mercoledì 22 ottobre 2008

Tutte le Province esprimono sconcerto per i decreti sulla scuola

Riporto il documento approvato dall'Assemblea degli Assessori all'Istruzione delle Province, può essere utile per i contenuti e per il fatto che ha visto la condivisione sia di amministrazioni di centro sinistra che di centro destra.
Forse se la Gelmini ci ripensa farebbe bella figura...


Gli Assessori Provinciali all’Istruzione,
riuniti a Torino nell’ambito dell’Assemblea Nazionale delle Province italiane
del 13 ottobre 2008


PRESO ATTO

- del disposto dell’art. 64 del D.L n.112/08 convertito dalla legge 6 agosto 2008;
- del disegno di legge di conversione del D.L. n.137/08, con particolare riferimento ai contenuti dell’art. 4 e dell’art. 7 bis del maxiemendamento;
- dello schema di Piano Programmatico del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, di cui al citato art.64 D.L n.112/08, trasmesso alle Regioni ed alle Autonomie Locali ai fini dell’acquisizione del parere della Conferenza Unificata;
- dell’articolo 3 del decreto-legge 7 ottobre 2008, n.154;

ESPRIMONO PREOCCUPAZIONE, ALLARME E SCONCERTO:

· per il vulnus all’autonomia delle Istituzioni Locali, costituito dai vincoli alle operazioni di dimensionamento degli istituti e di razionalizzazione della rete scolastica, già impliciti nella manovra finanziaria e nelle indicazioni del piano programmatico; vincoli che, di fatto, impediscono la redazione di un piano che tenga conto delle reali esigenze dei territori amministrati, fino al rischio della soppressione delle autonomie scolastiche, faticosamente fin qui garantite nelle situazioni di maggior isolamento o nelle zone a rischio di disagio e di illegalità; vincoli che possono incidere anche sulle politiche per l’istruzione degli adulti;

· per la gravità della disposizione contenuta nell’art.3 del DLn.154/2008 che contrasta con le funzioni fino ad oggi esercitate dalle Regioni e dalle Autonomie locali annullandone di fatto ogni ruolo;


· per la frettolosità di provvedimenti, che secondo gli obiettivi esplicitati nel piano programmatico, intendono intervenire, prima delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, sul dimensionamento degli istituti e sulla ridefinizione dei piani degli indirizzi di studio superiore, ovvero sul segmento del sistema di istruzione a maggior rischio di abbandono e più direttamente collegato ad una scelta che, in molti casi, determina non solo il successo formativo degli studenti, ma anche il loro futuro percorso di vita, proprio nel momento in cui le Province stanno lavorando sull’orientamento scolastico;

· per la riduzione del tempo scuola, soprattutto nella scuola primaria, che comporterà una crescita qualitativa e quantitativa della domanda di servizi alle famiglie, il cui onere, anche solo organizzativo, è destinato a ricadere sugli Enti Locali, impattando sulle politiche sociali; misure che rischiano di determinare opportunità diseguali e diverse in ragione della storia e delle caratteristiche economiche e orografiche dei diversi territori, trasformando la ricchezza del tempo scuola destinato alle attività integrative ed extracurriculari nella povertà del tempo di assistenza e di intrattenimento;


· per l’innalzamento del rapporto studenti docenti, anche in termini di ricadute organizzative e strutturali, ed il taglio netto dell’orario di sostegno che interviene ad annullare ogni condizione per una reale integrazione degli studenti disabili, tanto dal punto di vista della didattica quanto in termini di servizi;

RIBADISCONO

· che la scuola necessita di una riforma, accuratamente progettata e condivisa, in tutte le sue ricadute, anche economiche, ma non certamente di revisioni ordinamentali che rispondano ad esigenze di contrazione della spesa;

· che un equilibrato e ponderato intervento di razionalizzazione dei costi non può non essere accompagnato da un adeguato piano di investimenti, in termini di sostegno al tempo pieno, di un piano straordinario di finanziamento dell’edilizia scolastica, di incremento delle dotazioni tecnologiche e delle strumentazioni di laboratorio, di servizi per gli studenti disabili nonché di azioni per l’integrazione degli studenti immigrati, in assenza del quale l’intera manovra finanziaria si configura esclusivamente come una manovra di impoverimento delle strutture, dei servizi e della qualità della scuola;


AFFERMANO

· Che le misure e provvedimenti esaminati si pongono in controtendenza rispetto ad obiettivi di innalzamento delle competenze e di inclusione sociale e che inevitabilmente comporteranno di fatto, a fronte della riduzione di spesa a carico del bilancio dello Stato ulteriori e non sostenibili oneri per gli Enti Locali, che già concorrono per circa dieci miliardi di euro alla spesa complessiva per l’istruzione;

· Che anche su profili diversi da quello della spesa per l’edilizia ed il funzionamento, la scuola è chiamata ad avere come riferimento non il solo Ministero e le sue articolazioni territoriali periferiche, ma sempre più gli enti territoriali che operano nel territorio nel quale è ubicata e che svolgono un ruolo fondamentale con riferimento non solo al più generale supporto alla funzione di istruzione, ma anche rispetto alla programmazione dell’offerta formativa.


· Che il ruolo degli Enti Locali, nel complesso del quadro costituzionale, impone che decisioni che incidono sulla qualità, sulla modalità di resa del servizio e sui costi di un settore strategico del Paese non possono essere assunte unilateralmente dal Governo e subite dal Sistema delle Regioni e degli Enti locali.