mercoledì 29 giugno 2011

Piccola biografia del Presidente Giorgio Napolitano

E' nato a Napoli il 29 giugno 1925. Si è laureato in giurisprudenza nel dicembre 1947 presso l'Università di Napoli con una tesi in economia politica. Nel 1945-46 è stato attivo nel movimento per i Consigli studenteschi di Facoltà e delegato al 1° Congresso nazionale universitario.

Fin dal 1942, a Napoli, iscrittosi all’Università, ha fatto parte di un gruppo di giovani antifascisti e ha aderito, nel 1945, al Partito Comunista Italiano, di cui è stato militante e poi dirigente fino alla costituzione del Partito Democratico della Sinistra. Dall'autunno del 1946 alla primavera del 1948 ha fatto parte della segreteria del Centro Economico Italiano per il Mezzogiorno presieduto dal sen. Paratore. Ha inoltre partecipato attivamente al Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno fin dalla sua nascita (dicembre 1947) e per oltre 10 anni.

È stato eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953 e ne ha fatto parte – tranne che nella IV legislatura – fino al 1996, riconfermato sempre nella circoscrizione di Napoli.

La sua attività parlamentare si è svolta nella fase iniziale in seno alla Commissione Bilancio e Partecipazioni Statali, concentrandosi – anche nei dibattiti in Assemblea – sui problemi dello sviluppo del Mezzogiorno e sui temi della politica economica nazionale.

Nella VIII (dal 1981) e nella IX Legislatura (fino al 1986) è stato Presidente del Gruppo dei deputati comunisti.

Negli anni '80 si è impegnato in particolare sui problemi della politica internazionale ed europea, sia nella Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, sia come membro (1984-92 e 1994-96) della delegazione italiana all'Assemblea dell'Atlantico del Nord, sia attraverso molteplici iniziative di carattere politico e culturale. Già a partire dagli anni '70, ha svolto una vasta attività di conferenze e dibattiti all'estero: negli istituti di politica internazionale in Gran Bretagna e in Germania, presso numerose Università degli Stati Uniti (Harvard, Princeton, Yale, Chicago, Berkeley, SAIS e CSIS di Washington).

Dal 1989 al 1992 è stato membro del Parlamento europeo.

Nell'XI legislatura, il 3 giugno 1992, è stato eletto Presidente della Camera dei deputati, restando in carica fino alla conclusione della legislatura nell'aprile del 1994.

Nella XII legislatura ha fatto nuovamente parte della Commissione affari esteri ed è stato Presidente della Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo.

Non più parlamentare, è stato Ministro dell'interno e per il coordinamento della protezione civile nel Governo Prodi, dal maggio 1996 all'ottobre 1998.

Dal 1995 al 2006 è stato Presidente del Consiglio Italiano del Movimento europeo.

Rieletto deputato europeo nel 1999, è stato, fino al 2004, Presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo.

Nel 2003 è stato nominato Presidente della Fondazione della Camera dei deputati dal Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.

Il 23 settembre 2005 è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Il 10 maggio 2006 è stato eletto Presidente della Repubblica con 543 voti. Ha prestato giuramento il 15 maggio 2006.

La sua dedizione alla causa della democrazia parlamentare e il suo contributo al riavvicinamento tra la sinistra italiana e il socialismo europeo, gli sono valsi il conferimento – nel 1997 ad Hannover – del premio internazionale Leibniz-Ring per l’impegno “di tutta una vita”. Egualmente, gli è stato conferito nel campo della “marcia verso la democrazia”, per l’apporto al rafforzamento dei valori e delle istituzioni democratiche in Italia e in Europa, il Premio Dan David 2010 a Tel Aviv.

Gli sono stati conferiti la laurea o il dottorato honoris causa dalle Università di Bari e di Trento, e dalle Università Complutense di Madrid, Hebrew di Gerusalemme, Sorbona di Parigi.

Ha sviluppato un’intensa attività pubblicistica e editoriale. Ha collaborato alla rivista “Società” diretta da Ranuccio Bianchi Bandinelli e (dal 1954 al 1960) alla rivista “Cronache meridionali" con numerosi saggi su temi meridionalistici. Nel 1962 ha pubblicato il suo primo libro "Movimento operaio e industria di Stato", con particolare riferimento alle elaborazioni di Pasquale Saraceno.

Nel 1975 ha pubblicato il libro "Intervista sul PCI" con Eric Hobsbawm, tradotto in oltre 10 paesi. Del 1979 è il libro "In mezzo al guado" riferito al periodo della solidarietà democratica (1976-79), durante il quale fu portavoce del PCI – e lo rappresentò nei rapporti con il governo Andreotti – sui temi dell'economia e del sindacato.

Il libro "Oltre i vecchi confini" del 1988 ha affrontato le problematiche emerse negli anni del disgelo tra Est e Ovest, durante la presidenza Reagan negli USA e la leadership di Gorbaciov nell'URSS.

Nel libro “Al di là del guado: la scelta riformista” sono raccolti gli interventi politici dal 1986 al 1990. Nel libro "Europa e America dopo l'89", del 1992, sono raccolte le conferenze tenute negli Stati Uniti dopo la caduta del muro di Berlino e dei regimi comunisti in Europa centrale e orientale. Nel 1994 ha pubblicato il libro, in parte sotto forma di diario, "Dove va la Repubblica - Una transizione incompiuta" dedicato agli anni della XI legislatura, vissuta come Presidente della Camera dei Deputati.

Nel 2002, ha pubblicato il libro “Europa politica”, nel pieno del suo impegno come Presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo.

Il suo libro “Dal PCI al socialismo europeo: un’autobiografia politica” è uscito nel 2005.

Nel 2009 ha pubblicato per Il Mulino “Il patto che ci lega”, raccolta di discorsi tenuti nella prima metà del mandato presidenziale.

mercoledì 15 giugno 2011

Saitta: affidare alle Province i compiti degli Uffici Scolastici

Decentrare gli uffici dei ministeri, come vorrebbe la Lega? Meglio sarebbe chiudere quelli esistenti e trasferirne le competenze agli enti locali. Nello specifico, alle Province. Ieri, dopo essere stato ragguagliato in giunta dall’assessore all’Istruzione Umberto D’Ottavio, Antonio Saitta ha mirato al Miur regionale e provinciale, acronimo che indica l’ex provveditorato agli Studi. Il quale non farebbe il suo mestiere, cioè programmare per tempo le risorse umane di professori e dirigenti scolastici da destinare alle scuole, lasciando la Provincia in prima linea: sostanzialmente sola nel fronteggiare le richieste di presidi, insegnanti e genitori.

Un’accusa pesante. Né è casuale che lo sfogo avvenga a giugno, quando il termine dell’anno scolastico coincide con i preparativi per quello nuovo. Come se non bastassero i tagli, l’autonomia scolastica e la competizione tra i vari istituti per guadagnare il maggior numero di allievi, ci si mette pure il Miur. «E’ una sorta di ufficio decentrato del ministero dell’Istruzione ma funziona poco e male protesta Saitta senza giri di parole -. Non solo non pianifica, ma ci gira all’ultimo tutte le richieste di lavori e interventi di adeguamento mettendoci in grande difficoltà». Perché? «Perché le scuole pretenderebbero che fossero eseguiti durante la pausa estiva mentre i tempi tecnici richiederebbero una programmazione anticipata». Altro problema: la progressiva riduzione degli insegnanti in seguito ai tagli ministeriali, e quindi la richiesta di aumentare la capienza delle aule da parte del Miur, contrasta con le norme di sicurezza di cui la Provincia è responsabile.

Risultato: Palazzo Cisterna si sente tra l’incudine e il martello: da una parte il Miur e dall’altra le scuole. Particolare non trascurabile, «figura come la colpevole di tutti i problemi». Da qui l’affondo: «Per quale motivo il ministero non ci attribuisce le competenze del Miur, che di fatto è solo un ufficio amministrativo?».

Posizione condivisa dall’assessore D’Ottavio - «nessuno scandalo, il passaggio delle competenze dallo Stato alle Regioni prevede la cancellazione degli uffici scolastici e il trasferimento dei loro compiti alle Province» - e poco gradita al Miur, dove si ricorre alle arti della diplomazia per scongiurare o quantomeno mascherare lo scontro frontale. «Le parole di Saitta mi stupiscono replica Francesco De Sanctis, direttore regionale -. Che il mondo della scuola presenti dei problemi è un fatto oggettivo, siamo tutti sotto pressione, ma non è dividendoci che li risolveremo. La soluzione è continuare a collaborare».

Certo è che tra Palazzo Cisterna, via Pietro Micca e via Coazze - gli ultimi due indirizzi rimandano alle sedi dell’Ufficio scolastico regionale e provinciale -, non tira una bella aria. Né contribuirà a migliorarla l’accorpamento di entrambi i Miur in via Coazze, proposito che Saitta coltiva da tempo.

La Provincia si fa carico, in base a una legge del ’96, di ospitarli a sue spese. Il Miur provinciale è domiciliato in via Coazze, in un edificio di proprietà dell’ente pubblico: che non incassa un euro di affitto e paga tutte le spese. Quello regionale ha sede in due alloggi su via Pietro Micca: 230 mila euro l’anno di canone, più le utenze. La Provincia di Torino versa la somma in anticipo, mentre le altre sette Province del Piemonte le rimborsano una cifra pari a metà dell’affitto. Un altro motivo di insofferenza per Palazzo Cisterna, deciso a darci un taglio: economico e, a quanto pare, anche politico.

La Stampa 15 giugno 2011

martedì 14 giugno 2011

La situazione della scuola torinese nel prossimo anno

La situazione della scuola torinese nel prossimo anno, l’assessore all’Istruzione della Provincia la vede nera. Proprio come la descrivono le tante lettere ricevute da genitori e amministratori dei comuni e delle comunità montane (incontrate ieri): la punta dell’iceberg delle difficoltà. La gente che resiste in montagna parla di un territorio che vede le sue peculiarità e le sue esigenze in generale ignorate, al più «tamponate» senza certezza di continuità e qualità. E non è tutto.

«I tagli fanno sparire scuole, classi, indirizzi professionali. Mancano 75 presidi nella nostra provincia... Siamo molto preoccupati. Per noi l’anno nuovo inizia adesso - spiega D’Ottavio - e si tratta di predisporre tutto per far sì che il 12 settembre le cose funzionino al meglio. Ma i tagli a questo punto stanno creando sofferenze enormi di cui vorremmo ragionare, e non riusciamo a farlo, con la Regione e l’Ufficio Scolastico Regionale: dalla Regione si prospettano riduzioni del 50% delle risorse per i piani del diritto allo studio. Parliamo di trasporti, supporto ai disabili, esigenze educative speciali. L’integrazione degli studenti di origine straniera diventa un lusso».

D’Ottavio cita il presidente della Provincia. «Come Saitta ha detto che porterà in tribunale Cota perché non rispetta gli impegni presi, altrettanto si può immaginare per l’istruzione. I sindaci non sanno su cosa si potrà contare. Se questo è il risultato dell’essere in testa alla classifica delle migliori scuole italiane».

L’assessore elenca le situazioni più gravi. «Il peggio è nelle Valli di Lanzo: Traves, Ceres, Ala di Stura». Non la montagna degli sport invernali, ma quella che fatica a trattenere la sua gente avendo meno opportunità di reinventarsi. «C’è Rorà nel Pinerolese, Settimo Vittone dove ci sono scuole a rischio di chiusura, Nomaglio, Andrate». Situazioni dove, con i parametri attuali, l’iscrizione di un solo bambino fa la differenza. «La gente chiede che la Regione, che pure ha dimostrato buona volontà nell’intervenire per mitigare gli effetti dei tagli della Gelmini, si impegni per chiedere al governo di tenere conto di un territorio difficile, delle distanze, della neve».

Poi, il tempo pieno. «La promessa era stata di non toccare quello “storico”. Invece a Collegno, per esempio, taglieranno quattro insegnanti e non sarà più garantito. Si taglia mentre la popolazione scolastica aumenta». Le famiglie, già in crisi per il lavoro, perdono altre certezze.

«Alle superiori i presidi devono smembrare classi perché gli studenti non bastano più per giustificare una seconda, una quarta», dice l’assessore. «Capita al liceo artistico come negli istituti tecnici. E si perdono indirizzi richiesti dal mercato del lavoro». Le classi non si formano con meno di 27 allievi e, come denunciato dai sindacati, i casi di 32-33 saranno all’ordine del giorno.

«C’è un aspetto di questa situazione che unisce il danno e la beffa: la Direzione Scolastica Provinciale mi chiede di sistemare le aule in modo da accogliere gli studenti necessari per costituire una classe. Certo, compete agli enti locali l’edilizia scolastica. Ma in questo modo è lo Stato il primo a non volere la sicurezza nelle scuole». Di lavori sull’edilizia scolastica la Provincia in estate ne realizzerà parecchi. «Si concluderà la verifica su tutti gli edifici avviata, dopo la tragedia del Darwin, con il Provveditorato alle Opere Pubbliche», dice D’Ottavio. «Lavoreremo nelle aule chiuse all’ultimo piano dell’Avogadro. In settembre le classi coinvolte andranno provvisoriamente nel vicino istituto Lagrange. Il Regina Margherita avrà tutto l’edificio di corso Caduti sul Lavoro, faremo importanti interventi nella sede del Passoni, in via della Rocca, per adeguarlo al nuovo liceo musicale. Intanto pensiamo all’accorpamento del liceo scientifico Gobetti con il Segrè».

Maria Teresa Martinengo
La Stampa 14 giugno 2011

giovedì 9 giugno 2011

CON LA ROBOTICA INNOVAZIONE PER LAVORO E ISTRUZIONE

Gli assessori della Provincia di Torino Carlo Chiama (Lavoro) e Umberto D’Ottavio (Istruzione) hanno partecipato al Convegno "Meccatronica/Robotica - Competenze e professioni nel futuro del Piemonte" tenutosi oggi a Torino. "L'indagine svolta sulla robotica – ha dichiarato l’assessore Chiama - ci dice che si tratta di un settore nel quale Torino e il Piemonte sono particolarmente forti, a livello di Giappone e Germania, e che produce posti di lavoro stabili e con una significativa presenza di giovani. La robotica richiede grandi competenze multidisciplinari e può avere ricadute in molti settori. La robotica può quindi essere uno dei principali driver per l'innovazione e il rafforzamento del nostro sistema industriale. L'osservatorio per il mercato del lavoro della Provincia di Torino sta lavorando con la Regione e con il gruppo di lavoro di RIF (rete indagine fabbisogni) per la definizione di uno strumento più avanzato di analisi dei fabbisogni del mercato del lavoro." “Oggi si incastra un nuovo fondamentale tassello nel disegno definito dai partner nell'intesa sulla robotica – ha commentato l’assessore D’Ottavio -. Infatti, gradualmente ma con convinzione, l'impresa sta crescendo: l'innovazione didattica sta prendendo forma nella progettazione fatta dai docenti; tre laboratori di robotica sono stati attivati in queste settimane in tre istituti e stanno incuriosendo ragazzi e ragazze (si spera molte ragazze); orientamento e informazione sulla robotica stanno portando l'attenzione verso l'istruzione tecnica e professionale”.

venerdì 3 giugno 2011

150 anni di Unità d’Italia visti dalla Puglia

Arriva a Torino da sabato 4 a martedì 7 giugno, nella stazione di Porta Nuova, la mostra multimediale itinerante “Visioni d’Italia”, promossa dall'Assessorato al Diritto allo Studio della Regione Puglia e allestita su un treno merci da nove vagoni.
L'iniziativa - che presenta il contributo della Puglia allo sviluppo italiano - sarà presentata il 4 giugno alle 10 sul binario 20 della stazione di Porta Nuova.
Interverranno l'assessore all'Istruzione della Provincia di Torino, Umberto D'Ottavio, gli assessori della Regione Puglia Alba Sasso (Diritto allo Studio) e Elena Gentile (Welfare), il presidente della Federazione Casa Puglia Piemonte, Giovanni Agrimano.
Oltre quindicimila persone hanno visitato finora l’esposizione che è stata inaugurata a Bari il 10 maggio. Il viaggio ufficiale è partito l’11 maggio da Lecce e si è fermato a Brindisi, Taranto, nuovamente Bari, e infine Foggia.
La mostra racconta i 150 anni dell’Unità attraverso cinquecento fotografie provenienti da musei, archivi storici, istituti, fondazioni e una ricerca audiovisiva con documentari e spezzoni di film realizzata in collaborazione con Teche Rai e Cinecittà Luce.
L’esposizione rientra nel progetto storico-didattico “Visioni d’Italia” promosso dall’Assessorato al Diritto allo Studio e alla Formazione della Regione Puglia, con la partecipazione del Servizio Pugliesi nel mondo dell’Assessorato regionale al Welfare, la collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale e del Consiglio regionale, il supporto scientifico dell’Ipsaic (l’Istituto pugliese per la Storia dell’Antifascismo), il patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia.