in parlamento, così YouDem ci ha realizzato uno spot! Un 'endorsement' che avrebbe del clamoroso, se non fosse solo l'ironico montaggio di una frase di Giulio Tremonti trasformato in involontario 'testimonial' di Pier Luigi Bersani, in uno dei nuovi spot Pd per le regionali.
In appena 50 secondi, ecco scorrere i principali manifesti per la campagna elettorale e poi uno spezzone di immagini dal circuito chiuso di Montecitorio, seduta del 17 marzo di quest'anno. Giusto il tempo per far dire al ministro dell'Economia, dal suo scranno al banco del governo, in Aula, "onorevole Bersani, sui vostri manifesti e' annunciato 'in poche parole, un'altra Italia'". Subito dopo ricompare il manifesto con la foto del leader Pd ma stavolta il fumetto su sfondo giallo che esce dalle sua labbra è un sardonico "se lo dice anche lui!". Un volutamente ironico "Anche Tremonti vota Pd".
E la campagna elettorale ha galvanizzato Bersani: “Siamo arrivati in questa campagna elettorale ad una situazione un po' diversa da quella che poteva immaginare la destra qualche mese fa. La destra pensava di chiuderci dentro la nostra riserva indiana e di avere tre anni per fare quello che ha in testa e che a noi non piace. Invece siamo qui, con un partito democratico capaci di misurarsi. Il Pd è capace di dimostrare quel che a volte non ci ricordiamo. Che noi siamo più uniti di quel che ci diciamo. Abbiamo molti difettucci - ha detto ancora Bersani - qualcuno dovremmo correggerlo con pazienza, ma noi discuteremo sempre all'aria aperta del nostro futuro. Noi combattiamo e combatteremo perché abbiamo gli stessi ideali e gli stessi valori. Gli altri sono più divisi di noi perché i partiti non li fa sul predellino. Lo dimostra il fatto che loro alla prima curva si sono ribaltati, con le liste regionali, facendo figuracce invereconde con quello là che va a prendere il panino, alle ore 12. E poi devono farsi il decreto su misura".

E a proposito di decreti Bersani, già ministro dell’Industria, boccia il decreto incentivi appena varato: un vero pasticcio fatto di coriandoli per 16 settori industriali coinvolti. Perché? Per il fatto che “300 milioni sono pochi, pari a un decimo di quanto speso per l'Alitalia. E poi vanno divisi tra settori che vanno dai tricicli - ha detto ironicamente - agli aerei supersonici quindi con quantità irrisorie. Ma ciò che più conta - ha sottolineato - è la tecnica di gestione che non solo non darà vantaggi ma creerà dei danni. Sono mesi che li annunciano in quei settori che sono quindi fermi perché la gente li aspetta. Il sistema telematico farà sì che chi arriva prima meglio alloggia e chi arriva dopo, arrivederci. Ma al di là dei consumatori, come fa un'impresa a ragionare su un orizzonte di dieci giorni? Un'impresa deve ragionare su un arco temporale di almeno sei mesi, un anno. Qui è come con le liste, siamo in mano a della gente che non maneggia gli attrezzi del mestiere”.

Proprio in Piemonte, dove la Bresso ha per avversario Roberto Cota (il leghista che non consoce i confini del Piemonte) il segretario del PD attacca la Lega: “Non può fare tutte le parti nella commedia. Avranno anche governato con passione in passato, ma oggi loro tengon su il miliardario. Non sono un partito popolare. Se non ci fossero loro il miliardario sarebbe a casa, loro sono determinanti e che adesso si prendano la responsabilità. Fa tristezza vedere un partito nato come antiburocratico e moralizzatore votare quel che ha votato - ha detto Bersani - non glielo facciamo più fare quel gioco lì, che noi siamo gli snob e loro son popolari. Loro non hanno inventato niente. I leghisti sono bravi a fare i federalisti nei week end ma poi si trovano benissimo in settimana a Roma a regger tutta la baracca".

"Un giorno quando ero ministro - ha raccontato il segretario Pd - ero a Mantova a parlare in un convegno sul Po. Avevo fatto un piano per il Po di 180 milioni di euro, un progetto unitario con gli enti locali. Poi sono arrivati i padani e li han tirati via, non ci sono più. Ma io dico ma quante ampolle compri con 180 milioni di euro?". E Bersani dopo aver attaccato il Carroccio ci ha tenuto a distinguersi: “No a chi vuol mettere il Pd nel mucchio della politica che fa frastuono, ed è litigiosa. Adesso viene fuori da parte delle forze sociali principali e dei commentatori, che non se la sentono più di alzare il pungolo contro Berlusconi, un'altra serie, quella che la politica fa frastuono, e' litigiosa. Ma lo dicono a noi? Io non ci sto, io non intendo che il nostro partito venga messo nel mucchio di questi difetti. Non siamo stati noi ad occuparci di processi brevi, di legittimi impedimenti, di Protezione civile Spa. E non accetto neanche che si dimentichi che abbiamo un governo che pur avendo cento voti di maggioranza in Parlamento ha fatto 30 voti di fiducia, 58 decreti, 200 ordinanze in deroga. Di questo ne risponde lui e non noi. Non ci sto - conclude Bersani - e non dobbiamo starci a questi discorsi qui, chiunque li faccia, amico o meno amico".

Di certo se abitasse in Piemonte Bersani voterebbe Merceds Bresso (che il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino definisce “il nostro centravanti di sfondamento”) e stamattina ha firmato l’appello “Normalmente straordinari” promosso da centinaia di giovani per la rielezione della candidata del PD a Presidente del Piemonte. Normalmente straordinari è il progetto di ragazze e ragazzi che in Piemonte studiano, lavorano, faticano, si impegnano e stanno viaggiando verso un futuro migliore, e chiedono di possedere gli strumenti per costruirselo, mettendosi in rete e condividendo i loro percorsi. Hanno scritto un patto generazionale, sottoscritto da Mercedes Bresso per il Piemonte, non solo dei prossimi 5 anni, ma a partire da quelli. Un progetto che Bresso si impegna a portare avanti da Presidente della Regione e che da oggi è firmato e sottoscritto anche dal segretario del PD!
Il centrosinistra a Torino e in Piemonte ha governato bene. Avanti dunque per confermare la grande esperienza del centrosinistra, Avanti Piemonte, come sintetizza bene lo slogan della Bresso in questa campagna elettorale.

martedì 9 marzo 2010

11 marzo mobilitazione del PD sulla scuola

LE PROPOSTE DEL PD PER LA SCUOLA
Più investimenti in edilizia scolastica per far crescere i nostri ragazzi in scuole sicure e moderne.
Valorizzare l’autonomia scolastica.
Generalizzare il diritto alla scuola dell’infanzia.
Ampliare l’offerta di scuola a tempo pieno di qualità e ripristinare nel modulo a 30 ore le compresenze degli insegnanti.
Reintrodurre l’obbligo scolastico a 16 anni.
Valorizzare gli insegnanti: lotta al precariato, aggiornamento continuo, retribuzione adeguata, valutazione.
Riformare la scuola superiore valorizzando i saperi tecnici e scientifici, con un biennio unitario e un triennio di indirizzo.
Offrire a tutti pari opportunità di apprendere indipendentemente dalle differenze sociali, dal luogo di nascita, dalla cultura e religione. Una scuola che integra e unisce, non che isola e divide.
Una scuola dove nessuno di senta solo. Capace di aiutare i più deboli e di contrastare l’abbandono scolastico.
Una scuola che esige serietà da parte di chi insegna e di chi apprende.
Una scuola che investe in innovazione e che sa stare al passo con i tempi.
Una scuola che non produce ‘bulli’ ma cresce ‘cittadini’.
Una scuola che crede nei talenti.

venerdì 5 marzo 2010

Istituto di Istruzione Superiore a Collegno

Istituto di Istruzione Superiore a Collegno
Un progetto per la sezione staccata del "Marie Curie" a Villa 6 nel parco Dalla Chiesa


Un progetto per la sezione staccata del "Marie Curie" a Villa 6 nel parco Dalla Chiesa.
Il complesso di palazzine Villa 6, nel parco "Dalla Chiesa", rientra in un progetto di riqualificazione e ammodernamento che amplierà la sezione staccata di Collegno dell’istituto di Istruzione Superiore “Marie Curie” di Grugliasco.

Il centro avrà a disposizione 17 aule per attività didattica, 1 aula multimediale e 1 per attività alternative, 1 laboratorio, 1 sala lettura e 1 riservata agli insegnanti, 21 servizi igienici di cui tre per i diversamente abili, uffici, bar, locali tecnici e infermeria.

Villa 6 è immersa nel verde del Parco, ed è stata sede dell’ospedale psichiatrico. Con la chiusura dell’istituzione manicomiale gran parte delle aree della originaria sede ospedaliera sono state trasformate in un grande parco urbano di circa 400.000 mq e gli edifici riutilizzati in parte per servizi pubblici vari. Il contesto rappresenta la cornice privilegiata per l’inserimento di una struttura scolastica. La ristrutturazione della Villa 6 completa le iniziative della Provincia di Torino per il potenziamento del polo scolastico liceale di Collegno; iniziative che hanno determinato nel tempo il recupero della gemella Villa 4 (anno 2003) attuale sede del liceo e il progetto della nuova palestra scolastica i cui lavori sono stati avviati di recente.

Il progetto è stato incluso in un Accordo di Programma con la Regione Piemonte, approvato a dicembre del 2009, che contempla cinque interventi di edilizia scolastica sul territorio provinciale per una spesa complessiva di oltre 20 milioni di cui circa 13 milioni a carico della Regione.

L’edificio della Villa 6, di proprietà dell’Azienda Sanitaria Locale e attualmente in via di acquisizione da parte della Provincia, è di notevole pregio (è sottoposto a vincolo della Soprintendenza ai Beni Culturali): l’incuria del tempo non ha compromesso il suo profilo architettonico, né la solidità della sua struttura portante che le verifiche condotte hanno confermato come sostanzialmente integra.

La ritrutturazione prevede la demolizione delle tramezzature interne, il loro rifacimento in un’ottica di ridefinizione degli spazi funzionale al nuovo utilizzo; la demolizione delle parti fatiscenti di facciata e il loro ripristino; il rifacimento di tutti i pavimenti, i rivestimenti e le controsoffittature; la sostituzione di tutti gli infissi e di tutti gli impianti; interventi di consolidamento del corpo scale e della struttura lignea del tetto; l’inserimento di un nuovo impianto ascensore.

A lavori ultimati il plesso scolatico di Collegno, costituito da Villa 4 e Villa 6, disporrà di 30 aule didattiche, 1 aula multimediale, 1 aula per attività alternative, 4 laboratori, 1 sala lettura, 2 sale insegnanti, 33 servizi igienici più 5 per disabili. Poi uffici, bar, locali tecnici, infermeria e palestra.
Venerdì 5 marzo alle ore 17 a Collegno presso la Sala del Consiglio Comunale, l'Assessore provinciale all'Istruzione e il Sindaco della citta di Collegno presenteranno il progetto.

I costi dell’intera opera comprensivi della palestra ammontano a 5.693.000 euro, 2.480.000 a carico della Regione, 3.213.000 a carico della Provincia.

I costi in dettaglio
ristrutturazione Villa 6: € 3.026.000 acquisizione fabbricato: € 1.000.000 acquisto arredi scolastici: € 250.000 nuova palestra: € 1.417.000 totale: € 5.693.000

giovedì 4 marzo 2010

Appello ai Parlamentari piemontesi sul patto di stabilità

Appello ai Parlamentari piemontesi sul patto di stabilità

Carissimi Parlamentari,
nel corso della discussione sulla conversione del decreto legge recante disposizioni urgenti per gli enti locali, il Governo e i Presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera hanno deciso di rigettare ogni emendamento concernente il patto di stabilità interno.
La decisione è grave, perché gli emendamenti erano tesi ad alleggerire il peso di un meccanismo insostenibile per le risorse degli enti locali e lontano dalle esigenze dei cittadini e del tessuto economico e produttivo locale.

Non si capisce cosa ci sia di più urgente, in un decreto che riguarda gli enti locali, che consentire a questi ultimi di garantire l’erogazione dei servizi e di realizzare i necessari investimenti sul territorio.
Tutto ciò è inaccettabile e contravviene i più elementari principi di federalismo e di rispetto delle autonomie locali i Comuni e le Province rivendicano da tempo maggior rispetto per il loro ruolo e per l’importante funzione di contrasto alla crisi economica che essi possono svolgere. Essi realizzano la gran parte degli investimenti pubblici ma concorrono per meno del 4% alla formazione del debito pubblico.

Inoltre da una nostra rilevazione fra i Comuni, risultano evidenti le difficoltà dei Comuni e delle Province per la chiusura dei bilanci di previsione per il 2010. Mai come quest’anno sono inserite vendite di quote di patrimonio per finanziare manutenzioni. Così come, per la crisi,sono crollati gli introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione
E’ tempo, quindi, che il governo la smetta di proclamare inesistenti risultati di politica economica e guardi onestamente al paese reale e ai suoi problemi. Gli enti locali non possono essere solo un costo da tagliare ma importanti e decisivi alleati per ridare slancio e competitività al sistema paese, oggi sempre più strangolato dalla morsa della crisi e da una politica economica del Governo miope e inconcludente.

Facciamo appello ai Parlamentari eletti in Piemonte perché ascoltino e trasmettano nelle sedi opportune questo grido di dolore.

Umberto D’OTTAVIO per la Presidenza di LEGAUTONOMIE del PIEMONTE

lunedì 1 marzo 2010

L'epocale riforma della scuola non è ancora in vigore

L'”epocale” riforma della scuola non è ancora in vigore: le procedure giuridiche in uno stato di diritto vanno rispettate. Mancano il parere della Corte dei Conti, la firma di Napolitano, la pubblicazione in Gazzetta. Ma tutti, in un blob di disinformazione e di arroganza, si comportano come se lo fosse. Le scuole superiori stanno orientando i ragazzi su piani di studio che ancora non sono legge. Una parte degli insegnanti - fatalista, disillusa, disinteressata – rinuncia a qualsiasi resistenza ideale contro un progetto che, impoverendo la scuola e la cultura, ricadrà sulle loro impreparate spalle. Gelmini, esecutrice di una prova di forza volta soltanto a soddisfare i diktat di Tremonti sui 10.000 posti di lavoro da tagliare il prossimo anno, è già pronta a nuove forme di intervento brutale, primo fra tutti il reclutamento dei docenti. Tutti i pareri sulle “nuove superiori” degli organismi di controllo e consultazione hanno sottolineato che il governo ha delegato a se stesso o al ministero in maniera eccessiva la regolamentazione di materie che avrebbero richiesto interventi legislativi o iter più complessi del semplice decreto amministrativo. “Si mantiene il carattere non normativo, a differenza di come aveva suggerito il Consiglio di Stato, su temi strategici quali i programmi di studio, la valutazione e l'autovalutazione del sistema scolastico, la organizzazione di tutte le cattedre a 18 ore, che significa annullare le supplenze. E si ribadisce la deroga al potere regolamentare che la legge aveva attribuito al Governo nel suo insieme e non al singolo ministro” così chiarisce l'avvocato Mauceri.
Oltre ai docenti che verranno falcidiati, pagheranno i ragazzi e le famiglie, disorientate dalla farragine delle notizie e dall'impreparazione delle scuole a dare senso al confuso contenitore approntato frettolosamente dal ministero per fare cassa. A meno di un mese dalla chiusura delle iscrizioni, le scuole non hanno ancora notizie precise sugli indirizzi di studio che verranno loro effettivamente attribuiti direttamente dal ministero, violando il DPR sull'autonomia. Ma non è questa la sola prevaricazione: una norma del '99 assegna, infatti, ampia competenza alle Regioni sul piano dell'offerta territoriale; Regioni che avranno inoltre un peso strategico nella definizione degli esiti (qualifiche, diplomi) e delle interazioni (accordi con le agenzie formative) relative all'istruzione professionale. È critica l'assessore all'Istruzione del Piemonte Pentenero: “stiamo responsabilmente approntando quanto ci compete, ma con esplicita riserva, considerando la grave incertezza normativa generale. E questo solo per non colpire ulteriormente le famiglie”. L'auspicio è che arrivino analoghe prese di posizione da parte di altre Regioni. Non tace – per fortuna – la Cgil scuola, che mette in dubbio la legittimità dell'operazione. Inoltre, come spiega Silvia Ristori: “denunceremo la riduzione di orario inflitta alle classi seconde, terze e quarte di tecnici e professionali: è una totale violazione del patto formativo siglato con studenti e famiglie». E non tace nemmeno questa volta Per la scuola della Repubblica, che annuncia un convegno a Roma per il 20 marzo, insieme al Coordinamento delle Scuole Secondarie e al Coordinamento Insegnanti Precari. Controinformazione per sottolineare e rendere pubbliche queste italianissime anomalie.