domenica 26 ottobre 2008

SETTIMANA DECISIVA PER LA SCUOLA

La prosima settimana si presenta come decisiva per la scuola: riunione promossa dalla Regione per presentare i propri indirizzi, riunione del Consiglio Provinciale di Torino, sciopero unitario del personale della scuola il 30 , mobilitazione degli studenti delle superiori e dell'università, passaggio definitivo in Senato dei provvedimenti proposti dal ministro Gelmini.
Siamo, dunque, arrivati al momento della prova di quanto fin qui si è espresso. Il Governo andrà avanti senza esitazione? Il movimento raggiungerà qualche risultato? I comuni, le province e le regioni insieme con le autonomie locali dovranno chinare il capo e cominciare a servire alle famiglie e agli studenti gli esiti delle nuove disposizioni?
Credo che ci siano in teoria due possibilità. La prima che la maggioranza chieda al governo uno stop o almeno un rinvio delle decisioni con l'apertura di un confronto, la seconda che si tiri dritto senza tenere conto di niente e di nessuno. Comunque vada gli effetti non saranno gli stessi su tutto il territorio nazionale, anzi dovremo preoccuparci di fare subito in modo che siano chiari gli effetti su Torino e il Piemonte perché, e non sembri un paradosso, i tagli o il risparmio che dir si voglia peserà di più su quelle realtà dove il sistema scolastico funziona meglio. E, senza tema di smentita, quello che conosciamo in provincia di Torino è uno dei migliori d'Italia, c'è lo dicono i dati e le statistica. Qui siamo dentro la parte europea più avanzata dalla scuola materna all'università. Qui non ci sono troppe maestre e nessun corso di laurea ha un solo iscritto.
Quindi che fare? Come non deludere le richieste di tante famiglie di non toccare il livello dei servizi e la qualità della scuola che con fatica abbiamo raggiunto?
Mi sento di avanzare una proposta alla Regione Piemonte, soprattutto dopo i tanti consigli comunali aperti e le tante assemblee nelle scuole e soprattutto dopo che molti esponenti del centro destra hanno visto e condiviso, qualcuno ha anche promesso, che non si taglierà il tempo pieno e che va difesa la scuola del nostro territorio. Si convochi un Consiglio Regionale per riaffermare che il successo del sistema scolastico e universitario piemontese è un bene comune da difendere e sviluppare come scelta strategica per una regione che fa della conoscenza e della ricerca il moltiplicatore di tutte le iniziative sociali, economiche, produttive e ambientali. Vediamo se in Piemonte è possibile trovare punti di intesa su quanto davvero serve all'istruzione e alla formazione. Questo settore e i suoi protagonisti non accetta la propaganda ma vuole risposte concrete. Lo so che rischiamo di fare proprio il gioco di Tremonti che vuole tagliare e fare ricadere le colpe sugli enti locali, ma qui è necessario un impegno innanzitutto. Quante volte abbiamo sentito dire "piuttosto non asfalto una strada, ma non si possono toccare i servizi" la pensiamo ancora tutti così ?
I provvedimenti sono chiaramente impostati ad un taglio, non tengono conto che è già cominciata per le famiglie e gli studenti la fase della scelta per il prossimo anno scolastico, ma noi che siamo qui in Piemonte lo sappiamo e dobbiamo dare qualche certezza.

Umberto D'Ottavio

giovedì 23 ottobre 2008

Lettera di Napolitano agli studenti

Lettera del presidente Napolitano agli studenti
Roma, 22 ottobre 2008

Cari studenti, dottorandi e ricercatori della Sapienza,

ho ascoltato e letto con attenzione la lettera che mi avete consegnato e colgo l’occasione per indirizzarvi alcuni chiarimenti e spunti di riflessione. Innanzitutto : penso vi sia chiaro quale ordinamento la Costituzione abbia disegnato per la Repubblica. La nostra è una democrazia parlamentare – simile a quella di quasi tutti gli altri Stati europei – in cui al Capo dello Stato non sono attribuiti poteri esecutivi. Io non debbo dunque “decidere da che parte stare” : non posso stare dalla parte del governo e delle sue scelte, né dalla parte opposta. Le politiche relative a qualsiasi campo dell’azione dello Stato vengono definite dal Parlamento, in seno al quale la maggioranza e l’opposizione sono chiamate al confronto tra le rispettive proposte, che possono configurare soluzioni alternative ai problemi da affrontare. Al Presidente della Repubblica non spetta pronunciarsi nel merito dell’una o dell’altra soluzione in discussione, né suggerirne una propria, ma spetta solo richiamarsi ai principi e alle regole della Costituzione.

Ciò non significa – sia chiaro – che io mi senta estraneo (“abbandonandole a se stesse”, per usare la vostra espressione) alle esigenze della scuola, della ricerca, dell’Università. Al contrario : a queste esigenze, e alle problematiche connesse, ho dedicato, nello svolgimento delle mie attuali funzioni, da più di due anni, la più convinta e appassionata attenzione e iniziativa. E’ davvero in giuoco il futuro del paese : se l’Italia vuole evitare un’emorragia di preziosi giovani talenti, che trovano riconoscimento all’estero, gli investimenti nella ricerca – soprattutto – dovrebbero costituire una priorità, anche nella allocazione delle risorse, pubbliche e private.

Dico “dovrebbero” perché in realtà le scelte pubbliche (e anche quelle del sistema delle imprese) non sembrano riconoscere tale “priorità”, a cui troppe altre ne vengono affiancate – in particolare quando si discute di legge finanziaria e di bilancio – col risultato che già da anni non ci si attiene ad alcun criterio di priorità e non si persegue un nuovo equilibrio nella distribuzione delle risorse tra i diversi settori di spesa.

Di qui le preoccupazioni di fondo che spiegano la vostra ansietà, fatta di gravi incertezze per l’avvenire vostro e della nazione. E’ indispensabile che su questi temi non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione, ma ci si apra all’ascolto reciproco, a una seria considerazione delle rispettive ragioni.

Il governo ha ritenuto necessario e urgente definire, fin dal giugno scorso, sia pure per grandi aggregati, le previsioni di spesa per i prossimi tre anni, al fine di rispettare l’impegno da tempo sottoscritto dall’Italia in sede europea per l’azzeramento del deficit di bilancio e per la graduale, ma netta e costante, riduzione del debito pubblico. Sono certo che anche a voi non sfugge l’importanza strategica di questo obbiettivo, il cui raggiungimento è condizione per uno sviluppo di politiche pubbliche meno pesantemente condizionato dall’onere del debito via via accumulatosi.

Tuttavia io auspico:
1) che si creino spazi per un confronto – in sede parlamentare – su come meglio definire e distribuire nel tempo i tagli ritenuti complessivamente indispensabili della spesa pubblica tra i ministeri e i varii programmi, valutando attentamente l’esigenza di salvaguardare livelli adeguati di spesa per la ricerca e la formazione;

2) che a sostegno di questo sforzo, si formulino proposte anche da parte di studenti e docenti, per razionalizzare la spesa ed elevarne la qualità, con particolare riferimento all’Università, dovendosi rimuovere distorsioni, insufficienze e sprechi che nessuno può negare. E ciò sposta il discorso sulla tematica degli ordinamenti e della gestione del sistema universitario : tematica sulla quale è atteso un confronto tra il governo e gli organismi rappresentativi delle Università.

Occorre che tutte le istituzioni e le forze sociali e culturali si predispongano senza indugio a tale confronto, in termini riflessivi e costruttivi: dando prova, anche voi, responsabilmente, di “determinazione e intelligenza”, come avete scritto a conclusione della vostra lettera.

Un cordiale saluto


Giorgio Napolitano

mercoledì 22 ottobre 2008

Tutte le Province esprimono sconcerto per i decreti sulla scuola

Riporto il documento approvato dall'Assemblea degli Assessori all'Istruzione delle Province, può essere utile per i contenuti e per il fatto che ha visto la condivisione sia di amministrazioni di centro sinistra che di centro destra.
Forse se la Gelmini ci ripensa farebbe bella figura...


Gli Assessori Provinciali all’Istruzione,
riuniti a Torino nell’ambito dell’Assemblea Nazionale delle Province italiane
del 13 ottobre 2008


PRESO ATTO

- del disposto dell’art. 64 del D.L n.112/08 convertito dalla legge 6 agosto 2008;
- del disegno di legge di conversione del D.L. n.137/08, con particolare riferimento ai contenuti dell’art. 4 e dell’art. 7 bis del maxiemendamento;
- dello schema di Piano Programmatico del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, di cui al citato art.64 D.L n.112/08, trasmesso alle Regioni ed alle Autonomie Locali ai fini dell’acquisizione del parere della Conferenza Unificata;
- dell’articolo 3 del decreto-legge 7 ottobre 2008, n.154;

ESPRIMONO PREOCCUPAZIONE, ALLARME E SCONCERTO:

· per il vulnus all’autonomia delle Istituzioni Locali, costituito dai vincoli alle operazioni di dimensionamento degli istituti e di razionalizzazione della rete scolastica, già impliciti nella manovra finanziaria e nelle indicazioni del piano programmatico; vincoli che, di fatto, impediscono la redazione di un piano che tenga conto delle reali esigenze dei territori amministrati, fino al rischio della soppressione delle autonomie scolastiche, faticosamente fin qui garantite nelle situazioni di maggior isolamento o nelle zone a rischio di disagio e di illegalità; vincoli che possono incidere anche sulle politiche per l’istruzione degli adulti;

· per la gravità della disposizione contenuta nell’art.3 del DLn.154/2008 che contrasta con le funzioni fino ad oggi esercitate dalle Regioni e dalle Autonomie locali annullandone di fatto ogni ruolo;


· per la frettolosità di provvedimenti, che secondo gli obiettivi esplicitati nel piano programmatico, intendono intervenire, prima delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, sul dimensionamento degli istituti e sulla ridefinizione dei piani degli indirizzi di studio superiore, ovvero sul segmento del sistema di istruzione a maggior rischio di abbandono e più direttamente collegato ad una scelta che, in molti casi, determina non solo il successo formativo degli studenti, ma anche il loro futuro percorso di vita, proprio nel momento in cui le Province stanno lavorando sull’orientamento scolastico;

· per la riduzione del tempo scuola, soprattutto nella scuola primaria, che comporterà una crescita qualitativa e quantitativa della domanda di servizi alle famiglie, il cui onere, anche solo organizzativo, è destinato a ricadere sugli Enti Locali, impattando sulle politiche sociali; misure che rischiano di determinare opportunità diseguali e diverse in ragione della storia e delle caratteristiche economiche e orografiche dei diversi territori, trasformando la ricchezza del tempo scuola destinato alle attività integrative ed extracurriculari nella povertà del tempo di assistenza e di intrattenimento;


· per l’innalzamento del rapporto studenti docenti, anche in termini di ricadute organizzative e strutturali, ed il taglio netto dell’orario di sostegno che interviene ad annullare ogni condizione per una reale integrazione degli studenti disabili, tanto dal punto di vista della didattica quanto in termini di servizi;

RIBADISCONO

· che la scuola necessita di una riforma, accuratamente progettata e condivisa, in tutte le sue ricadute, anche economiche, ma non certamente di revisioni ordinamentali che rispondano ad esigenze di contrazione della spesa;

· che un equilibrato e ponderato intervento di razionalizzazione dei costi non può non essere accompagnato da un adeguato piano di investimenti, in termini di sostegno al tempo pieno, di un piano straordinario di finanziamento dell’edilizia scolastica, di incremento delle dotazioni tecnologiche e delle strumentazioni di laboratorio, di servizi per gli studenti disabili nonché di azioni per l’integrazione degli studenti immigrati, in assenza del quale l’intera manovra finanziaria si configura esclusivamente come una manovra di impoverimento delle strutture, dei servizi e della qualità della scuola;


AFFERMANO

· Che le misure e provvedimenti esaminati si pongono in controtendenza rispetto ad obiettivi di innalzamento delle competenze e di inclusione sociale e che inevitabilmente comporteranno di fatto, a fronte della riduzione di spesa a carico del bilancio dello Stato ulteriori e non sostenibili oneri per gli Enti Locali, che già concorrono per circa dieci miliardi di euro alla spesa complessiva per l’istruzione;

· Che anche su profili diversi da quello della spesa per l’edilizia ed il funzionamento, la scuola è chiamata ad avere come riferimento non il solo Ministero e le sue articolazioni territoriali periferiche, ma sempre più gli enti territoriali che operano nel territorio nel quale è ubicata e che svolgono un ruolo fondamentale con riferimento non solo al più generale supporto alla funzione di istruzione, ma anche rispetto alla programmazione dell’offerta formativa.


· Che il ruolo degli Enti Locali, nel complesso del quadro costituzionale, impone che decisioni che incidono sulla qualità, sulla modalità di resa del servizio e sui costi di un settore strategico del Paese non possono essere assunte unilateralmente dal Governo e subite dal Sistema delle Regioni e degli Enti locali.

martedì 14 ottobre 2008

Audizione al Senato sui decreti Gelmini

Oggi 14 ottobre ho partecipato in rappresentanza dell'Unione delle Province Italiane all'audzione voluta dalla Commissione Istruzione del Senato sui decreti Gelmini.
Prima sono stati ascoltati i sindacati, i rappresentanti delle associazioni e poi ANCI UPI e Regioni.

Sono stati c onsegnati documenti e illustrati i motivi dell'assoluta contrarietà al metodo seguito oltre che i contenuti discutibili che fanno di questi decreti più una questione di finanza che di riforma della scuola.

Ad ascoltare le argomentazioni c'erano rappresentanti di tutti i partiti.

Vedremo cosa succede. L'importante è non mollare e mantenere viva la discussione sostenuta da un forte movimento. Ho avuto l'impressione che non si aspettassero una così forte reazione popolare....

lunedì 13 ottobre 2008

Conferenze Territoriali della Provincia per la scuola

La Provincia di Torino Assessorato all'istruzione organizza ne giorni 16 17 e 20 ottobre 8 Confereenze Territoriali (corrispondenti agli ambiti funzionali nei quali è stata suddivo il territorio provinciale) alle quali sono invitati i Comuni e le istituzioni scolastiche e formative concentrate come segue:
giovedì 16 ottobre
ore 10 Pinerolo- Liceo Scientifico M. Curie - Via dei Rochis 12
ore 14 Moncalieri - ITIS Pininfarina - Via Ponchielli 16
ore 17 Settimo Torinese - IIS 8 Marzo - via Leinì 54
venerdì 17 ottobre
ore 10 Ivrea - Liceo Gramsci - Via Alberton 10
ore 14 Rivoli ITIS Giulio Natta - Via XX settembre 14/a
ore 17 Bussoleno - Liceo Norberto Rosa - Piazza Cav. di Vittorio Veneto 5
lunedì 20 ottobre
ore 10 Torino Sala consiglieri - Provincia di Torino - Via Maria Vittoria 12
ore 15 Cirié - IIS Tommaso D'Oria - Via Prever

All'ordine del giorno:

1) Dimensionamento scolastico
2) Orientamento
3) Edilizia scolastica - piano degli interventi