giovedì 31 dicembre 2009

Uno spot rilancia gli istituti tecnici

La Provincia invita gli studenti ad iscriversi
“Non è una scelta di serie B: vi darà lavoro”
“Mancano periti”



[FIRMA]MARIA TERESA MARTINENGO
«In provincia di Torino l’istruzione tecnica non è una scelta di serie B, è l’istruzione che apre tutte le strade, sia l’ingresso nel mercato del lavoro sia gli studi universitari ed il Politecnico in particolare». Nel lanciare la campagna per l’orientamento alla scelta della scuola superiore - partita in questi giorni sui mezzi pubblici, sui cartelloni stradali e sul sito www.provincia.torino.it/orientarsi - il presidente della Provincia Antonio Saitta e l’assessore all’Istruzione Umberto D’Ottavio non hanno dubbi: «Nella nostra area - dicono - mancano figure tecniche molto richieste: per questo abbiamo deciso di sostenere la scelta delle famiglie e dei ragazzi in questa direzione». Per farlo efficacemente la Provincia presenta ai ragazzi di terza media (che entro febbraio dovranno scegliere la scuola superiore) gli studenti degli istituti tecnici come personaggi destinati a viaggiare nel futuro, attrezzati come l’equipaggio di una nave spaziale...
I protagonisti del manifesto sono quattro studenti dell’Itis Avogadro, due ragazzi e due ragazze, sapientemente individuati per rappresentare al meglio la realtà della Torino d’oggi. Sono loro i testimonial della campagna «Preparati al futuro», finalizzata, ribadiscono il presidente Saitta e l’assessore D’Ottavio, «a cancellare l’idea che l’istruzione tecnica sia una scelta in subordine ai licei». Licei che per anni hanno avuto un boom di consensi proprio ai danni dell’istruzione tecnica.
«Si impara studiando e provando. Sapere + fare» è il messaggio. Un messaggio che riprende, tra l’altro, recenti indicazioni di Confindustria sull’istruzione tecnica riformata: «I nuovi istituti, con la loro formazione tecnica e scientifica, gli stage, i laboratori, il forte raccordo con le imprese, costituiscono la scuola dell’innovazione manifatturiera indispensabile per aiutare le imprese ad uscire dalla crisi». A livello nazionale la differenza tra domanda e offerta è stata nel 2008 di -181.000 diplomati tecnico-professionali. Secondo Mauro Zangola, responsabile dell’Ufficio Studi dell’Unione Industriale di Torino, «poiché la metalmeccanica torinese, di gran lunga principale utilizzatore di tecnici, rappresenta in termini di addetti il 7,4% del totale nazionale, possiamo realisticamente ritenere che una percentuale analoga di quel gap possa essere attribuito a Torino. Parliamo quindi di una domanda non soddisfatta di circa 13.000 persone che nella regione diventa 20.000, il 3,5% del totale degli occupati dell’industria piemontese». Naturalmente, il momento attuale è negativo, ma chi si iscrive oggi si diplomerà tra cinque anni. «I dati si riferiscono a un periodo di ripresa come il 2007 e la prima parte del 2008 - dice Zangola -, ma al di là dei numeri resta il problema di una domanda non soddisfatta».
E il 9 gennaio si aprirà a Collegno il primo dei saloni dell’orientamento programmati dalla Provincia. «I regolamenti della scuola superiore riformata non sono ancora stati approvati, ma noi dovevamo partire comunque per aiutare le famiglie», ricorda D’Ottavio. La campagna di informazione punta anche molto sul Web con notizie in quantità, mappe e fumetti. L’indirizzo è ancora www.provincia.torino.it/orientarsi.

martedì 29 dicembre 2009

Campagna per l'istruzione tecnica

E’ partita la campagna informativa della Provincia di Torino rivolta agli studenti di terza media

I protagonisti sono quattro studenti torinesi dell’Istituto Avogadro vestiti con futuribili tute spaziali e sono i testimonial della campagna “Preparati al futuro”, lanciata in questi giorni dalla Provincia di Torino, destinata ai ragazzi che frequentano l’ultimo anno della scuola media e si trovano a dover scegliere l’indirizzo della scuola superiore.
“E’ tempo di azzerare il luogo comune secondo cui gli Istituti tecnici siano delle scuole di serie b” commentano il presidente della provincia Antonio Saitta e l’assessore all’Istruzione Umberto D’Ottavio, che si rivolgono alle famiglie dei ragazzi spiegando che gli Istituti tecnici e i loro precorsi formativi sono utili sia per imparare una professione che abbia mercato nel mondo del lavoro sia per intraprendere gli studi universitari. L’istruzione tecnica offre notevoli chance per il futuro, grazie al rapporto ravvicinato con il mondo del lavoro, ma anche una preparazione culturale adeguata a una realtà in costante evoluzione.
“Si impara studiando e provando. Sapere + fare” è il sintetico messaggio che lanciano - attraverso i manifesti che campeggiano sui mezzi pubblici e i cartelloni pubblicitari - due ragazzi e due ragazze che si sono prestati a fare da testimonial per questa iniziativa della Provincia. La campagna informativa, consultabile anche all’indirizzo internet http://www.provincia.torino.it/orientarsi/, proseguirà fino a fine febbraio quando scadranno le preiscrizioni alla scuola superiore.

mercoledì 23 dicembre 2009

Il Bilancio 2010 e l'edilizia scolastica

Articolo di Stefano Parola su Repubblica del 23 dicembre 2009

Solo interventi legati alla messa a norma degli edifici. Nel suo bilancio la Provincia di Torino ha pensato esclusivamente alla sicurezza delle scuole e ha quintuplicato le risorse destinate alla manutenzione ordinaria, passate da uno a cinque milioni di euro. Perché, dice l´assessore all´Istruzione Umberto D´Ottavio, «abbiamo l´obiettivo strategico di ottenere la certificazione di tutti i 162 edifici scolastici di nostra competenza».
Si parla di una cifra compresa tra i 30 e i 40 mila euro che serviranno a ciascun istituto per gli interventi più elementari come la sostituzione dei vetri rotti, la riparazione degli infissi e tutte quelle operazioni necessarie a ottenere i certificati di messa a norma e di prevenzione incendi. A individuare le azioni più urgenti sarà la Provincia stessa, d´accordo con le singole autonomie scolastiche.
I 5 milioni per le manutenzioni sono risorse fresche, ottenute dai residui degli anni precedenti, e fanno parte di quei 17 milioni che la Provincia ha messo a bilancio per interventi di edilizia scolastica. L´ente otterrà i restanti 12 milioni stipulando una serie di mutui. Una parte di questi ultimi servirà per portare avanti l´accordo di programma stipulato con la Regione che prevede per il Torinese quattro interventi importanti: la costruzione del nuovo edificio scolastico di Chivasso, il completamento del liceo di Collegno, la ristrutturazione dell´ala di via Rovigo dell´istituto Beccari di Torino e la realizzazione della palestra dell´istituto Alberti di Luserna San Giovanni.
Nell´elenco delle spese non poteva mancare il liceo Darwin di Rivoli, l´istituto in cui perse la vita lo studente Vito Scafidi. In questo caso lo stanziamento è 1,1 milioni, che tra le altre cose serviranno a completare gli interventi nelle aule oggi sotto sequestro e al rifacimento di una parte del tetto. Però D´Ottavio attende anche un aiuto da Roma: «In occasione dell´anniversario della tragedia – spiega l´assessore – il ministro Gelmini ci ha promesso due milioni di euro, che aggiunti alle nostre risorse sarebbero decisivi per ultimare i lavori».
Il resto delle risorse sarà destinato a interventi minori, tra i quali il rifacimento della palestra del Primo liceo artistico di Torino. Mentre al momento non sono previsti fondi per l´innalzamento del liceo D´Azeglio o per la nuova sede del liceo europeo Spinelli: «Le decisioni su tutti gli interventi non riconducibili alla sicurezza e alla messa a norma le valuteremo nei prossimi mesi, sperando in un ulteriore contributo da parte dello Stato», dice Umberto D´Ottavio. Facile pensare che l´assessore all´Istruzione voglia attendere l´esito delle iscrizioni: la riforma dei licei potrebbe aumentare il numero degli iscritti in alcuni istituti e diminuirlo in altri, modificando il grado d´urgenza dei vari interventi.

mercoledì 16 dicembre 2009

Riordino degli indirizzi delle superiori

"Superati i limiti di delega". Oggi vertice al ministero per valutare un rinvio delle iscrizioni
I sindacati a Mariastella Gelmini: ora posticipare di un anno il riordino scolastico



Il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini
di MARIO REGGIO
ROMA - Stop del Consiglio di Stato alla riforma delle scuole superiori che, nell'intenzione del ministro Mariastella Gelmini, dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico. Il Consiglio di Stato contesta che i Regolamenti emanati dal ministro vanno ben al di là della delega concessa dal Parlamento. Meno ore, meno materie, con l'obiettivo di ridurre i costi ed il personale non rientrano nella delega che prevede, secondo i magistrati, "la sola ridefinizione dei curricula vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e relativi quadri orari".

Il secondo punto riguarda la creazione dei Dipartimenti scolastici per la valutazione che porterebbero alla cancellazione di fatto dei collegi dei docenti, in contrasto con la legge sull'autonomia scolastica. Il Consiglio di Stato, la sentenza è dello scorso 9 dicembre, chiede al ministero di chiarire i punti contestati e si riserva il giudizio definitivo. Ma il tempo è tiranno. Sono alle porte le vacanze di Natale, le commissioni parlamentari di Camera e Senato dovranno prendere visione e valutare il nuovo testo dei regolamenti. E il termine ultimo per le iscrizioni al nuovo anno scolastico è stato già fissato al 27 febbraio 2010. Il rischio è che tutto slitti all'anno scolastico 2011-2012. Che qualche problema ci sia è confermato dall'unica notizia che trapela da viale Trastevere: stamattina summit al ministero per decidere l'eventuale slittamento della scadenza delle iscrizioni alle superiori.

Il Consiglio di Stato ha, infatti, invitato il ministero ad alcuni chiarimenti sui tre schemi di regolamento approvati in prima lettura dal consiglio dei ministri e attualmente all'esame delle commissioni parlamentari, riservandosi "la facoltà di disporre l'audizione del Capo dell'Ufficio legislativo del Ministero, nonché del dirigente generale competente all'istruttoria del regolamento". Nel frattempo il Consiglio ha sospeso l'emanazione del parere.

Alla luce dei chiarimenti chiesti e considerando che le Commissioni parlamentari non hanno ancora espresso i richiesti pareri che, comunque, dovranno ora tenere conto del pronunciamento dei magistrati, dal fronte sindacale arriva la richiesta di rinviare di un anno il debutto della riforma.

"Avremmo di certo preferito che tale blocco fosse stato determinato dalla ferma e dilagante opposizione di docenti, Ata, studenti e genitori: ma in ogni caso - afferma Piero Bernocchi portavoce dei Cobas - accogliamo positivamente tutto ciò che ci dà tempo affinché tale protesta e tale lotta si sviluppino al massimo nei prossimi mesi, verso una sonora bocciatura di una controriforma che distruggerebbe le superiori e ulteriormente immiserirebbe l'intera scuola pubblica italiana".

"Ribadiamo ora con maggior forza - dice il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - che è il caso di fermarsi, rinviando di un anno l'entrata in vigore dei regolamenti: di ascoltare le ragioni di quanti non hanno condiviso merito e metodo del riordino della scuola secondaria superiore; è necessario rimuovere i tagli e, solo a questa condizione, riprendere le fila per una vera riforma che necessita non di tagli ma di investimenti, di tempo per l'ascolto e il confronto vero". Stessa richiesta dalla Gilda. "Le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato - dichiara il coordinatore Rino Di Meglio - rilevano, in sostanza, che non esistono le condizioni adatte per procedere con l'applicazione della riforma voluta dal Governo".
(15 dicembre 2009)

martedì 15 dicembre 2009

UNA NUOVA SCUOLA PER I BAMBINI DI GORIANO SICOLI, IN ABRUZZO

Prosegue la ricostruzione in Abruzzo. Sabato 12 dicembre alle ore 12 a Goriano Sicoli il Comune e Legacoop inaugureranno la nuova scuola, una struttura antisismica, ecosostenibile e colorata, realizzata in meno di quattro mesi nel luogo dove era presente l’edificio crollato a causa del terremoto del 6 aprile. All’inaugurazione interverrà l’assessore all’Istruzione Umberto D’Ottavio invitato a rappresentare la Provincia di Torino. La nuova scuola sarà intitolata ad “Antonino Monaco”, catanese scomparso nel 2003, il cooperatore che è riuscito a coniugare lo spirito d'impresa delle cooperative di abitazione e la solidarietà sociale. Il sisma dell’aprile scorso che ha colpito l'Aquila e la sua provincia, ha causato anche il crollo della scuola primaria di Goriano Sicoli. Questo paese lontano dall'Aquila e dalle telecamere ha rischiato di perdere la scuola per i suoi bambini. Grazie all’impegno della Legacoop (nazionale, piemontese, abruzzese e Coop Consumatori Nordest) e dell'Amministrazione Comunale in meno di 4 mesi è stata finanziata e completata una moderna struttura idonea ad accogliere gli allievi di Goriano Sicoli.

giovedì 10 dicembre 2009

manifestazione dei sindaci sulla finanziaria

Roma, 10 dicembre. "Dopo la grande e bipartisan manifestazione di stamane, che ha visto in piazza sindaci e amministratori da tutta Italia, occorre un segnale di reale ascolto del disagio mostrato dai rappresentanti democratici delle istituzioni locali. Cosi', mentre rilanciamo un invito al governo a riflettere sulle conseguenze di provvedimenti improvvidi e gravidi di conseguenze, rinnoviamo il nostro appello al presidente della Camera affinche' vengano stralciate le parti ordinamentali dalla manovra finanziaria. Ormai e' chiaro che il taglio del fondo ordinario agli enti locali non c'entra nulla con i costi della politica: si provveda pertanto a riportare il dibattito sui giusti binari, e ci attendiamo che il presidente Fini eserciti la sua azione di garanzia gia' sviluppata sin qui in altri frangenti".
Così la Confederazione Legautonomie-Uncem - attraverso la voce dei suoi Presidenti Enrico Borghi e Oriano Giovanelli - dopo la manifestazione di questa mattina a Montecitorio contro la manovra Finanziaria e all'indomani del convegno romano organizzato sempre dalla Confederazione Legautonomie-Uncem sul Ddl Calderoli che ha denunciato i costi del centralismo e i rischi del consociativismo.

lunedì 30 novembre 2009

Deliberato dalla Provincia il Piano dell'offerta formativa e della rete delle Istituzioni scolastiche

La Provincia di Torino ha deliberato la definizione della rete delle Istituzioni scolastiche e dell’offerta formativa per l’anno 2010/2011.

Infatti è compito delle Province predisporre il Piano Provinciale che deve essere poi inviato in Regione per l’approvazione definitiva.

E’ dal 1998 che questa parte di competenze è passato agli Enti locali, prima veniva svolta dai Provveditorati, ma con l’avvio del decentramento amministrativo, la competenza relativa alla programmazione è passata ai Comuni per le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e alle Province per la secondaria di secondo grado oltre al compito di coordinare l’azione dei Comuni .

Quest’anno tutto questo si inserisce nel contesto delle politiche ministeriali volte a conseguire nel corso del triennio 2009/12 un risparmio di oneri a carico dello Stato pari a circa 8 miliardi di euro di spesa corrente destinata al personale delle Istituzioni scolastiche.

Alle Regioni, alle Province e ai Comuni è richiesto di agire in modo convergente all’obbiettivo del risparmio.

Gli effetti si sono già visti nell’anno scolastico in corso, ma saranno ancora più significativi nel prossimo.Infatti si prevedono altri 1900 insegnanti in meno in Piemonte.

Per le secondarie superiori c’è la novità del RIORDINO DEGLI INDIRIZZI con la soppressione delle sperimentazioni e l’istituzione nell’ordinamento di nuovi indirizzi.

Per questo non è stato facile elaborare il Piano Provinciale. Ma abbiamo voluto raccogliere l’esigenza dei cittadini piccoli e grandi di avere elementi di certezza in vista delle scelte che devono compiere per la prosecuzione degli studi.

Scuole dell’infanzia , primaria e secondaria di primo grado: la Provincia di Torino ha chiesto ai Comuni di valutare lo stato delle Istituzioni e dei Punti di erogazione del Servizio . Il risultato è di 101 circoli didattici, 70 istituti comprensivi, 58 autonomie della secondaria di primo grado per un totale di 1220 punti di erogazione del servizio

Scuola secondaria superiore di secondo grado: siamo partiti dalla consapevolezza di avere una forte e ricca distribuzione dell’offerta nel territorio per cui è importante innanzitutto una tutela e un mantenimento; abbiamo condiviso con le Istituzioni scolastiche la “confluenza” di questo patrimonio nel nuovo ordinamento.

Il risultato è quello di avere 96 autonomie, per 168 punti di erogazione del servizio , con una media di allievi per autonomia di 854.
La Provincia di Torino ha approvato una assegnazione di indirizzi del nuovo ordinamento alle autonomie che porta ad avere nella città di Torino

15 Istituti Professionali
10 Istituti Tecnici Industriali
15 Istituti Tecnici del settore economico
2 Istituti tecnici de settore delle costruzioni
5 Licei classici
15 Licei scientifici
7 Licei linguistici
4 Licei delle scienze umane
3 Licei artistici

La Provincia di Torino ha suddiviso il proprio territorio in 8 ambiti funzionali nei quali è stata assicurata la più ampia presenza di offerta, come è possibile vedere dalle singole situazioni.

Inoltre, in maniera formale, si dichiara di condividere il percorso proposto dal Ministero dell’istruzione per l’istituzione di un nuovo Istituto di Istruzione Superiore intitolato a Vito Scafidi e di contribuire alla definizione delle proposte che verranno definite dal gruppo tecnico interistituzionale.

La Provincia di Torino ha tra i suoi più importanti obbiettivi quello di raggiungere anche nel nostro territorio quanto stabilito dall’Unione Europea con la cosiddetta “strategia di Lisbona” che vede nell’innalzamento del livello di istruzione dei cittadini il fondamento per la tenuta della coesione sociale e della qualità dello sviluppo economico.

A questo riteniamo di contribuire con la rete dell’offerta approvata, puntando alla collaborazione tra gli Enti e al successo del prezioso lavoro degli insegnanti e del personale della scuola.

lunedì 19 ottobre 2009

Al lavoro per il nuovo ordinamento delle superiori

Pubblico l'articolo di Maria teresa Martinengo della Stampa del 18 ottobre 2009


Dove dar vita ai nuovi licei linguistici? Dove i corsi per tecnici del turismo e il liceo musicale? Ancora: ci sono parti di territorio prive di liceo classico o di scientifico che meriterebbero di averlo? Che fare delle scuole con pochi studenti? Azzerarle e farle rinascere rinnovate? Con queste ed altre questioni, per le scuole e le famiglie di grande impatto, è alle prese l’assessore all’Istruzione della Provincia, Umberto D’Ottavio. La riforma delle superiori partirà nel settembre 2010, le iscrizioni si devono fare entro febbraio e il piano del dimensionamento con i nuovi indirizzi attivati deve essere presentato dalle province alla Regione entro novembre. Entro fine anno, poi, la Regione dovrà decidere l’assetto finale delle autonomie scolastiche. Ridisegnare la scuola superiore è un’operazione delicata. Tanto delicata e complessa che il presidente della Provincia Antonio Saitta ha chiesto un aggiornamento settimanale.
«La Provincia - spiega D’Ottavio - vuole definire l’offerta formativa prima della razionalizzazione dei punti di erogazione del servizio scolastico. Per 60 istituti degli 85 istituti del territorio - tra cui i licei classici e scientifici, gli istituti tecnici industriali e i professionali - le tabelle di confluenza nei nuovi indirizzi non pongono problemi particolari. Ci sono invece difficoltà per gli Istituti tecnici commerciali perché quasi tutti hanno chiesto di diventare Istituti tecnici per il turismo. Ma oggi c’è anche l’indirizzo turistico dei professionali... C’è l’interrogativo dei linguistici, che tutti vorrebbero».
Gli studenti delle superiori sono 82 mila, la metà frequenta in città, gli altri in provincia. «La riforma ci consente di ridistribuire gli indirizzi in base alle necessità, ma c’è il paletto dell’organico che diminuirà ancora: bisogna trasformare i corsi, non aggiungerne, come invece hanno chiesto le scuole. Serve una regia generale per ridisegnare l’offerta».
Per il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Paolo Iennaco, «il primo lavoro da fare con gli enti locali è applicare la tabella delle corrispondenze, poi analizzare la distribuzione territoriale dei corsi. Nel frattempo il Miur emanerà i regolamenti con le tabelle degli insegnamenti opzionali che le scuole possono attivare nella percentuale di orario assegnata all’autonomia e partirà con la campagna informativa. Certo, una scuola non può essere avviata con le sole classi prime ed è quindi verosimile che occorra un quinquennio, un ciclo, per andare a regime». Una parte dei nuovi corsi potrebbe decollare in un istituto per confluire in un altro quando fossero attivati tutti e 5 gli anni. «In questo quadro i Provveditorati piemontesi - dice Iennaco - attendono di sapere come muoversi. Sicuramente il direttore regionale ci darà direttive».

lunedì 12 ottobre 2009

Mariastella, una ministra da far west

Pubblico una nota di Marina Boscaino

Mariastella, una ministra da far west 11-10-2009

Ulteriore caos amministrativo nel caos organizzativo della scuola italiana targata Gelmini: entro 30 giorni - ha disposto ieri il Tar del Lazio - il ministro deve rimettere mano alle graduatorie per incarichi e supplenze; altrimenti interverrà un commissario. Che cosa è successo? Il Consiglio di Stato aveva dichiarato illegittima la decisione del ministro, che aveva stabilito che i docenti precari avrebbero potuto richiedere l'inserimento prioritario in una provincia e poi in ulteriori altre tre in cui «figurare in graduatoria per il biennio 2009-2011», con collocazione però in coda al personale incluso. A patrocinare i ricorsi è stata l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione, che ha rilevato l'iniquità della collocazione in coda e rivendicato una collocazione «a pettine» in base al punteggio anche nelle province ulteriori. Nonostante diversi Tar avessero accolto questa interpretazione, Gelmini in luglio invitava gli Uffici scolastici provinciali a procedere nell'assegnazione dei posti, in attesa del suo ricorso al Consiglio di Stato.
La prima impressione è che si sia trattato di un tentativo improvvisato e contraddittorio di fornire una risposta al fatto che le graduatorie si esauriscono al Nord, mentre traboccano di precari al Sud, e di offrire al precariato meridionale una chance in più, cercando di evitare gli strali della Lega. Un'analisi più approfondita fa pensare che questo percorso impraticabile non sia stato casuale: la moltiplicazione di emergenze e criticità in un sistema così complesso come quello delle graduatorie potrebbe preludere all'ennesima «semplificazione» populista; del resto mettere mano al sistema di reclutamento degli insegnanti è obiettivo esplicito del governo. In ogni caso sono 7.500 gli aspiranti che si sono iscritti «in coda» e, anche se il ministro ha disposto che l'inserimento a pettine debba riguardare soltanto i «ricorrenti», a essere in una condizione di incertezza sono 150.000 insegnanti coinvolti, di cui 100.000 hanno già avuto la supplenza annuale e 8.000 sono stati immessi in ruolo secondo una graduatoria che è completamente da rivedere. Per non parlare dei ricorsi che deriveranno certamente dai contro-interessi messi in moto dalla rivisitazione.
Usando i metodi spregiudicati a cui ci ha abituati, Gelmini ha annunciato l'emanazione di un provvedimento che «sana» l'intera questione. Il fatto che il Tar ricordi che eludendo le ordinanze cautelari il ministero ha aggirato la Costituzione e l'abbia condannata al pagamento delle spese a favore degli insegnanti danneggiati non sembra impensierirla. L'efficientismo da Far West della pedestre Gelmini: una delle tante insidie da cui la scuola pubblica italiana deve cercare di proteggersi.

lunedì 28 settembre 2009

Risultati congresso di Collegno

CONGRESSO di COLLEGNO
Risultati provvisori

C. Regionale 165 voti validi:
Morgando - 111 (67,27%)
Damiano - 35 (21,21%)
Tricarico - 19 (11,52%)

C. Provinciale 167 voti validi:
Bersani - 122 (73,05%)
Franceschini - 26 (15,57%)
Marino - 19 (11,38%)

mercoledì 22 luglio 2009

Patto di stabilità

Roma, 21 luglio 2009. Lo sblocco parziale dei pagamenti in conto capitale dei comuni e delle province previsto dal D.L. 78/2009 (e fissato al 4 per cento dello stock di residui passivi di fine 2007 nell'ultima versione dei relatori) è una buona notizia per gli enti locali, anche se arriva in notevole ritardo.

"Meglio tardi che mai", afferma Antonio Misiani, responsabile finanza locale di Legautonomie. "Lo sblocco è una vittoria del mondo delle autonomie, che da mesi e mesi chiedeva al governo di allentare i vincoli assurdi del patto interno di stabilità. Ora, finalmente, - prosegue Misiani - i comuni e le province potranno svolgere un ruolo contro la crisi, mettendo in moto almeno parte delle loro risorse pronte per essere investite. Rimangono invece inalterate tutte le nostre preoccupazioni per il 2010, perché la manovra triennale approvata lo scorso anno prevede per gli enti locali obiettivi di rientro del tutto insostenibili e assolutamente controproducenti in una fase di grave crisi economica".

venerdì 3 luglio 2009

CONSULTA BOCCIA IN PARTE 'TAGLI' GELMINI

SCUOLA: CONSULTA BOCCIA IN PARTE 'TAGLI' GELMINI
ROMA - La Corte Costituzionale ha dichiarato parzialmente illegittime le norme sui 'tagli' alla scuola che il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha previsto a partire dal 2009-2010. I giudici della Consulta hanno di fatto salvato, ritenendolo di competenza esclusiva statale, l'impianto complessivo degli interventi contenuti nel decreto sullo sviluppo economico di cui, però, sono stati bocciati due punti: la definizione tramite regolamento ministeriale di criteri, tempi e modalità per ridimensionare la rete scolastica; l'attribuzione anche allo Stato (e non soltanto alle Regioni e agli enti locali) delle misure necessarie a ridurre i disagi causati dalla chiusura o accorpamento di scuole nei piccoli comuni. La sentenza è stata depositata stasera in cancelleria.

Con la sentenza n. 200, scritta dal giudice Quaranta, la Corte ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 64, comma 4, lettera f bis ed f ter, del decreto sullo sviluppo economico, convertito in legge con modifiche nell'agosto 2008. Per la Corte, infatti, solo in questi due punti - mentre tutte le altre contestazioni mosse da otto Regioni sono state dichiarate inammissibili, infondate o superate da nuove norme - é stato violato l'articolo 117 della Costituzione sulla potestà legislativa dello Stato e delle Regioni sulla base delle modifiche apportate dalla riforma del titolo V della Costituzione nel 2001. Le motivazioni della lunga sentenza (38 pagine) fissano per la prima volta importanti paletti nel riparto delle competenze tra Stato e Regioni in fatto di istruzione. "Il sistema generale dell'istruzione, per sua stessa natura, riveste carattere nazionale - scrive la Consulta -, non essendo ipotizzabile che esso si fondi su una autonoma iniziativa legislativa delle Regioni, limitata solo dall'osservanza dei principi fondamentali fissati dallo Stato, con inevitabili differenziazioni che in nessun caso potrebbero essere giustificabili sul piano della stessa logica. Si tratta, dunque, di conciliare, da un lato, basilari esigenze di 'uniformita'' di disciplina della materia su tutto il territorio nazionale, e - viene aggiunto - dall'altro, esigenze autonomistiche che, sul piano locale-territoriale, possono trovare soddisfazione mediante l'esercizio di scelte programmatiche e gestionali rilevanti soltanto nell'ambito del territorio di ciascuna Regione".

venerdì 26 giugno 2009

liceo darwin ricevuta delegazione

LICEO DARWIN: RICEVUTA A PALAZZO CISTERNA UNA DELEGAZIONE DI STUDENTI E GENITORI
Alla vigilia della marcia di solidarietà “A scuola sicuramente!” promossa dal Comitato Studenti e Genitori per la Sicurezza nelle Scuole del Liceo Darwin di Rivoli, il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e l’assessore all’Istruzione Umberto D’Ottavio (ancora in carica in attesa dell’insediamento della nuova Giunta) hanno ricevuto una delegazione di studenti e genitori del Darwin che hanno chiesto informazioni sullo stato dei lavori nella scuola danneggiata dal tragico crollo del novembre scorso. “Se tutto procede secondo i programmi – hanno assicurato il presidente Saitta e l’assessore D’Ottavio – l’anno scolastico potrà iniziare con tutte le classi nella sede. Pertanto non servirà la succursale di Cascine Vica. Quanto alla ristrutturazione del tetto si stanno predisponendo i progetti”. Con il completamento del primo lotto dei lavori di ristrutturazione sono rientrate in sede, il 4 maggio scorso, le classi del Liceo Darwin che frequentavano al pomeriggio, ospiti dell’Istituto Natta. Altre 17 classi sono ancora distaccate presso la scuola media Levi di Cascine Vica in attesa della fine dei lavori del secondo lotto. Con la marcia programmata per domani (partenza ore 20,30 Piazza Martiri della Libertà a Rivoli) il Comitato intende ricordare quanto è accaduto, sostenere il progetto di una borsa di studio e mantenere viva la sensibilità dei cittadini sulla questione Darwin e più in generale sulla tematica della Sicurezza nelle Scuole.

mercoledì 24 giugno 2009

SAITTA CONFERMATO PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI TORINO

PRESENTAZIONE
Con il 57,38 per cento Antonio Saitta (Centrosinistra) è risultato primo al ballottaggio davanti alla candidata del Centrodestra Claudia Porchietto che ha riportato il 42,61 per cento dei voti.
40,75 la percentuale dei votanti Nella tabella i dati definitivi e la ripartizione dei seggi.

ANTONINO SAITTA
Data di nascita: 15/07/1950
Luogo di nascita: RADDUSA 421137 57,38%
Liste
Seggi Voti %
PARTITO DEMOCRATICO
17 - -
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
5 - -
UNIONE DI CENTRO
2 - -
MODERATI
1 - -
SINISTRA PER LA PROVINCIA DI TORINO
1 - -
LISTA LOCALE INSIEME PER LA PROVINCIA
0 - -
PARTITO SOCIALISTA
0 - -
FED.DEI VERDI
0 - -
PENSIONATI INVALIDI
0 - -

CLAUDIA PORCHIETTO
Data di nascita: 30/05/1967
Luogo di nascita: VENARIA REALE 312775 42,61%
Liste Seggi Voti %
IL POPOLO DELLA LIBERTA' 11 - -
LEGA NORD 4 - -
LISTA LOCALE CLAUDIA PORCHIETTO E' ORA. 1 - -
LA DESTRA 0 - -
FIAMMA TRICOLORE 0 - -
P. LIBERALE ITALIANO 0 - -
UNIONE PENSIONATI 0 - -
ALLEANZA DI CENTRO PER LA LIBERTA' 0 - -
MPA MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE 0 - -
U.D.EUR POPOLARI 0 - -

ALTRE LISTE (presenti al primo turno)

giovedì 18 giugno 2009

La Provincia prepara la rivoluzione delle superiori

Pagina XIII - Torino 14 giugno 2009

Due licei musicali, a rischio gli ex magistrali

La Provincia prepara la rivoluzione delle superiori: tagliati altri 1500 insegnanti



D´Ottavio: "Entro settembre presenteremo i piani formativi alla Regione"

TOMASO CLAVARINO

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Gli ex magistrali adesso licei psicopedagogici a rischio, poche certezze sui nuovi licei musicali e coreutici, ancora altri tagli di prof. La rivoluzione nel mondo dei licei annunciata dal governo avrà pesanti ripercussioni anche per la Provincia di Torino che entro il 30 settembre dovrà stilare il piano dell´offerta formativa da sottoporre alla Regione per l´approvazione. Una patata bollente che arriva nelle mani della giunta provinciale in un momento a dir poco "movimentato". I ballottaggi per l´elezione del nuovo presidente sono alle porte e i margini di manovra abbastanza limitati, «nonostante ciò la giunta già da tempo si è mossa per non arrivare tardi all´appuntamento di fine settembre – spiega Umberto D´Ottavio, assessore provinciale uscente all´Istruzione – Dobbiamo aspettare l´esito delle elezioni, ma abbiamo al vaglio alcune ipotesi, nulla di certo, stiamo ragionando sul da farsi, perché sarà davvero una rivoluzione che, se da un lato apporterà dei miglioramenti, perché la riduzione degli indirizzi delle scuole superiori era necessario, dall´altro riducendo le ore di lezione, cancellerà i laboratori e manderà a casa molti insegnanti. In sostanza si fa passare per una riforma pedagogica, che parte da un´idea buona, quelli che sono in verità dei tagli indiscriminati alla scuola pubblica». Ma andiamo con ordine. La riduzione a sei del numero dei licei apporterà notevoli cambiamenti nel sistema scolastico torinese. Istituti storici come il Berti ed il Regina Margherita, due istituti psicopedagogici, rischiano di scomparire visto che quest´indirizzo non sarà più previsto dal 2010/2011. «Potrebbero essere reindirizzati verso le scienze umane – continua D´Ottavio – ma sono solo ipotesi. Così come l´istituto Sommellier di corso Duca degli Abruzzi, potrebbe continuare ad esistere ma con un altro indirizzo».
Insomma, il lavoro è tanto e non semplice. Si dovrà pensare non solo all´eventuale chiusura di alcuni istituti ma anche all´istituzione di altri, quelli nuovi previsti dalla riforma. «Ad esempio abbiamo già ricevuto numerose richieste da parte d´istituti che vorrebbero ospitare il liceo musicale e coreutico – spiega l´assessore – Noi dovremo valutare i progetti, le opzioni e poi scegliere anche in base alle esigenze ed alla storia della città. Di licei musicali penso che non ce ne saranno più di due fra Torino ed Ivrea». L´altro aspetto importante di questa riforma è la riduzione dell´orario settimanale delle lezioni che passa a ventisette ore. Un tempo che potrebbe non essere sufficiente a realizzare i laboratori «con il rischio che la nostra scuola diventi solamente teorica».
Questa riduzione comporterà anche dei tagli nel corpo insegnante «che si aggirano sulle millecinquecento unità in due anni con blocchi da 750. Tanto per ribadire il fatto che il governo pensa solo a tagliare». Insomma si preannuncia un´estate di duro lavoro per la Provincia, «a prescindere da chi vincerà al ballottaggio, questa questione dovrà essere la priorità della nuova giunta».

lunedì 15 giugno 2009

I nuovi licei

I nuovi licei

Il quadro ora è completo. Dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri dei regolamenti per il tecnico e i professionali il 12 giugno è stata la volta dei licei.

Chi a Viale Trastevere sta lavorando sulle scuole superiori deve avere le idee poco chiare su tutto, tranne che su un tema: economizzare. In virtù di quest'unica linea-guida si è smantellato qualsiasi progetto culturale (semmai negli ultimi anni ce n’è stato uno) riguardante l'organizzazione della scuola superiore nel nostro Paese.

In un imbarazzante gioco apparentemente casuale, si contraggono ore di lezione, insegnamenti. E così potrà accadere che storia e geografia avranno un voto unico; o che matematica e fisica vengano accorpate, come se rappresentassero un'unica disciplina. Rispetto alle sperimentazioni, che in prima battuta parevano tutte destinate ad essere tagliate senza alcuna possibilità di ripensamento, i percorsi liceali – formalmente 6 – saranno in realtà 12, potendo l'offerta formativa avvalersi di opzioni facoltative. Ma non ho qui intenzione di soffermarmi sui singoli licei; basta uno sguardo sulla Rete per trovarne descrizioni esaustive.

E del resto un’analisi dettagliata renderebbe ancora di più la desolante evidenza dell’assenza più totale di un qualsivoglia progetto didattico-educativo-culturale alla base di tutta l’operazione. In un momento storico in cui la latitanza della scuola potrebbe ulteriormente peggiorare la deriva di qualunquismo, disimpegno, pensiero unico che regna sovrana nel Paese. O forse, a ben guardare, il progetto sta proprio in questo rafforzamento.

Mi interessa molto più, invece, sottolineare come anche quest’ultima tornata di provvedimenti si dimostra coerente con il più ampio disegno che ha determinato crimini e misfatti della gestione Gelmini sugli altri segmenti scolastici. In soldoni la domanda continua ad essere: come arriviamo agli 8 miliardi di risparmio in 3 anni?

In un attacco di incauto buonismo voglio cominciare a segnalare un proposito, ammirevole sulla carta ma forse velleitario, sul quale è necessario sospendere il giudizio. Aspettare alla prova dei fatti è d'obbligo, se non si hanno evidenze cui fare rifermento. Ma è certo che l'inserimento di una materia non linguistica studiata in inglese appare un prolungamento demagogico della scuola delle “3i”. che rischia di concretizzarsi (così come la didattica delle insegnanti di inglese “fai da te” del modello-Moratti) in un richiamo dal facile effetto ma dall’efficacia nulla, considerando la contrazione di posti di lavoro preventivata dalla manovra economica sulla scuola. Andare a valutare, per credere, gli apprendimenti in quella lingua che la scuola italiana fa registrare dopo 13 anni di studio, a fronte di quelli di molti paesi europei. Quello che stupisce è che coloro che ci amministrano e governano ancora non hanno capito che per rendere una modifica, un’innovazione significativa (cioè, in questo caso, portatrice di significato culturale e di crescita in termini di cittadinanza) non basta pronunciare le parole che la etichettano. Bisogna investire, studiare, preparare, incentivare, sostenere.

Il latino verrà escluso dallo scientifico tecnologico: poco male, francamente, considerando il modo in cui (e Pasolini ammoniva già 40 anni fa in proposito) quella lingua, quella cultura vengono maltrattate dalla didattica; orpello e simulacro di fasti culturali del passato, che hanno spiegato abbondantemente la propria efficacia in una scuola e in un mondo diversi, oggi rischiano di essere trasformati in un omaggio doveroso, e perciò non sentito, a una tradizione ingombrante e significativa, che dall'ossequio stanco non può che venire penalizzata e mortificata definitivamente.

Altro è dire quale funzione una didattica alternativa del latino potrebbe avere nella conoscenza di quella dimensione culturale e quindi quale valenza nella crescita e formazione etico-culturale dei ragazzi italiani. Ma temo che – per chi ritiene l'accorpamento di storia e geografia un fatto normale o scienze naturali, scienze della terra e biologia tre possibilità di una stessa denominazione – il discorso avrebbe difficoltà ad essere non solo accettato, ma addirittura compreso. Dunque, andiamo avanti.

Il tempo scuola dei ragazzi del biennio viene mediamente diminuito a 27 ore settimanali, 3 in meno di quanto previsto nelle bozze di regolamento precedenti. In termini occupazionali, questa ulteriore riduzione comporterà una perdita di organico dell'8% circa in tutte le sezioni, tranne nel classico (dove tuttavia la contrazione sarà di un 2% aggiuntivo rispetto alle previsioni), nel triennio del quale si prevedono 31 ore. In termini ragionieristici (ma quanta negatività c’è dietro questa notazione) si tratta del 10% in meno di tempo scuola. Il fattore “orario” e la composizione eufemisticamente schizofrenica delle discipline al biennio renderà pressocché impossibile attivare le “passerelle” (ricordate? Uno dei cavalli di battaglia della Moratti), che promettevano un'opzione (già praticamente impossibile fino ad oggi, per la verità, soprattutto nel passaggio tra i licei e i tecnici) di trasferimento da un ordine all'altro, in caso di fallimento, ravvedimento, scoperta di vocazioni insospettate da parte dello studente. Il trasferimento, ovviamente, avviene quasi sempre dall'istruzione liceale a quella tecnico professionale. Rari i casi contrari, come rari i casi di scoperta tardiva – da parte di uno studente del canale tecnico professionale – di una predilezione per le lingue classiche, piuttosto che di una necessità di approfondimento della matematica. Ipotesi, queste, non impossibili in teoria: inverosimili in pratica, dal momento in cui il nostro Paese ha deciso di affidare alla cultura tecnico professionale e a quel segmento di scuola superiore il ruolo sostanziale di ricettori di disagio, difficoltà, condizioni sociali svantaggiate. Le passerelle servono in realtà a traghettare i fallimenti liceali verso scuole ritenute di più basso profilo, più accessibili, più “facili”.

Oggi – con la scansione dei nuovi bienni dei licei, dei tecnici e dei professionali – si rafforza a dismisura la divaricazione tra licei e il segmento dell'istruzione tecnico-professionale e addirittura, ulteriormente, tra liceo classico e altri licei. Non a caso le precedenti bozze di regolamento esplicitavano solo alla voce liceo classico la spendibilità di quel tipo di diploma rispetto a tutte le facoltà universitarie.

Un altro elemento che grida a gran voce le intenzioni del governo sulla scuola italiana, è quello relativo alle quote di flessibilità, in un percorso scolastico che si configura anche nei licei come un 2+2+1, con rispettivamente il 20%, 30%, 20% di flessibilità. Flessibilità che verrà definita in sede di comitato scientifico (la dizione tecnico-scientifico, destinata all’omologo organo nei tecnici e professionali, non si addice ai licei, evidentemente), di cui ho già parlato diverse volte e della cui opportunità continuo a dubitare: come impiegare le quote di flessibilità, con quali insegnamenti aggiuntivi e integrativi, considerando la contrazione degli organici e i fondi destinati ai singoli istituti? Una ogni 4 materie potrebbero cambiare, secondo la quota di flessibilità: e il cambiamento potrebbe inoltre essere deliberato anche dalla regione. Certamente la voce del padrone, rafforzata dal consiglio di amministrazione dell’imminente ddl Aprea, avrà la meglio, in barba alle pari opportunità, all’unitarietà del sistema scolastico, alla vocazione costituzionale della scuola come “ascensore sociale”. Gli investimenti esterni premieranno l’utenza non per compensare bisogni ed esigenze, ma per individuare vantaggi e guadagno.

È un gioco pericoloso, iniziato anni fa, forse non prevedendo le conseguenze che avrebbe prodotto. Noi insegnanti, soprattutto noi delle superiori, continuiamo a vivere un’inerzia che sposta il 2010 (anno in cui la “riforma” andrà in vigore) come un fatto lontano nello spazio e nel tempo. La politica tace, quasi non fosse più suo affare vigilare sul sistema di istruzione nazionale. Sicurezza, intercettazioni, federalismi e le vicende personali del premier sembrano essere gli unici argomenti su cui ci si accalora. E noi? E la scuola? un progetto culturale destinato alla creazione in serie di consumatori acritici – rigorosamente divisi in ricchi e poveri - è dato ormai per acquisito: fa parte del sistema e non vale nemmeno più la pena di destinargli un minimo di attenzione. La balbuzie – o, peggio, il silenzio - generali sulla scuola non fanno che spianare la strada alla definitività dei sommari, pericolosi e incontrastati provvedimenti del governo. L’unico che parla (e come parla!) di scuola.

Nel 2010 scadrà il tempo per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona. Certamente – considerando la situazione europea – sarà necessario prorogare il termine. Ma l’Italia si colloca tenacemente e stabilmente tra i paesi più lontani dal conseguimento dei risultati.

PS: anche il canale aperto dal Ministro su Youtube è stato oggetto di tagli e risparmi?

lunedì 18 maggio 2009

diciamo la verità

“SCUOLA, RIFORMA O TAGLI?: DICIAMO LA VERITA’ SU COSA STA SUCCEDENDO”, con Giuseppe FIORONI
Giovedì 21 Maggio 2009, ore 11.30 Sede del Partito Democratico Regionale Via San Francesco d’Assisi 35
CONFERENZA STAMPA
A quasi un anno dall’avvio della Riforma Gelmini e dopo mesi di mobilitazione istituzionale e civile, che ha visto coinvolti docenti, famiglie e studenti a difesa della scuola italiana, si manifestano chiaramente i primi effetti di questi provvedimenti. La conferenza stampa sarà l’occasione per presentare la realtà dei fatti vista dalle istituzioni regionali e locali, dai dirigenti scolastici e dai genitori che, per primi, a partire dal prossimo anno scolastico, inizieranno ad avere un riscontro diretto della scuola a seguito dell’applicazione della Riforma, con pesanti effetti per le famiglie e i bilanci degli enti locali.
Interverranno:
Gianna PENTENERO, Assessore all’Istruzione e Formazione Professionale della Regione Piemonte

Umberto D’OTTAVIO, Assessore all’Istruzione e Formazione Professionale della Provincia di Torino

Amalia NEIROTTI, Anci Piemonte

Rocchino MULIERE, Presidente del Gruppo PD in Consiglio Regionale

Stefano LEPRI, Vice Presidente del Gruppo PD in Consiglio Regionale

Gianfranco MORGANDO, Segretario Regionale del PD

CONCLUDE
Giuseppe FIORONI, Parlamentare, Ministro dell’Istruzione Pubblica dal 2006 al 2008

Sono stati invitati i parlamentari nazionali e i candidati al Parlamento Europeo del Partito Democratico.

giovedì 23 aprile 2009

PARTE LA CAMPAGNA ELETTORALE

Oggi parte la campagna elettorale per le Provinciali


Carissime e carissimi, il Partito Democratico ha presentato la sua lista per le elezioni provinciali ed è stato il primo partito a farlo.

Quindi è ufficiale la mia candidatura nel collegio 26 COLLEGNO, quindi potranno votarmi solo quelli che risiedono a Collegno e non ci sarà bisogno di scrivere il nome perchè sarà già stampato sulla scheda di fianco al simbolo del PD.

Ricordo il meccanismo elettorale: il partito ottiene con il voto l'assegnazione del numero di seggi e risultano eletti i consiglieri che raggiungono per quel partito nel loro collegio la percentuale più alta.

Secondo i dati delle ultime elezioni politiche il collegio di Collegno è dato al secondo posto dopo quello di Settimo. Spero di poter contribuire a confermare questo dato.

La mia sarà una campagna elettorale semplice. Impostata sul contatto personale e sulle proposte che facciamo per il nostro territorio, forte di una esperienza prima di sindaco di Collegno e da cinque anni assessore nella giunta del presidente Antonio Saitta.

Dal 27 aprile apriremo l'ufficio del Comitato elettorale in via Bendini 11 al primo piano e prepareremo l'appuntamento di presentazione del 3 maggio alle ore 10 in piazza della Repubblica vicino alla fontana dei Popoli.

Confido nella collaborazione di tutti e chiedo la vostra disponibilità ad inviarmi suggerimenti e organizzare appuntamenti.

Riparte il sito www.umbertodottavio.it
E-mail umbertodottavio@gmail.com

Più forti noi, più forte tu. Il 6 e 7 giugno vota PD

Umberto D'OTTAVIO

giovedì 26 marzo 2009

Linea 1 della Metropolitana

metropolitana scrive stefano esposito

Quest’oggi durante l’audizione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli da parte delle Commissioni VIII e IX della Camera dei Deputati, relativamente alla Delibera CIPE del 6 marzo, che contempla tutti gli interventi e le opere finanziate dallo Stato, i deputati del PD Stefano ESPOSITO e Mario LOVELLI verificavano alla voce “reti di trasporto e sistemi metropolitani” l’assenza del finanziamento per il prolungamento della Linea metropolitana 1 da Lingotto a piazza Bengasi e da Collegno a Rivoli.

L’On. Stefano ESPOSITO ha richiesto un esplicito chiarimento sul punto al Ministro Matteoli, il quale ha confermato che per l’anno 2009 non sono previsti finanziamenti per queste due opere.

“La scelta del Governo è di inaudita gravità - hanno commentato i Deputati Stefano ESPOSITO e Mario LOVELLI - e di ciò sono responsabili gli esponenti del centro-destra piemontese, a cominciare da Enzo Ghigo ed Agostino Ghiglia che, quando nei mesi scorsi avevamo denunciato il rischio che Torino potesse venire penalizzata dal Governo, ci accusavano di inventarci cose inesistenti. Quel rischio si è fatto realtà: il Governo non dà soldi a Torino per infrastrutture fondamentali per l’area metropolitana. Oggi finalmente è chiaro da dove arrivano le bugie e le falsità: dal centro-destra di Ghigo e di Ghiglia. I parlamentari piemontesi del PD si opporranno con tutti gli strumenti possibili a questa aggressione nei confronti di Torino e del Piemonte”.

L’On. Stefano ESPOSITO ha annunciato che chiederà al Presidente Antonio Saitta e al Sindaco Sergio Chiamparino di assumere un’iniziativa forte nei confronti del Governo da concordare con i parlamentari del PD.

domenica 22 marzo 2009

Tuttia scuola

Si chiama "Tutti a scuola!", è una guida in italiano, albanese, rumeno, cinese, arabo, spagnolo, peruviano, inglese e francese e serve a illustrare agli studenti stranieri il nostro sistema scolastico dall'asilo nido alla scuola superiore, mettendo a confronto la scuola che frequentavano nel loro paese di provenienza con quella italiana e dando le principali informazioni sulle norme che regolano l’accesso alle istituzioni scolastiche e formative: i documenti necessari per iscriversi alle attività integrative, le modalità di assegnazione alla classe, come fare e dove andare per imparare o migliorare l’italiano, ma anche le informazioni sull’insegnamento della religione cattolica.

La guida, stampata in 6mila copie, verrà distribuita in tutte le scuole di ogni ordine e grado, nelle agenzie formative, nei centri territoriali permanenti (i Ctp che si occupano di formazione e orientamento e sono a disposizione degli stranieri che vogliono imparare o migliorare l'italiano; di chi, anche se straniero, vuole conseguire la licenza media; tutti i giovani tra i 15 e 18 anni che, senza licenza media, intendono frequentare un corso di formazione professionale), nei 13 sportelli dei Centri per l’Impiego, nei Comuni e in tutte le associazioni che si occupano di migrazione.

giovedì 19 marzo 2009

Legautonomie Piemonte propone a tutti i giovani amministratori

Legautonomie Piemonte propone a tutti i giovani amministratori
degli Enti Locali di dare vita ad un network a loro dedicato.


E’ tra i compiti della nostra associazione costituire per gli enti, ma anche per i singoli amministratori un punto di riferimento per lo scambio di informazioni, la realizzazione di incontri tematici e di formazione dedicati a chi è impegnato nella vita delle istituzioni locali.

Per questo presenteremo il 25 marzo alle ore 17 presso la sala Microplex del King Kong di via Po n.21, l’avvio di quella che noi speriamo possa diventare una occasione in più per chi ha assunto o assumerà impegni istituzionali, con particolare attenzione ai più giovani.

Partiremo con un sito appositamente creato e con la gestione di alcuni blog e forum telematici di interesse condiviso, proposti e seguiti da alcuni giovani collaboratori della nostra associazione e, con il contributo di esperti, cercheremo di approfondire quanto può essere utile allo svolgimento della funzione di consigliere comunale o di assessore o sindaco.

Nata all’inizio del ‘900 come Lega dei comuni socialisti, la storia di Legautonomie si è sviluppata negli anni attraverso un dialogo aperto a tutte le forze riformiste e il sostegno al processo di rinnovamento istituzionale fondato sulla valorizzazione delle amministrazioni locali e regionali.

Legautonomie si è sempre caratterizzata per la sua organizzazione federale, articolata sul territorio e tesa al dialogo con le comunità locali. Raccoglie migliaia di enti aderenti in tutta Italia, senza distinzioni fra comuni, province o regioni ed è aperta alle adesioni anche in forma individuale, cioè come singolo amministratore.

Uno dei suoi obiettivi è stato e resta quello di aiutare la crescita di nuove classi dirigenti che nascono dall’esperienza di governo dei comuni e dall’esperienza dell’associazionismo.
Mai come ora, col venir meno del ruolo tradizionale dei partiti e con la crescente esigenza di rinnovamento della classe dirigente, riteniamo nostro compito essere a disposizione dei giovani che già sono amministratori o che vorrebbero diventarlo per offrire loro uno spazio e l’aiuto che ci verrà richiesto per diventare anche dei “bravi” amministratori in grado di rinnovare, non solo anagraficamente, il governo della Pubblica Amministrazione.

Noi da qui vogliamo partire: dal coinvolgimento, anche solo virtuale, dei singoli giovani amministratori che decidono di dedicare un po’ del loro tempo allo scambio con altri amministratori che magari condividono le stesse difficoltà o che hanno realizzato diverse esperienze.

La nostra Associazione vuole aprire ai giovani e offrire loro un punto di riferimento.

Vi aspettiamo

Il Presidente
Umberto D’Ottavio

martedì 17 marzo 2009

PER 2342 LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO RIMASTI SENZA CONTRATTO LA PROVINCIA OFFRE DUE MESI DI SOSTEGNO ECONOMICO

PER 2342 LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO RIMASTI SENZA CONTRATTO LA PROVINCIA OFFRE DUE MESI DI SOSTEGNO ECONOMICO
Per 2342 lavoratori a tempo determinato rimasti senza contratto e iscritti ai Centri per l’Impiego del territorio, la Provincia di Torino gioca d’anticipo sulla manovra Stato-Regioni e mette a disposizione fondi residui per 4 milioni di euro. A giorni, i 2342 riceveranno una lettera in cui il Centro per l’impiego di zona della Provincia di Torino li informerà che è a loro disposizione un assegno di 530 euro per due mesi se accetteranno di partecipare ad un corso di formazione: di questi lavoratori in crisi, 1114 sono iscritti al Centro per l’Impiego di Torino, 67 a Venaria, 84 a Susa, 72 a Settimo, 113 a Rivoli, 145 a Pinerolo, 113 ad Orbassano, 160 a Moncalieir, 127 a Ivrea, 95 aCuorgnè, 84 a Ciriè, 78 a Chivasso e 90 a Chieri. “E’ un segnale piccolo, ma decisamente concreto – spiega il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta – che la mia Giunta questa mattina ha voluto dare: i 4 milioni di euro sono risorse europee che sarebbero tornate in un fondo complessivo destinato ad interventi scontro la crisi, ma ci è sembrato giusto anticipare qualcosa per una categoria rimasta senza alcun ammortizzatore sociale, quella dei lavoratori a tempo determinato”. “Abbiamo informato della nostra decisione i sindacati e le parti datoriali – spiega l’assessore provinciale alla Formazione professionale Umberto D’Ottavio – e gli uffici sono al lavoro:entro giugno i corsi di formazione che ci consentiranno di erogare le due mensilità di sostegno ai 2342 lavoratori dovranno essere già completati”.

mercoledì 11 marzo 2009

I diplomati scelgono Università e Poli ma il lavoro è un sogno

I diplomati scelgono
Università e Poli
ma il lavoro è un sogno

MARIA TERESA MARTINENGO
la stampa 11 marzo 2009

È un’altra possibile chiave di valutazione delle scuole quella che l’assessorato all’Istruzione della Provincia propone con la ricerca «Diploma+4», fotografia della condizione dei diplomati del 2004 a 4 anni dall’esame di Stato. Ne risulta - su un campione di 1490 giovani - che il 64% prosegue gli studi all’Università o al Politecnico e che, se il 50% non ha mai cercato un lavoro, il 14% è invece di studenti-lavoratori. Un dato in crescita, quel 64% - 5 anni fa proseguiva gli studi il 61% (10 anni fa il 50%) - e di gran lunga superiore alla media nazionale del 50%.
L’indagine, che sarà illustrata domani in un seminario a Torino Incontra (ore 14,30-17), arriva a poche settimane dalla «classifica» delle scuole fatta dalla Fondazione Agnelli sulla base dei risultati degli studenti all’Università. «La valutazione è il tema con cui è indispensabile confrontarsi nella prospettiva di formare giovani che abbiano delle reali chance di riuscita - osserva l’assessore Umberto D’Ottavio -, ma bisogna mettersi d’accordo su che cosa valutare. Con il nostro lavoro cerchiamo di dare una valutazione di sistema». D’Ottavio spiega che «dalla ricerca emerge che la maggioranza considera il diploma una tappa intermedia nel percorso di studio e questo è positivo. Certo, sappiamo anche che solo la metà di chi intraprende studi universitari arriva alla laurea. E che il dato in crescita può anche essere letto come “effetto parcheggio”».
Un aspetto a cui l’assessore guarda con preoccupazione è che «nel gruppo di coloro che proseguono gli studi si divarica la forbice tra chi ha una famiglia con alta scolarità e reddito medio-alto e chi invece non ha condizioni altrettanto favorevoli. In sostanza, il diploma - sempre più diffuso - dovrebbe servire da ascensore sociale, invece non funziona». Anche per questo all’incontro di domani - cui parteciperanno il presidente della Provincia Saitta, il rettore del Politecnico Profumo, il vicerettore dell’Università Poggi, gli assessori Pentenero e Levi, gli esperti di programmazione formativa Sheila Bombardi e Ludovico Albert - è stato invitato l’Ente Diritto allo Studio Universitario. «Oggi, il sostegno economico diventa più che mai importante per consentire pari opportunità».
Visti da vicino, i giovani lavoratori della ricerca (coordinata da Luca Savoja) provengono nel 52% dei casi dagli istituti tecnici e nel 29% dai professionali («coerentemente con il tipo di indirizzo», dice D’Ottavio). Tra i 410 che hanno lasciato gli studi, il 51,1% ha trovato lavoro dopo oltre 24 mesi dal diploma e il 22% dopo 12-24. «Il livello di occupabilità in uscita dalla scuola - sottolinea Sheila Bombardi, dirigente del Servizio programmazione Sistema educativo della Provincia - deve essere oggetto di riflessione. Se certi diplomi si svalutano è perché non servono o servono poco». A proposito: sono 110 su 410 i giovani che contano su un lavoro a tempo indeterminato, 131 sono in apprendistato e i rimanenti fluttuano nella galassia della precarietà. Tra i 410, 103 sono occupati nel commercio/distribuzione, 90 nell’industria, 39 nei servizi alla persona e 35 nella pubblica amministrazione. Il 49% fa un lavoro non coerente con il tipo di studi fatti. La scuola? È apprezzata, ma soprattutto per la crescita personale. L’84% promuove la preparazione dei docenti e l’87% i contenuti delle discipline. Il 65%, invece, boccia le attività di orientamento per le scelte future.

lunedì 16 febbraio 2009

osasco inaugurati i nuovi locali dell'istituto agrario

OSASCO, INAUGURATI I NUOVI LOCALI DELL’ISTITUTO AGRARIO
A Osasco un edificio del 1700 con il nome di un fiore, Villa Ninfea, ospita una scuola luminosa e funzionale, a misura di allievo. È l’istituto professionale agrario, aggregato al professionale alberghiero “ Prever” di Pinerolo per creare una filiera agroalimentare. Negli ultimi anni l’edificio è stato ristrutturato e ampliato mettendo disposizione degli allievi aule spaziose, laboratori attrezzati e una grande palestra. I nuovi locali sono stati inaugurati stamani dal presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta e dall’assessore all’istruzione Umberto D’Ottavio, presenti il sindaco di Osasco Silvano Bianco e il sindaco di Pinerolo Paolo Covato. Ha fatto gli onori di casa il dirigente scolastico Rinaldo Merlone, insieme agli studenti, ringraziando la Provincia per aver dato al Pinerolese una scuola d’eccellenza. Il complesso scolastico è formato da una serie di edifici separati tra loro che, nel corso degli ultimi anni sono stati ristrutturati o edificati ex-novo, Villa Ninfea è l’ultima rinnovata. L’importo totale dei lavori ammonta a circa tre milioni di euro. “L’inaugurazione odierna è per noi motivo di grande soddisfazione – ha dichiarato il presidente Saitta - perché riguarda una scuola del territorio che può dare forza a un tessuto importante, quello agricolo. L’agricoltura di qualità insieme al turismo è il futuro della nostra provincia. A voi ragazzi, che vi preparate a diventare dei tecnici, la responsabilità di mettere a disposizione le vostre competenze per contribuire alla crescita della nostra economia”. “ In questi anni la Provincia ha impegnato 15 milioni di euro per le scuole del Pinerolese, - ha rilevato l’assessore D’Ottavio - sono state rifatte tutte le scuole per ridurre il pendolarismo e offrire tutti gli indirizzi. I nostri sforzi non sono stati vani: in questa zona i giovani che hanno conseguito una qualifica sono passati da 3 su 5 del 2004 a 4 su 5 attuale. La qualità della formazione è determinante per aumentare il livello dell’istruzione e combattere la crisi”.

giovedì 5 febbraio 2009

Elezioni provinciali 2009 Coordinamento di Collegno

Il 4 febbraio 2009 si è tenuto il Coordinamento del Partito Democratico di Collegno, che all'unanimità ha deciso di proporre la mia candidatura per il Collegio alle elezioni provinciali. Sono onorato e contento e adesso ci prepariamo per fare tutto quello che si deve fare.
Di seguito il testo del mio intervento.


Premetto che il Bilancio di Mandato dell’Amministrazione provinciale guidata da Antonio Saitta è in corso di redazione, sarà mia cura farlo avere ai componenti del Coordinamento cittadino per fornire compiutamente un quadro di insieme dell’attività svolta e dei risultati ottenuti.

Al fine di agevolare il dibattito di questo incontro mi sembra utile evidenziare 4 elementi:

1) Quale è il ruolo della Provincia di Torino?

2) Quale contributo ha dato la Provincia di Torino alle politiche di Collegno?

3) L’attività svolta dal sottoscritto

4) Impegni per il prossimo mandato


1) Proprio nell’Assemblea Nazionale delle Province Italiane che si è tenuta a Torino nell’ottobre scorso è stata ribadita l’importanza del ruolo delle Province. La riforma del codice delle autonomie che dovrà viaggiare parallelamente al federalismo fiscale, in quanto sono due argomenti che si contaminano a vicenda, affronterà la definizione delle funzioni fondamentali degli enti locali, ma è opinione diffusa che i livelli di governo del Paese devono restare quelli previsti dalla Costituzione ovvero Comuni, Province e Regioni.
Il Presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta ha presentato il dossier Il governo d'area vasta nella provincia di Torino: "Si tratta di un contributo al dibattito, finalizzato a dimostrare la specificità della Provincia di Torino non solo dal punto di vista territoriale (la Provincia di Torino è quella in Italia col maggior numero di Comuni - ben 315 - con una delle più grandi estensioni territoriali - ben 6.830 kmq - e con una densità demografica quasi due volte superiore alla media italiana), ma soprattutto per la quantità e la qualità delle funzioni esercitate rispetto ad altre Province italiane, come conseguenza della legislazione regionale piemontese (in Piemonte, a differenza della maggior parte delle Regioni italiane, è avvenuto a partire dalla legge 59/97 un consistente trasferimento di funzioni e compiti). La Provincia di Torino ha ormai completato il lungo processo di evoluzione della propria natura di "ente intermedio", avviato con la legge nazionale del 1990 sull'ordinamento delle autonomie locali e si è attestata su un ruolo complesso, in cui le funzioni di programmazione e di raccordo tra i livelli di governo pareggiano con le nuove funzioni di gestione di servizi diretti alla collettività. Nel documento è dimostrato che nella Provincia di Torino sono gestite politiche e i servizi di area vasta (rifiuti, trasporti, acqua, etc) su una dimensione più ampia di quella metropolitana, perché le amministrazioni provinciali che si sono succedute hanno costantemente ricercato una dimensione territoriale adeguata per garantire contemporaneamente economie di scala e contrastare la marginalizzazione dei territori più esterni alla conurbazione torinese.
La delimitazione di un'area metropolitana, comprendente Torino e i Comuni contermini, e la costituzione dell'ente "Città metropolitana" e dei suoi organi (sindaco metropolitano, giunta e consiglio metropolitano) comporterebbe, nel nostro caso specifico, la nascita di nuove Province (almeno il Canavese e il Pinerolese) lasciando insoluta la questione dell'appartenenza del Chierese e della Valle di Susa (soluzione che farebbe crescere i costi e marginalizzerebbe le nuove piccole Province).
L'ipotesi di una città metropolitana + 2 nuove province, determinerebbe un maggior costo di almeno 90 milioni di euro ogni anno (per il personale, le spese di funzionamento e per il costo dei nuovi organi politici con relativo personale di supporto). E' evidente quanto più si spende per spese di "funzionamento", tanto meno si può spendere per i servizi al cittadino, per le politiche e per gli investimenti sul territorio. Inoltre comporterebbe gravi diseconomie nella gestione di servizi a rete pari ad almeno 40 milioni di euro all'anno perché verrebbero spezzate quelle economie di scala che la Provincia di Torino è riuscita a realizzare nel tempo con grande fatica (si ritornerebbe al passato). Questi maggiori costi, calcolati prudenzialmente, sarebbero pagati dai cittadini con l'aumento delle tariffe dei servizi pubblici (acqua, trasporti, rifiuti, etc). Le strade ipotizzate sono pertanto evidentemente improponibili. La Provincia di Torino di fatto svolge già le funzioni dell'area metropolitana. L'organizzazione delle Olimpiadi invernali su un vasto territorio comprendente Torino e le montagne sono state un elemento di forza nella gestione di un grande evento mondiale e confermano la grande potenzialità dell'unitarietà della Provincia di Torino.
Il dossier contiene anche una concreta proposta per migliorare ulteriormente le politiche di area vasta a Torino e nei comuni circostanti. " Il tema non riguarda la gestione dei servizi, perché la scala di organizzazione superando la dimensione metropolitana ha già consentito importanti economie di scala. L'obiettivo è quello di rendere più organica e cogente la concertazione sulla pianificazione territoriale e sulla programmazione delle opere e degli investimenti di interesse metropolitano: un processo realizzabile senza alcun aggravio di costi, che può essere avviato con modifiche a due leggi regionali, che garantirebbe la sovranità delle istituzioni, il coordinamento delle politiche metropolitane con il resto del territorio provinciale, l'efficacia delle decisioni, il risparmio dei costi a carico della collettività".
Per questo si è proposto di avviare un percorso che porti verso una soluzione che veda l’organizzazione migliore tra le esigenze della città capoluogo e quelle degli altri comuni, senza aumento dei costi per la collettività.
2) La sola elencazione dei temi di collaborazione fra Collegno e Provincia è lunghissima, ma alcuni titoli sono importantissimi:
la gestione del Centro per l’impiego, il sostegno alle iniziative per la gestione dei rifiuti, in particolare la raccolta differenziata, il sostegno alle iniziative culturali, le politiche di pari opportunità, la protezione civile, la promozione della città, la formazione professionale. Poi alcuni progetti specifici sui trasporti, sulle grandi infrastrutture, sulla pianificazione territoriale, sulla scuola.
La Città di Collegno è tra i comuni con più progetti ed iniziative di collaborazione con la Provincia di Torino. Di fatto la campagna elettorale per la Provincia si intreccia con quella per Collegno visto che le più importanti scelte strategiche “di area vasta” trovano nel territorio di Collegno uno snodo centrale e qualificante. Credo che bastino i titoli: dal nuovo collegamento Torino – Lione, alla realizzazione dell’asse di corso Marche, al proseguimento della Linea 1 di Metropolitana, alla nuova viabilità legata al Ponte sulla Dora, alla definizione del progetto di Città della Salute.

3) Come qualcuno ricorderà alle ultime elezioni provinciali non sono stato candidato, la Federazione DS di Torino fece poi il mio nome al Presidente eletto per la formazione della Giunta.
Ho fatto parte della Giunta Saitta dalla sua costituzione, prima come assessore al bilancio e alle partecipate, poi dal maggio 2005 come assessore all’istruzione, formazione professionale ed edilizia scolastica. Le deleghe insieme costituiscono più di un quarto del bilancio della Provincia di Torino.
Mentre la competenza sugli edifici utilizzati dalle scuole superiori di secondo grado per la realizzazione, manutenzione e gestione risale a 25 anni fa, la delega regionale alla formazione professionale è dell 2001. In questo settore abbiamo lavorato per perfezionare l’attività della Provincia.
Sull’”Istruzione” centrale è la competenza sull’organizzazione dell’offerta attuata con l’approvazione del piano per il dimensionamento scolastico. Dal 2008 si è aggiunta anche la competenza per la predisposizione del piano per l’attuazione sulla legge per il diritto allo studio.
In Provincia di Torino abbiamo circa 90.000 studenti che frequentano le scuole superiori in 160 edifici distribuiti su tutto il territorio. Mentre la formazione professionale coinvolge circa 60.000 persone all’anno fra occupati, disoccupati, apprendisti e giovani in formazione iniziale.
Tema fortemente qualificante è l’attività di orientamento sia dalla scuola media inferiore verso la superiore sia in uscita verso l’università.
Mi preme sottolineare un dato che da solo riassume l’impegno della Provincia di Torino per l’istruzione e la formazione. Nel 2004 il 67% dei giovani di 20 anni aveva una qualifica professionale o un diploma di istruzione superiore. Nel 2008 siamo arrivati al 76%. E’ un grande risultato, ma ancora lontano dall’obiettivo dell’85% per il 2010. Dobbiamo continuare perché se è vero che un titolo di studio non è garanzia di successo, non avere una qualifica o un diploma è garanzia di insuccesso e marginalità.
4) Chiunque, proveniente da Collegno, avrà compiti nella prossima amministrazione dovrà impegnarsi per rafforzare la collaborazione fra la città e la Provincia di Torino. Non solo per le scelte di pianificazione territoriale o per le grandi infrastrutture, ma altrettanto è necessario per le politiche sociali, i servizi e la formazione..
In questo senso propongo che venga redatto un contributo scritto a cura del Coordinamento del PD di Collegno, che arrivi al candidato Presidente per essere inserito nel programma ufficiale della coalizione che sosterrà Antonio Saitta.
Umberto D’OTTAVIO

mercoledì 21 gennaio 2009

Il discorso di Obama

Il discorso di Obama (in italiano)
Ieri alle 20.18
Concittadini!

Oggi mi trovo di fronte a voi, umile per il compito che ci aspetta, grato per la fiducia che mi avete accordato, cosciente dei sacrifici compiuti dai nostri avi. Ringrazio il presidente Bush per il servizio reso alla nostra nazione, e per la generosità e la cooperazione che ha mostrato durante questa transizione.

Quarantaquattro americani hanno pronunciato il giuramento presidenziale. Queste parole sono risuonate in tempi di alte maree di prosperità e di calme acque di pace. Ma spesso il giuramento è stato pronunciato nel mezzo di nubi tempestose e di uragani violenti. In quei momenti, l'America è andata avanti non solo grazie alla bravura o alla capacità visionaria di coloro che ricoprivano gli incarichi più alti, ma grazie al fatto che Noi, il Popolo, siamo rimasti fedeli agli ideali dei nostri antenati e alle nostre carte fondamentali.

Così è stato finora. Così deve essere per questa generazione di americani.

E' ormai ben chiaro che ci troviamo nel mezzo di una crisi. La nostra nazione è in guerra contro una rete di violenza e di odio che arriva lontano. La nostra economia si è fortemente indebolita, conseguenza della grettezza e dell'irresponsabilità di alcuni, ma anche della nostra collettiva incapacità di compiere scelte difficili e preparare la nostra nazione per una nuova era. C'è chi ha perso la casa. Sono stati cancellati posti di lavoro. Imprese sono sparite. Il nostro servizio sanitario è troppo costoso. Le nostre scuole perdono troppi giovani. E ogni giorno porta nuove prove del fatto che il modo in cui usiamo le risorse energetiche rafforza i nostri avversari e minaccia il nostro pianeta.

Questo sono gli indicatori della crisi, soggetti ad analisi statistiche e dati. Meno misurabile ma non profonda invece è la perdita di fiducia che attraversa la nostra terra - un timore fastidioso che il declino americano sia inevitabile e la prossima generazione dovrà avere aspettative più basse.

Oggi vi dico che le sfide che abbiamo di fronte sono reali. Sono serie e sono numerose. Affrontarle non sarà cosa facile né rapido. Ma America, sappilo: le affronteremo.

Oggi siamo riuniti qui perché abbiamo scelto la speranza rispetto alla paura, l'unità degli intenti rispetto al conflitto e alla discordia.

Oggi, siamo qui per proclamare la fine delle recriminazioni meschine e delle false promesse, dei dogmi stanchi, che troppo a lungo hanno strangolato la nostra politica.

Siamo ancora una nazione giovane, ma - per dirla con le parole della Scrittura - è arrivato il momento di mettere da parte gli infantilismi. E' venuto il momento di riaffermare il nostro spirito tenace, di scegliere la nostra storia migliore, di portare avanti quel dono prezioso, l'idea nobile, passata di generazione in generazione: la promessa divina che tutti siamo uguali, tutti siamo liberi e tutti meritiamo una possibilità di perseguire la felicità in tutta la sua pienezza.

Nel riaffermare la grandezza della nostra nazione, ci rendiamo conto che la grandezza non è mai scontata. Bisogna guadagnarsela. Il nostro viaggio non è mai stato fatto di scorciatoie, non ci siamo mai accontentati. Non è mai stato un sentiero per incerti, per quelli che preferiscono il divertimento al lavoro, o che cercano solo i piaceri dei ricchi e la fama.

Sono stati invece coloro che hanno saputo osare, che hanno agito, coloro che hanno creato cose - alcuni celebrati, ma più spesso uomini e donne rimasti oscuri nel loro lavoro, che hanno portato avanti il lungo, accidentato cammino verso la prosperità e la libertà.

Per noi, hanno messo in valigia quel poco che possedevano e hanno attraversato gli oceani in cerca di una nuova vita.

Per noi, hanno faticato in aziende che li sfruttavano e si sono stabiliti nell'Ovest. Hanno sopportato la frusta e arato la terra dura.

Per noi, hanno combattuto e sono morti, in posti come Concord e Gettysburg; in Normandia e a Khe Sahn.

Questi uomini e donne hanno lottato e si sono sacrificati e hanno lavorato finché le loro mani sono diventate ruvide per permettere a noi di vivere una vita migliore. Hanno visto nell'America qualcosa di più grande che una somma delle nostre ambizioni individuali; più grande di tutte le differenze di nascita, censo o fazione.

Questo è il viaggio che continuiamo oggi. Rimaniamo la nazione più prospera, più potente della Terra. I nostri lavoratori non sono meno produttivi rispetto a quando è cominciata la crisi. Le nostre menti non sono meno inventive, i nostri beni e servizi non meno necessari di quanto lo fossero la settimana scorsa, o il mese scorso o l'anno scorso. Le nostre capacità rimangono inalterate. Ma è di certo passato il tempo dell'immobilismo, della protezione di interessi ristretti e del rinvio di decisioni spiacevoli. A partire da oggi, dobbiamo rialzarci, toglierci di dosso la polvere, e ricominciare il lavoro della ricostruzione dell'America.

Perché ovunque volgiamo lo sguardo, c'è lavoro da fare. Lo stato dell'economia richiede un'azione, forte e rapida, e noi agiremo - non solo per creare nuovi posti di lavoro, ma per gettare le nuova fondamenta della crescita.

Costruiremo le strade e i ponti, le reti elettriche e le linee digitali che alimentano i nostri commerci e ci legano gli uni agli altri. Restituiremo alla scienza il suo giusto posto e maneggeremo le meraviglie della tecnologie in modo da risollevare la qualità dell'assistenza sanitaria e abbassarne i costi.

Imbriglieremo il sole e i venti e il suolo per alimentare le nostre auto e mandare avanti le nostre fabbriche. E trasformeremo le nostre scuole, i college e le università per venire incontro alle esigenze dei tempi nuovi. Possiamo farcela. E lo faremo.

Ora, ci sono alcuni che contestano le dimensioni delle nostre ambizioni - pensando che il nostro sistema non può tollerare troppi grandi piani. Hanno corta memoria. Perché dimenticano quel che questo paese ha già fatto. Quel che uomini e donne possono ottenere quando l'immaginazione si unisce alla volontà comune, e la necessità al coraggio.

Quel che i cinici non riescono a capire è che il terreno gli è scivolato sotto i piedi. Gli argomenti politici stantii che ci hanno consumato tanto a lungo non sono più applicabili. La domanda che formuliamo oggi non è se il nostro governo sia troppo grande o troppo piccolo, ma se funzioni o meno - se aiuti le famiglie a trovare un lavoro decentemente pagato, cure che si possano permettere, una pensione degna. Laddove la risposta sia positiva, noi intendiamo andare avanti. Dove sia negativa, metteremo fine a quelle politiche. E coloro che gestiscono i soldi della collettività saranno chiamati a risponderne, affinché spendano in modo saggio, riformino le cattive abitudini, e facciano i loro affari alla luce del sole - perché solo allora potremo restaurare la vitale fiducia tra il popolo e il suo governo.

La questione di fronte a noi non è se il mercato sia una forza del bene o del male. Il suo potere di generare benessere ed espandere la libertà è rimasto intatto. Ma la crisi ci ricorda che senza un occhio rigoroso, il mercato può andare fuori controllo e la nazione non può prosperare a lungo quando il mercato favorisce solo i già ricchi. Il successo della nostra economia è sempre dipeso sono solo dalle dimensioni del nostro Pil, ma dall'ampiezza della nostra prosperità, dalla nostra capacità di estendere le opportunità per tutti coloro che abbiano volontà - non per fare beneficenza ma perché è la strada più sicura per il nostro bene comune.

Quanto alla nostra difesa comune, noi respingiamo come falsa la scelta tra sicurezza e ideali. I nostri Padri Fondatori, messi di fronte a pericoli che noi a mala pena riusciamo a immaginare, hanno stilato una carta che garantisca l'autorità della legge e i diritti dell'individuo, una carta che si è espansa con il sangue delle generazioni. Quegli ideali illuminano ancora il mondo, e noi non vi rinunceremo in nome di qualche espediente. E così, per tutti i popoli e i governi che ci guardano oggi, dalle più grandi capitali al piccolo villaggio dove è nato mio padre: sappiate che l'America è amica di ogni nazione e di ogni uomo, donna e bambino che sia alla ricerca di un futuro di pace e dignità, e che noi siamo pronti ad aprire la strada ancora una volta.

Ricordiamoci che le precedenti generazioni hanno sgominato il fascismo e il comunismo non solo con i missili e i carriarmati, ma con alleanze solide e convinzioni tenaci. Hanno capito che il nostro potere da solo non può proteggerci, né ci autorizza a fare come più ci aggrada. Al contrario, sapevano che il nostro potere cresce quanto più lo si usa con prudenza. La nostra sicurezza emana dalla giustezza della nostra causa, dalla forza del nostro esempio, dalle qualità dell'umiltà e del ritegno.

Noi siamo i custodi di questa eredità. Guidati ancora una volta dai principi, possiamo affrontare le nuove minacce che richiederanno sforzi ancora maggiori - una cooperazione e comprensione ancora maggiori tra le nazioni. Cominceremo a lasciare responsabilmente l'Iraq alla sua gente, e a forgiare una pace duramente guadagnata in Afghanistan. Con i vecchi amici e i vecchi nemici, lavoreremo senza sosta per diminuire la minaccia nucleare, e respingere lo spettro di un pianeta che si surriscalda. Non chiederemo scusa per il nostro stile di vita, né ci batteremo in sua difesa. E a coloro che cercano di raggiungere i propri obiettivi creando terrore e massacrando gli innocenti, noi diciamo adesso che il nostro spirito è più forte e non può essere infranto. Voi non ci sopravviverete, e noi vi sconfiggeremo.

Perché noi sappiamo che il nostro retaggio "a patchwork" è una forza e non una debolezza. Noi siamo una nazione di cristiani e musulmani, ebrei e induisti e non credenti. Noi siamo formati da ciascun linguaggio e cultura disegnata in ogni angolo di questa Terra; e poiché abbiamo assaggiato l'amaro sapore della Guerra civile e della segregazione razziale e siamo emersi da quell'oscuro capitolo più forti e più uniti, noi non possiamo far altro che credere che i vecchi odi, prima o poi passeranno, che le linee tribali saranno presto dissolte, che se il mondo si è rimpicciolito, la nostra comune umanità dovrà riscoprire se stessa; e che l'America deve giocare il suo ruolo nel far entrare il mondo in una nuova era di pace.

Per il mondo musulmano noi indichiamo una nuova strada, basata sul reciproco interesse e sul mutuo rispetto. A quei leader in giro per il mondo che cercano di fomentare conflitti o scaricano sull'Occidente i mali delle loro società - sappiate che i vostri popoli vi giudicheranno su quello che sapete costruire, non su quello che distruggete. A quelli che arrivano al potere attraverso la corruzione e la disonestà e mettendo a tacere il dissenso, sappiate che siete dalla parte sbagliata della Storia; ma che vi tenderemo la mano se sarete pronti ad aprire il vostro pugno.

Alla gente delle nazioni povere, noi promettiamo di lavorare insieme per far fiorire le vostre campagne e per pulire i vostri corsi d'acqua; per nutrire i corpi e le menti affamate. E a quelle nazioni, come la nostra. che godono di una relativa ricchezza, noi diciamo che non si può più sopportare l'indifferenza verso chi soffre fuori dai nostri confini; né noi possiamo continuare a consumare le risorse del mondo senza considerare gli effetti. Perché il mondo è cambiato e noi dobbiamo cambiare con esso.

Se consideriamo la strada che si apre davanti a noi, noi dobbiamo ricordare con umile gratitudine quegli americani coraggiosi che, proprio in queste ore, controllano lontani deserti e montagne. Essi hanno qualcosa da dirci oggi, proprio come gli eroi caduti che giacciono ad Arlington mormorano attraverso il tempo. Noi li onoriamo non solo perché sono i guardiani della nostra libertà, ma perché essi incarnano lo spirito di servizio: una volontà di trovare significato in qualcosa più grande di loro. E già, a questo momento - un momento che definirà una generazione - è precisamente lo spirito che deve abitare in tutti noi.

Per tanto che un governo possa fare e deve fare, alla fine è sulla fede e la determinazione del popolo americano che questa nazione si fonda. E' la gentilezza nell'accogliere uno straniero quando gli argini si rompono, la generosità dei lavoratori che preferiscono tagliare il proprio orario di lavoro piuttosto che vedere un amico perdere il posto che ci hanno guidato nei nostri momenti più oscuri. E' il coraggio dei vigili del fuoco nel precipitarsi in una scala invasa dal fumo, ma anche la volontà di un genitore di nutrire il proprio figlio, che alla fine decidono del nostro destino.

Forse le nostre sfide sono nuove. Gli strumenti con cui le affrontiamo forse sono nuovi. Ma i valori da cui dipende il nostro successo - lavoro duro e onestà, coraggio e fair play, tolleranza e curiosità, lealtà e patriottismo - tutto questo è vecchio. Sono cose vere. Sono state la forza tranquilla del progresso nel corso di tutta la nostra storia. Quel che è necessario ora è un ritorno a queste verità. Quel che ci viene chiesto è una nuova era di responsabilità - il riconoscimento, da parte di ogni americano, che abbiamo un dovere verso noi stessi, la nostra nazione, il mondo, doveri che non dobbiamo accettare mugugnando ma abbracciare con gioia, fermi nella consapevolezza che non c'è nulla di più soddisfacente per lo spirito, così importante per la definizione del carattere, che darsi completamente per una causa difficile.

Questo è il prezzo e la promessa della cittadinanza.

Questa è la fonte della nostra fiducia - la consapevolezza che Dio ci ha chiamato a forgiare un destino incerto.

Questo è il significato della nostra libertà e del nostro credo - perché uomini, donne e bambini di ogni razza e di ogni fede possono unirsi nella festa in questo Mall magnifico, e perché un uomo il cui padre meno di sessanta anni fa non avrebbe neanche potuto essere servito in un ristorante ora può trovarsi di fronte a voi per pronunciare il giuramento più sacro di tutti.

Perciò diamo a questa giornata il segno della memoria, di chi siamo e di quanta strada abbiamo fatto. Nell'anno in cui l'America è nata, nel più freddo dei mesi, una piccola banda di patrioti rannicchiati intorno a falò morenti sulle rive di un fiume ghiacciato. La capitale era stata abbandonata. Il nemico avanzava. La neve era macchiata di sangue. Nel momento in cui l'esito della nostra rivoluzione era in dubbio come non mai, il padre della nostra nazione ordinò che si leggessero queste parole al popolo:

"Che si dica al futuro del mondo... che nel profondo dell'inverno, quando possono sopravvivere solo la speranza e la virtù... Che la città e la campagna, allarmate da un pericolo comune, si sono unite per affrontarlo".

America. Di fronte ai nostri pericoli comuni, in questo inverno dei nostri stenti, ricordiamo queste parole senza tempo. Con speranza e virtù, affrontiamo con coraggio le correnti ghiacciate, e sopportiamo quel che le tempeste ci porteranno. Facciamo sì che i figli dei nostri figli dicano che quando siamo stati messi alla prova non abbiamo permesso che questo viaggio finisse, che non abbiamo voltato le spalle e non siamo caduti. E con gli occhi fissi sull'orizzonte e la grazia di Dio su di noi, abbiamo portato avanti il grande dono della libertà e l'abbiamo consegnata intatta alle generazioni future.

domenica 18 gennaio 2009

Il caso Darwin il nostro anno zero per la sicurezza

Articolo apparso su repubblica del 17 gennaio 2008



"Il caso Darwin il nostro anno zero per la sicurezza servono 5 milioni"



Ottanta dirigenti ci hanno chiamato per far eseguire sopralluoghi Il nostro obiettivo è restituire serenità a chi frequenta quegli edifici
Abbiamo controllato date di costruzione e certificati dei 163 stabili di cui siamo responsabili e adesso avvieremo la fase 2
Verificheremo le condizioni strutturali di delle controsoffittature e degli intonaci, usano non solo gli infrarossi ma rompendo le pareti


Il giorno del crollo al liceo Darwin di Rivoli ha segnato un nuovo anno zero per le istituzioni che si occupano di scuola. «Da quel momento abbiamo stravolto tutti i nostri progetti - dice Umberto D´Ottavio, assessore provinciale all´istruzione -. Al primo posto c´è e ci sarà per molto tempo solo la sicurezza. Me ne sono reso conto io e devono rendersene conto tutti. I rappresentanti istituzionali ma anche i dirigenti scolastici, gli insegnanti e le famiglie. In questo senso ognuno dovrà fare la propria parte, chi in termini economici, chi di buon senso».
D´Ottavio, il telefono dell´assessorato suona molto più spesso dal giorno dell´incidente. Quante richieste di sopralluoghi avete avuto dagli istituti dalla fine di novembre?
«Un´infinità. Tutti vogliono sapere quali sono le condizioni di sicurezza della propria scuola. Sono almeno ottanta i dirigenti scolastici che ci hanno chiamati per avere notizie, ed è anche per questo che ci siamo resi conto che non si poteva più lavorare come prima. Abbiamo messo da parte tutti i progetti per il 2009 e abbiamo deciso che prima di tutto dobbiamo restituire serenità a chi nelle scuole vive e lavora».
Cosa intendente fare? È un progetto ambizioso, come comincerete?
«Stiamo ultimando una sorta di censimento dello stato di tutti e 163 gli edifici dei quali abbiamo responsabilità, abbiamo quasi finito. Sapremo dire vita, morte e miracoli di ognuna di quelle scuole - dalla data di costruzione agli interventi effettuati ai certificati rilasciati -. E poi comincerà il lavoro più impegnativo: andare a scoprire quel che non si vede. Quello che la documentazione non può dire. Ma non possiamo fare da soli».
Di chi avete bisogno?
«Io mi muoverò chiedendo l´aiuto della Regione. Il presidente Antonio Saitta mi ha assicurato che si muoverà anche con il governo, a Roma, con la Protezione civile».
Cosa significa esattamente andare a scoprire quel che non si vede?
«Faremo per tutte le scuole quel che abbiamo fatto al liceo Darwin dopo l´incidente. Controlleremo le condizioni strutturali degli edifici, delle controsoffittatute, degli intonaci. Non solo con gli infrarossi come si era detto a un certo punto. Dobbiamo per forza rompere i controsoffitti per esser certi che non sia rimasto nulla (vedi, il tubo di ghisa del Darwin, ndr) durante le ristrutturazioni».
Rompere parte dei controsoffitti di tutte le scuole superiori della provincia, per vedere se sono solidi, se non si rischiano crolli? Non è un po´ troppo?
«Non lo so se sia eccessivo e a questo punto non ha nemmeno importanza. Ci mancano molte informazioni riguardo agli edifici che ospitano gli studenti e fino a quando non ci metteremo all´opera continueremo a non essere sicuri, a non avere sotto controllo la situazione».
E quanto costerà?
«Abbiamo stimato circa 30 mila euro per scuola. Ed è per questo che dico che abbiamo bisogno di un aiuto economico. Speriamo che le altre istituzioni ci diano una mano. Altrimenti saremo davvero costretti a far saltare tutti i progetti che abbiamo per il prossimo anno».
Scusi assessore, ma non sarebbe stato più razionale avere un sistema di monitoraggio delle scuole già in passato? Come avete lavorato fino a oggi?
«Purtroppo le nostre risorse non ci consentono di controllare periodicamente gli edifici con una programmazione di tipo preventivo. Lavoriamo sulla base delle segnalazioni che ci inviano le scuole perché questo è quel che riusciamo a fare con il nostro budget. Anche questo è il motivo per cui a Rivoli è successo quel che è successo: prima del crollo non c´era stato alcun segnale. E questo gli investigatori lo hanno accertato».
Lei e i suoi dirigenti rischiate comunque di essere indagati.
«Lo so e certo la cosa non mi lascia indifferente. Proprio per questo voglio sgomberare il campo a ogni incertezza per il futuro. È come ricominciare da capo. E non lo dico per me ma per gli studenti e gli insegnanti».
(o.giu.)

sabato 10 gennaio 2009

Consegnata la nuova scuola di Oulx

Consegnato il nuovo edificio per l'Istituto di Oulx

"L'edificio scolastico che presentiamo oggi è un'opera veramente innovativa, frutto di una reinterpretazione dei canoni dell'architettura di montagna. Ai ragazzi che a giorni lo occuperanno dico che studiando in una struttura tecnologicamente così avanzata è più facile prepararsi al loro compito del futuro, vale a dire innovare la realtà circostante".
Con queste parole il presidente della Provincia Antonio Saitta ha concluso la visita effettuata venerdì 9 gennaio con l'assessore all'Istruzione Umberto D'Ottavio alla nuova sede dell'istituto scolastico Des Ambrois di Oulx. La prossima settimana la struttura sarà aperta ai circa 600 allievi e ai loro insegnanti, che potranno così lasciare le attuali quattro sedi sparse per il centro abitato di Oulx.


L'edificio, opera dell'architetto Andrea Bruno, è stato studiato ponendo particolare attenzione al rapporto con il paesaggio montano, l'Oasi Naturale del Lago Borello (istituita nel 1979 laddove sorgeva una ex cava di estrazione) e le attività sportive e turistiche ad esso correlate.


Il progetto ha dovuto risolvere notevoli problemi geologici, idrogeologici e geotecnici e racchiude soluzioni tecnologiche all'avanguardia. Le aule circolari hanno un'ampiezza di circa 50 metri quadrati, sono realizzate in alluminio, con le pareti interne rivestite di legno chiaro; sono tutte al piano terreno, aggregate lungo un percorso interno. Tutte le aule prendono luce da una finestra superiore e dispongono di energia elettrica prodotta da pannelli fotovoltaici. Anche i laboratori sono a pianta circolare, per un'ampiezza totale di 475 metri quadrati, collegati da un percorso coperto, lungo il quale sono collocati i servizi igienici, una hall coperta, la biblioteca, uno spazio adibito ad Auditorium e una sala proiezioni di 170 metri quadrati.
Come tutti gli edifici scolastici superiori, anche il Liceo dell'Alta Valsusa è stato realizzato dalla Provincia di Torino, con una spesa di 10 milioni di Euro.
"La progettazione dell'istituto scolastico superiore di Oulx è stata una grande sfida" ha commentato l'assessore D'Ottavio. "Non era facile inserire una struttura avveniristica e dall'alto contenuto tecnologico in un ambiente naturale montano molto delicato. Ora possiamo dire di avere costruito la più bella scuola della provincia."

(9 gennaio 2009)

martedì 6 gennaio 2009

Terminati i lavori dell'Istituto di Oulx

Il 9 gennaio Saitta e D’Ottavio visiteranno la nuova sede

Sono terminati i lavori interni alla nuova sede dell’Istituto scolastico superiore Des Ambrois di Oulx. In vista della sua apertura a studenti e insegnanti, che avverrà lunedì 12 gennaio, il presidente della Provincia Antonio Saitta e l’assessore all’istruzione ed edilizia scolastica Umberto D’Ottavio visiteranno i nuovi locali venerdì 9 gennaio alle ore 10.30 a Oulx, in via Luigi Einaudi angolo via Martin Luther King. All’appuntamento sono invitati i sindaci e i presidi della valle e i giornalisti che vorranno partecipare.