sabato 13 ottobre 2012

Inaugurata la nuova scuola di Osasco

Sei anni ha impiegato l'amministrazione di Osasco per completare il nuovo polo scolastico. Oggi tanta gente a festeggiare un obiettivo raggiunto. Se una comunità investe sulla scuola costruisce il suo futuro. Complimenti all'amministrazione di Osasco e VIVA LA SCUOLA!!!

mercoledì 10 ottobre 2012

Il Cesedi della Provincia di Torino per la scuola


Anche in tempo di crisi il Ce.Se.Di (Centro Servizi Didattici) della Provincia di Torino propone per il prossimo anno scolastico un catalogo con oltre 200 attività rivolte ad alunni e insegnanti delle scuole superiori su argomenti di varia attualità e di grande interesse. Tra le numerose proposte per gli studenti da segnalare quella dedicata alla sessualità consapevole e all’affettività, una novità di questa edizione; poi la sezione riservata all’Educazione alla Cittadinanza con i laboratori per la conoscenza della Costituzione, le lezioni sui diritti, sicurezza e lavoro, educazione finanziaria, cittadinanza europea; da non trascurare i temi su orientamento alle scienze che spaziano dalla matematica da usare contro il gioco d’azzardo, al teleriscaldamento, alla raccolta responsabile dei rifiuti, ai problemi legati al sistema agroalimentare, e tanto altro; di rilievo la parte relativa al contrasto della dispersione scolastica promuovendo il benessere con una sezione dedicata al cibo inteso come piacere, cultura e disagio( tra i progetti più richiesti dello scorso anno). Non mancano argomenti da sempre discussi come il corso di storia delle religioni e del libero pensiero, carcere e disagi sociali, razzismo e migrazioni, educazione alla cooperazione. Chi ama la comunicazione e il linguaggio può scegliere, ad esempio, tra raccontare la storia con le immagini, le passeggiate letterarie, scrivere il giornale della scuole. Da non dimenticare gli stages del laboratorio di Pracatinat. Ai docenti sono riservate molte attività formative per combattere il disagio e la dispersione con indicazioni e strumenti utili a motivare, coinvolgere e interessare gli allievi alle lezioni: tra questi un corso di lettura espressiva molto apprezzato nello scorso anno, che insegna a modulare ritmi, toni e volume della voce. L’assessore all’Istruzione della Provincia di Torino Umberto D’Ottavio, nel presentare il nuovo catalogo, ha lamentato le notevoli difficoltà finanziarie che hanno rischiato di compromettere l’offerta delle nuove proposte molto apprezzate dalle scuole. “L’appuntamento con il catalogo – ha rilevato l’assessore D’Ottavio - non è una semplice consuetudine ma, ora più che mai, rappresenta una chiara volontà e un preciso impegno del nostro Ente di continuare a lavorare per la scuola e a fianco delle scuole del suo territorio per affrontare insieme le difficoltà poste dal nostro complesso e problematico presente”. “Per noi – ha sottolineato D’Ottavio - parlano i dati delle adesioni alle attività 2011/2012. Sono pervenute richieste di attività per circa 40.000 studenti e di formazione docenti da 960 insegnanti, con un incremento, rispetto all’anno precedente, del 60% della richiesta di attività per gli studenti e del 53% della richiesta di formazione docenti. Si tratta di dati rilevanti se letti alla luce del difficile periodo che tutti stiamo vivendo e che pesantemente ha investito anche la scuola con tagli di risorse, di personale e di spazi”. Le prenotazioni delle scuole alle singole iniziative dovranno pervenire alcune entro il 15 di ottobre, altre entro il 15 novembre. Le modalità, i criteri di selezione e l’intero catalogo delle iniziative sul sito della Provincia all’indirizzo: www.provincia.torino.gov.it/istruzione/cesedi/prop_attivita.htm

sabato 4 agosto 2012

Province e scuola, due vasi di coccio



Il decreto 95 del 2012 della spending rewiew è passato con il voto di fiducia al Senato e altrettanto farà tra qualche giorno alla Camera. Quella che doveva essere una revisione della spesa si è tramutata in una nuova manovra di tagli a cui “non si poteva dire di no”.
A farne le spese, nel senso vero della parola, sono state, più di altre parti della pubblica amministrazione, le Province e la Scuola.

Sulle Province l’attenzione è stata richiamata dal tentativo di abolirle, poi diventato una riorganizzazione con accorpamenti fra quelle esistenti (non sarà possibile frazionare le attuali). Così come l’incomprensibile proposta sulle competenze, che vedeva l’esclusione dell’edilizia scolastica, poi rientrata. Quindi resta delle Province la competenza sugli edifici di scuola secondaria di secondo grado.
Non si è scritto e parlato dell’istruzione perché le Province potranno mantenere, visto che continueranno ad esistere, le competenze assegnate loro dalle Regioni, per esempio sull’organizzazione dell’offerta formativa o sul diritto allo studio.
Quasi inosservato è, invece, passato il taglio di altri 500 milioni di euro per il 2012 e 1000 per il 2013 dei trasferimenti dello Stato. Un colpo gravissimo, direi letale per le Province. Infatti, si sono levate voci, subito e in maniera ingiustificata stroncate dal ministro Profumo, sulle difficoltà che avranno le Province a riaprire le scuole a settembre. Questa volta non solo per i motivi legati alla manutenzione e alla sicurezza, ma per l’impossibilità di pagare le bollette del riscaldamento e delle altre utenze.
Sia chiaro: non è uno scherzo o una esagerazione. Il combinato disposto tra la riduzione dei trasferimenti e il contemporaneo crollo delle entrate per le Province derivanti dalle tasse sull’auto (Iscrizione al PRA, RC auto) ha portato, per esempio la Provincia di Torino dal 6 luglio scorso a chiudere completamente le spese.

Province e scuola, con altri 15 mila posti di lavoro in meno, sono stati i vasi di coccio della pubblica amministrazione, dalle quali si è potuto prelevare risorse senza disturbare l’opinione pubblica, anzi.

Una revisione della spesa avrebbe dovuto fare l’operazione della riduzione delle Province, voluta anche dall’Unione delle Province Italiane, e rafforzare le loro competenze, rilanciando l’attuazione del titolo V° della Costituzione. Per esempio riducendo davvero gli uffici periferici dello Stato e in particolare quelli scolastici. Davvero non si capisce perché con le competenze della Regione debbano esistere ancora le direzioni regionali e provinciali del MIUR.

Penso che questo Governo stia dando prova di una cultura centralistica e le difficoltà economiche e finanziarie sono il viatico. Ma proprio sull’istruzione è ampiamente dimostrato che la gestione centralistica del sistema costa di più e non produce risultati positivi, per esempio sugli obiettivi di Lisbona. Se a questo aggiungiamo che le Regioni hanno esaurito la loro spinta all’assunzione di competenze, perché significa assumere nuove responsabilità senza risorse in più, possiamo dire che il processo di federalismo stia subendo un duro colpo.

Ormai non manca molto alla fine di questa legislatura che, ricordiamolo, era nata con una maggioranza senza precedenti e una spinta federalista che sembrava irreversibile. Chi si occupa di scuola deve trovare la forza di riportare all’attenzione delle forze politiche e di chi si candida al governo del Paese il ruolo della scuola e della sua funzione di pre-condizione per qualunque idea di crescita e di sviluppo. Sapendo che non basta essere professori per capirlo.

   Umberto D'OTTAVIO
  Assessore all'Istruzione della Provincia di Torino

venerdì 27 luglio 2012

La Provicia vende immobili

La vendita di complessi immobiliari: La Provincia di Torino ha aperto bandi di gara per l'alienazione con asta pubblica dei complessi immobiliari di corso Lanza 75 e dell'area Ponte Mosca.
  • Corso Lanza 75 è un complesso immobiliare con parco esclusivo di circa 16.000 mq, inserito in uno dei più pregevoli contesti della città, nelle vicinanze del fiume Po, ai piedi della collina torinese. Il parco, suggestiva oasi verde, è cornice a 4 palazzine, importanti esempi dell'architettura torinese degli anni '30 e '50 del XX secolo.
  • Il complesso immobiliare dell'area Ponte Mosca si affaccia sul fiume Dora vicino al nucleo storico di Torino.
    Sito di notevole rilevanza urbana e porta di accesso al centro aulico cittadino lungo il principale asse di ingresso dalla zona nord della città. Contesto strategico collegato a importanti direttrici urbane, si distingue per le significative relazioni paesaggistiche: l'affaccio sul fiume e l' ampia panoramicità sul versante sud-ovest della città.
    Area d'importanza rilevante, parte di un contesto urbano oggetto di un significativo processo di riqualificazione urbanistica del tessuto edilizio esistente.

martedì 3 aprile 2012

I SOLDI DEL REFERENDUM SULLA CACCIA DESTINIAMOLI AL WELFARE

Il Welfare piemontese da tempo vive drammaticamente il tema delle risorse: sempre di più in calo mentre aumentano le richieste dei cittadini.

Per questo Lega Autonomie del Piemonte a conclusione di un convegno proprio sul tema del Welfare rivolge un appello al Consiglio regionale e ai Consiglieri Regionali del Piemonte affinché trovino le condizioni per evitare l’appuntamento referendario del 3 giugno, ovviamente andando incontro alle richieste dei promotori del referendum e evitino di spendere i circa 30 milioni di costo a carico della Regione.

Non si tratta di una provocazione, ma di una necessità a fronte di una realtà che vede sempre di più Comuni e Consorzi Socio Assistenziali rispondere di no alle richieste dei cittadini piemontesi.

Lega Autonomie del Piemonte non è contro lo strumento del referendum, peraltro mai utilizzato ancora in Piemonte, ma ritiene che il Consiglio Regionale possa svolgere il suo lavoro ed evitare una spesa significativa in un periodo di risorse scarse.

Si approvi, quindi, una nuova legge sulla caccia, più moderna e più vicina alla sensibilità dei piemontesi e si destini la spesa per lo svolgimento del referendum alle politiche per il welfare di cui c’è tanto bisogno.

Si invita gli organi di informazione a dare notizia di questo comunicato e si ringrazia per l’attenzione.


Il Presidente di Lega Autonomie Piemonte

Umberto D’OTTAVIO

martedì 28 febbraio 2012

Lettera di Saitta e Barducci agli amministratori pd delle province

Ai 43 Presidenti PD delle Province
Ai 19 Vicepresidenti PD delle Province
Ai 26 Presidenti PD dei Consigli provinciali
Ai 174 Assesssori provinciali PD
Agli 813 Consiglieri Provinciali PD
p.c. Pierluigi Bersani, Enrico Letta,
Rosy Bindi, Dario Franceschini, Anna Finocchiaro
p.c. ai Deputati e Senatori PD
delle Commissioni affari cosituzionali


Carissimi,
ci siamo fatti carico di un’operazione verità sulle Province relativamente a funzioni e costi e di richiedere con forza una riforma complessiva degli assetti istituzionali nel nostro Paese.
Un’azione coerente con la posizione assunta dal nostro partito con la presentazione della proposta di legge costituzionale del 21 giugno 2011 a firma Bersani-Franceschini-Bressa e altri che in sintesi prevede l’istituzione delle città metropolitane, la contrarietrà all’istituzione delle nuove Province e
la riduzione del numero di Province esistenti. Questa pdl nasceva dall’assunto che il PD “ non è stato mai per l’abolizione dell’istituzione Provincia, poiché, ad esempio, le questioni relative ai trasporti, all’assetto idrogeologico, agli aspetti ambientali e alle strade costituiscono una dimensione non più gestibile dal singolo comune e che non dovrebbe essere gestita dalle regioni: in quest’ottica cancellare con un colpo di bacchetta magica le province ci consegnerebbe una
dimensione di confusione totale che sarebbe esattamente l’opposto di quello che i cittadini chiedono, ossia responsabilità, correttezza e trasparenza nell’amministrazione dei propri interessi.
Il PD è, quindi, per la ridefinizione delle province anche all’interno della Costituzione”(pag. 2 della relazione).
Dobbiamo purtroppo constatare come questa posizione sia stata abbandonata perché i gruppi parlamentari del PD di fatto hanno votato, con l’approvazione del decreto “salva Italia”, l’abolizione della Provincia che non avrà più funzioni amministrative dal 1 gennaio 2013 calpestando in modo palese la Costituzione (si veda l’intervento del prof. Onida su Il Sole 24 Ore del 20 gennaio scorso) .
Evidentemente abbiamo protestato verso i nostri dirigenti nazionali perché i nostri gruppi parlamentari hanno contribuito ad alimentare (insieme al prof. Monti) la falsità che abolendo le Province si risparmierebbero 12 miliardi di euro: come ormai abbiamo dimostrato - anche attraverso un autorevole studio dell’Università Bocconi - questa è la spesa che le Province sostengono per
svolgere le proprie competenze, spesa che aumenterebbe trasferendole a Regioni e Comuni.
Ci è stato promesso che in qualche provvedimento legislativo si sarebbe rivista la decisione assunta.
Di fatto i comportamenti sono stati di segno diverso:
· il nostro partito nell’apposita Commissione parlamentare è stato compatto nel sostenere che le
amministrazioni provinciali che andranno al voto in primavera devono essere commissariate
anziché prorogate di un anno come se fossero amministrazione mafiose o in bancarotta. Hanno
prorogato enti di nominati che avrebbero dovuto essere eliminati qualche anno fa (esempio Ato
acqua e rifiuti) e commissariato istituzioni garantite dalla Costituzione;
· a differenza di alcune Regioni guidate dal centrodestra, nessuna di quelle guidate dal
centrosinistra ha impugnato alla Corte Costituzionale il decreto “salva Italia” per la parte sulle
Province;
· il nostro responsabile nazionale degli enti locali in occasione della mobilitazione dei Consigli
provinciali del 31 gennaio ha suggerito ai gruppi consiliari di non approvare l’ordine del giorno
dell’Upi (che abbiamo contribuito a redigere) sottolineando l’inopportunità di promuovere
ricorsi alla Corte Costituzionale (per fortuna è stata una grida manzoniana, perché tutti i
Consigli d’Italia l’hanno approvato).
Siamo ancora stupefatti e riteniamo grave non difendere la Costituzione sempre.
In ogni caso non ci siamo rassegnati.
Abbiamo costruito lavorando come presidenti del PD all’interno dell’UPI (in particolare con Nicola
Zingaretti, Fabio Melilli, Piero Lacorazza, Giovanni Florido e Beatrice Draghetti) una proposta di
legge che riducendo il numero delle Province, istituendo le città metropolitane, abolendo il numero
gli uffici periferici ed eliminando gran parte degli enti intermedi consente la riduzione reale della
spesa pubblica di 5 miliardi di euro (anziché di soli 65 milioni come prevede il decreto “salva
Italia”). L’abbiamo presentata alla stampa, poi ai gruppi parlamentari e al Governo.
Sicuramente è stata aperta una breccia. Lo abbiamo constatato nel seminario del PD che si è tenuto
a Roma martedì scorso. Nel documento presentato all’inizio dell’incontro anche se timidamente si
afferma che l’eliminazione delle Province non ha senso, che forse occorrerà cambiarne il nome, che
devono avere poche funzioni, che è giusto ridurre il numero degli uffici periferici dello Stato, ma è
fondamentale che gli organi non siano non più eletti a suffragio universale.
Tutti i presidenti di Provincia presenti hanno sostanzialmente contestato l’elezione di secondo grado
chiedendo che cosa ci sia di così grave in democrazia nell’essere eletti direttamente dal popolo.
Abbiamo motivato che il sistema elettorale di secondo grado di fatto equivale a indebolire le
Province e accentuare il neocentralismo regionale.
Abbiamo osservato che oggi i cittadini chiedono di poter scegliere i propri rappresentanti e non
accettano più che siano i partiti a nominarli.
Non c’è stato verso di far cambiare opinione al gruppo dirigente nazionale, anche se era in
minoranza: ha preferito fare propria la posizione di Astrid elaborata in modo determinante con il
contributo degli onorevoli Vitali, Lanzillotta e Bassanini.
Questa dunque la posizione del nostro partito.
Secondo noi occorre spiegare urgentemente al gruppo dirigente nazionale il grande errore che sta
compiendo se fa proprie non le opinioni di consiglieri, assessori o presidenti provinciali, ma quelle
di un piccolo gruppo che ha deciso di decidere per conto di tutti noi.
Dobbiamo e vogliamo coinvolgere i parlamentari dei singoli territori, gli organi provinciali e
regionali.
Sinceramente rammarica essere stati abbandonati dal nostro partito.
Stupisce che con queste decisioni, che rincorrono l’antipolitica, il PD stia colpevolizzando e
demotivando una parte importante della sua classe politica diffusa sul territorio nazionale che ha il
grande merito di essere stata eletta direttamente dal popolo e di essere presente nelle istituzioni.
Il PD non dovrebbe fidarsi un po’ più di noi?
Antonio Saitta e Andrea Barducci

domenica 26 febbraio 2012

Da Gelmini a Profumo, cosa è cambiato per la scuola pubblica?

MARINA BOSCAINO –
La rete pullula di appelli, petizioni, richieste, lettere aperte: prove Invalsi, pensioni, valutazione i tre temi al momento più gettonati. La scuola, dopo il sospiro di sollievo tirato per la conclusione dell’era della triade Gelmini-Tremonti-Brunetta, che ha segnato uno dei momenti di peggiore, oltre che maggiore, disinvestimento – culturale, oltre che economico – sul sistema scolastico nel nostro Paese, ha cominciato, prima fiduciosamente, poi con sempre maggiore cautela, ad esternare i propri desiderata al nuovo inquilino di viale Trastevere, certa almeno del ritorno ad un ascolto concreto, dopo l’autoreferenzialità assoluta di Gelmini e del suo staff.

A distanza di circa 3 mesi dall’insediamento di Profumo, si registra un certo scetticismo rispetto alla possibilità che il cambiamento sia davvero concreto. Certo, siamo indubbiamente al riparo dal profluvio di gaffes che Mary Star ha collezionato (inutile ricordare quella iperbolica del tunnel Gran Sasso-Ginevra). Ma – come la proverbiale sobrietà – anche questo dovrebbe far parte di quel minino sindacale garantito da qualsiasi governo. Ciò che manca, che continua a mancare, è un’attenzione esperta e sollecita ai problemi della scuola; oltre alla volontà concreta di porre la scuola stessa al centro di un’agenda politica che abbia a cuore il futuro del Paese.

I mantra cari alla scuola democratica, alla scuola della Costituzione, rappresentano litanie un po’ sbiadite e certamente inefficaci, che collaudano la memoria di alcuni di noi, la nostra capacità di ricordare principi e valori a dispetto dell’esistente, e di insistere perché vengano ricordati; ma certamente non registrano l’adesione e l’interesse autentici della maggior parte di coloro che si occupano di scuola pubblica: inclusione, cittadinanza, emancipazione, uguaglianza, merito sono etichette abusate e svuotate di significato, quando non riplasmate su significati di stampo neoliberista.

Fino ad oggi gli studenti sono rimasti un po’ defilati rispetto alle richieste avanzate al ministro, forse immobilizzati da un panorama che certamente non incoraggia alla partecipazione: immaginate di avere dai 15 ai 19 anni, oggi. Il vostro presente è il nostro; l’unico passato è l’ultimo triennio Berlusconi, il solo che siete in grado realmente di ricordare. Le generazioni di riferimento – i vostri padri, i vostri insegnanti – annaspano nella notte della politica. Che percezione avreste del mondo, della cittadinanza, del futuro, del senso?

È di questi giorni la notizia che la Rete degli Studenti ha avviato la campagna “Mai più nelle nostre scuole”, raccolta di firme e ricorsi per la cancellazione di alcuni provvedimenti assunti dal precedente governo, cui almeno occorre riconoscere la capacità di essere riusciti a partorire ed imporre una serie di odiosissimi provvedimenti alla scuola italiana in tempi rapidissimi: le cosiddette “riforme” – eufemismo altisonante per non dire “tagli” – che hanno investito tutti i segmenti della scuola. Ma anche ambiti specifici, come i quattro sui quali gli studenti chiedono una marcia indietro a Profumo:



“Mai più nelle nostre scuole” alla bocciatura per il limite di assenze. Secondo il Dpr 122/09 sulla valutazione solo i ¾ della presenza rispetto al monte ore annuale garantiscono la promozione.

“Mai più nelle nostre scuole” al voto di condotta. Con il 5 in condotta si perde l’anno scolastico.

“Mai più nelle nostre scuole” alla sufficienza in ogni materia per accedere all’Esame di Stato. Da qualche anno si può partecipare alla maturità solo se si hanno tutte almeno sufficienze in ciascuna materia.

“Mai più nelle nostre scuole” al tetto del 30% di studenti migranti per classe: iniziò con Cota, e la balzana idea delle classi-ponte; ghetti, in realtà, dove – secondo le intenzioni del proponente – andavano relegati i diversi, indipendentemente dalla provenienza, per poter peggio provvedere alla loro integrazione in quella scuola che la Costituzione definisce “aperta a tutti”. Oggi la normativa (Cm 2/2010) prevede un massimo del 30% di studenti migranti in ogni classe, con un numero motivato di deroghe.

A prescindere dalla opportunità delle richieste – alcune, in particolare, sono estremamente sensate – sarebbe un bel segnale che qualcuno battesse un colpo. Il miracolo di una generazione che oggi abbia ancora voglia di esserci e di partecipare, di provare ad avere una lettura critica della realtà, di dire no a qualcosa senza rifugiarsi nell’acquiescenza acefala non può e non deve lasciare indifferenti.

Marina Boscaino

(24 febbraio 2012)

lunedì 6 febbraio 2012

Commemorazione del Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scàlfaro.

Pierluigi Bersani

Signor Presidente, aderisco alle sue parole di commemorazione, di cordoglio e ne aggiungo qualcuna personale.
Il ruolo di Oscar Luigi Scàlfaro, nella vicenda italiana, attualmente, dovrà essere meditato, approfondito. Già dalle prossime settimane il Partito Democratico cercherà di dare un primo contributo di riflessione. Tuttavia, credo che le poche parole che si possono dire in quest'Aula abbiano un significato particolare perché risuonano nel luogo che Scàlfaro riteneva baricentrico della democrazia italiana.
Credo che sia giusto qui, brevissimamente, davanti alla morte e deposte le contese, pronunciarsi sul suo lascito, su quello che si ritiene essenziale del suo lascito. Per me e per noi, due cose sono fondamentali; la prima è la dignità, il ruolo e l'autonoma responsabilità della politica, quella che è stata chiamata, da molti commentatori, la laicità del religiosissimo Scàlfaro e che in fondo, in realtà è la concordia-discordia sempre da regolare fra cittadino e persona. Credo che Scàlfaro ci lasci, a questo proposito, un messaggio: non è affatto vero che ragionare con la testa di tutti e con i diritti di tutti, come deve fare la politica, non sia compatibile con forti e radicate convinzioni personali; anzi, forti convinzioni personali possono far capire meglio che la politica deve essere ispirata dalle proprie convinzioni, ma non deve essere al servizio delle stesse.
Il secondo lascito che, per noi, va sottolineato è naturalmente quello che riguarda la Costituzione, quella specie di religiosità costituzionale, forse si può dire così, di Oscar Luigi Scàlfaro, che non era mai, in nessun modo - ne siamo tutti testimoni - un atteggiamento di conservazione burocratica; semmai egli era nobilmente conservatore, come si usa dire.
Scàlfaro ha sempre detto, lo abbiamo sentito mille volte, che la Costituzione, la Carta va aggiornata purché questo avvenga nello spirito della Costituzione, cioè nella convergenza, non nella divisione, e purché non venga toccato il cuore della Costituzione stessa. Certamente, in questo cuore Scàlfaro metteva anche l'assetto parlamentare della nostra democrazia; ai suoi occhi questo assetto poteva essere riformato, aggiornato, modernizzato ma non soppiantato o deformato.
Ora, si può essere o meno d'accordo con questo, ma bisogna riconoscere tutti che fu questo e non altro, non questioni politiche o personali, il terreno di confronto, anche aspro, di quegli anni. Credo che questo tema rimanga, sia ancora davanti a noi. Chiudo su questo pensiero: credo che la domanda su quale democrazia vi sarà, domani, per il nostro Paese sia ancora drammaticamente presente, non possa svilirsi nella polemica politica quotidiana e richieda un confronto alto, serio, fuori dalla polemica, lo ripeto, quotidiana, non rinunciando all'idea che sia possibile, da questo confronto, avere decisioni di riforma.
Un'ultimissima considerazione: ad uno ad uno i padri costituenti se ne vanno e si sta assottigliando via via il numero delle grandi e nobili riserve della Repubblica, cioè delle personalità capaci di interpretare tutto il filo logico e civico della nostra vicenda politica, sociale, dalle origini dell'Italia repubblicana ad oggi. Figure, queste, che, non a caso, hanno avuto in passaggi difficili della Repubblica un loro ruolo. Allora, mentre tutti rivendichiamo, sottolineiamo l'esigenza di un rinnovamento, anche generazionale, della politica, dobbiamo però anche chiederci: senza quelle figure come si riprodurrà quell'affetto consapevole e orgoglioso verso le proprie origini costituzionali, verso la propria vicenda repubblicana che è da sempre la vera forza delle grandi democrazie, come gli Stati Uniti, l'Inghilterra e la Francia?
Come la riprodurremo, con chi, come si farà? Credo che a tutti tocchi dare una risposta. Per quel che ci riguarda abbiamo puntato sul rinnovamento di un'idea di partito che sia pienamente dentro la vicenda democratica nazionale e, quindi, sia capace anche di trasmetterla.
Abbiamo detto: un partito del lavoro, dell'unità della nazione, della Costituzione. Per parte nostra questo è il nostro impegno e la promessa che facciamo a Oscar Luigi Scàlfaro.

mercoledì 18 gennaio 2012

IL CONSIGLIO PROVINCIALE SALUTA I FINALISTI DELLA SFIDA SPAZIALE

Il Consiglio Provinciale ha oggi accolto per un saluto augurale le tre scuole del Torinese - l’Itis Pininfarina di Moncalieri, l’Itis Avogadro di Torino e l’Itis Olivetti di Ivrea – che parteciperanno alle finali olandesi della sfida Usa/ Europa “Zero Robotics competition 2011” fra team di studenti dei licei e degli istituti tecnici sulla progettazione di robot spaziali a basso costo.



“Un successo - ha sottolineato il presidente del Consiglio Sergio Bisacca - significativo dal punto di vista dell’esperienza scolastica e dell’innovazione, che ci ha indotto a dedicare un momento dei lavori dell’assemblea per onorare e salutare gli studenti in partenza per Amsterdam”.



Un ottimo risultato davvero per le tre scuole che, nella progettazione dei robot, si sono confrontate con istituti del Piemonte (Ipsia Galilei-Ferrari – Torino, Iis Ferrari - Susa , Iis Vallauri – Fossano), della Provincia di Padova, di Berlino e con le migliori High School americane.



“Una scommessa vinta grazie al coinvolgimento generale da parte della Rete” ha commentato Enzo Marvaso coordinatore della Rete “Robotica a scuola” nata a Torino nel 2010 per avvicinare la formazione scolastica all’industria.

“ La robotica – ha rilevato l’assessore all’Istruzione della Provincia Umberto D’Ottavio - è un settore produttivo in crescita. Il nostro territorio è leader nazionale. Con la rete che coinvolge imprese e istituzioni la robotica è diventata materia di insegnamento. I risultati ottenuti da questi ragazzi sono la prova della validità del sistema e della qualità della scuola piemontese”.



I rappresentanti della Rete hanno partecipato all’incontro per condividere con gli studenti la gioia dell’importante affermazione: Francesco de Sanctis direttore dell‘Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Guido Bolatto segretario generale della Camera di Commercio, Paola Barbero responsabile Scuola e Università dell’Unione industriale; Vincenzo Ilotte presidente Amma; Arturo Baroncelli partner tecnico Comau, Franco Francavilla dirigente scolastico dell’istituto Galilei-Ferrari – scuola capofila della Rete Robotica

Gli studenti erano accompagnati dai dirigenti scolastici Stefano Fava (Pininfarina), Tommaso De Luca (Avogadro), Daniela Vaio (Olivetti).



La sfida Usa/ Europa “Zero Robotics competition 2011” è legata a un concorso lanciato dal Politecnico di Torino – rappresentato in Consiglio dal prof. Leonardo Reyneri - in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology (Mit) e l’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Ai team studenteschi, sulla base delle specifiche tecniche fornite dal Mit di Boston, è stato affidato il compito di programmare piccoli satelliti low cost chiamati Spheres per farli partecipare a una gara a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) dell’Esa e della Nasa, interessate a sviluppare le migliori idee progettuali.



Con l’Esa c’è stato un collegamento nel corso dell’incontro che ha permesso di conoscere ulteriori dettagli del concorso evidenziando l’importanza della sfida e la bravura degli studenti piemontesi



Lunedì 23 gennaio i finalisti andranno ad Amsterdam per competere collaudando i propri progetti a bordo della Stazione spaziale Internazionale con la supervisione diretta degli astronauti.

In attesa del risultato gli studenti del Pinifarina, dell’Avogadro, dell’Olivetti stanno assaporando il successo. “Vale la pena investire sui giovani “ ha detto uno di loro in Consiglio Provinciale.

IL CONSIGLIO PROVINCIALE SALUTA I FINALISTI DELLA SFIDA SPAZIALE

Il Consiglio Provinciale ha oggi accolto per un saluto augurale le tre scuole del Torinese - l’Itis Pininfarina di Moncalieri, l’Itis Avogadro di Torino e l’Itis Olivetti di Ivrea – che parteciperanno alle finali olandesi della sfida Usa/ Europa “Zero Robotics competition 2011” fra team di studenti dei licei e degli istituti tecnici sulla progettazione di robot spaziali a basso costo.



“Un successo - ha sottolineato il presidente del Consiglio Sergio Bisacca - significativo dal punto di vista dell’esperienza scolastica e dell’innovazione, che ci ha indotto a dedicare un momento dei lavori dell’assemblea per onorare e salutare gli studenti in partenza per Amsterdam”.



Un ottimo risultato davvero per le tre scuole che, nella progettazione dei robot, si sono confrontate con istituti del Piemonte (Ipsia Galilei-Ferrari – Torino, Iis Ferrari - Susa , Iis Vallauri – Fossano), della Provincia di Padova, di Berlino e con le migliori High School americane.



“Una scommessa vinta grazie al coinvolgimento generale da parte della Rete” ha commentato Enzo Marvaso coordinatore della Rete “Robotica a scuola” nata a Torino nel 2010 per avvicinare la formazione scolastica all’industria.

“ La robotica – ha rilevato l’assessore all’Istruzione della Provincia Umberto D’Ottavio - è un settore produttivo in crescita. Il nostro territorio è leader nazionale. Con la rete che coinvolge imprese e istituzioni la robotica è diventata materia di insegnamento. I risultati ottenuti da questi ragazzi sono la prova della validità del sistema e della qualità della scuola piemontese”.



I rappresentanti della Rete hanno partecipato all’incontro per condividere con gli studenti la gioia dell’importante affermazione: Francesco de Sanctis direttore dell‘Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Guido Bolatto segretario generale della Camera di Commercio, Paola Barbero responsabile Scuola e Università dell’Unione industriale; Vincenzo Ilotte presidente Amma; Arturo Baroncelli partner tecnico Comau, Franco Francavilla dirigente scolastico dell’istituto Galilei-Ferrari – scuola capofila della Rete Robotica

Gli studenti erano accompagnati dai dirigenti scolastici Stefano Fava (Pininfarina), Tommaso De Luca (Avogadro), Daniela Vaio (Olivetti).



La sfida Usa/ Europa “Zero Robotics competition 2011” è legata a un concorso lanciato dal Politecnico di Torino – rappresentato in Consiglio dal prof. Leonardo Reyneri - in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology (Mit) e l’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Ai team studenteschi, sulla base delle specifiche tecniche fornite dal Mit di Boston, è stato affidato il compito di programmare piccoli satelliti low cost chiamati Spheres per farli partecipare a una gara a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) dell’Esa e della Nasa, interessate a sviluppare le migliori idee progettuali.



Con l’Esa c’è stato un collegamento nel corso dell’incontro che ha permesso di conoscere ulteriori dettagli del concorso evidenziando l’importanza della sfida e la bravura degli studenti piemontesi



Lunedì 23 gennaio i finalisti andranno ad Amsterdam per competere collaudando i propri progetti a bordo della Stazione spaziale Internazionale con la supervisione diretta degli astronauti.

In attesa del risultato gli studenti del Pinifarina, dell’Avogadro, dell’Olivetti stanno assaporando il successo. “Vale la pena investire sui giovani “ ha detto uno di loro in Consiglio Provinciale.