martedì 5 ottobre 2010

A Torino serve una nuova struttura per ospitare 500 studenti del Liceo

Cinquecento liceali, perché è in particolare nei licei che la popolazione sta crescendo e dove ci sono sempre più spesso problemi di capienza». Umberto D’Ottavio, assessore all’Istruzione della Provincia, le necessità le ha evidenziate con circoletti rossi su una cartina di Torino: il liceo europeo Spinelli ancora in cerca di una sistemazione definitiva, lo scientifico Volta che chiede una succursale, condizione che si collega al fatto che Galileo Ferraris e Gobetti alle ultime iscrizioni hanno dovuto dire parecchi «no» alle famiglie e che il Cattaneo scoppia. Senza dimenticare la sopraelevazione del liceo classico D’Azeglio: è sfumata con il consolidarsi della crisi economica e i limiti di spesa.
Sulla stessa cartina è anche indicata l’ipotesi che dovrebbe alleggerire la situazione. Niente area di Ponte Mosca, però, di cui si è parlato a lungo per lo Spinelli (che sta ragionando con realismo su una collocazione separata della sua scuola media): la legge Gelmini vieta l’apertura di nuovi punti di erogazione del servizio scolastico, la crisi fa il resto. «L’idea è di utilizzare l’area tra le vie Pesaro, Rovigo e corso Ciriè», spiega D’Ottavio.
Lì un tempo c’erano gli istituti Baldracco, conciario, e il tessile Guarrella, poi assorbiti nel vicino Itis Casale, e lì si trova la succursale del Guarini. Nell’ex Baldracco tra breve partiranno i lavori per la succursale dell’alberghiero Beccari che aspetta una soluzione da anni». Quest’opera - aule, laboratori di cucina e di sala - «sarà l’intervento più importante del nuovo anno - dice D’Ottavio - insieme con la ristrutturazione di un edificio, a Collegno, per la succursale dello scientifico Curie ora accolta in una scuola media. Questa succursale alleggerirà la pressione sul Cattaneo che oggi ospita alcune classi in un prefabbricato».
Chi avrà sede, in futuro, nel polo scolastico semi-dismesso di Valdocco al momento non è stabilito. «Stiamo lavorando a soluzioni che non mettano un istituto contro l’altro. I ragionamenti li faremo completi in occasione del piano di dimensionamento delle scuole di Torino. Entro i primi di novembre organizzeremo una conferenza invitando tutti i presidi. La soluzione sarà oggetto di concertazione».
Di ipotesi ce ne sono alcune che includono lo spostamento di intere scuole da un quartiere all’altro. Niente di casuale o «discrezionale». «Stiamo analizzando la provenienza territoriale della popolazione scolastica di varie scuole», spiega l’assessore. A conti fatti certe ipotesi potrebbero essere meno dolorose di quanto oggi s’immagini. «Il ragionamento, comunque, deve andare nella direzione di ridistribuire gli spazi in base alle iscrizioni», dice D’Ottavio. La riforma, infatti, ha spostato i consensi sul liceo delle scienze applicate, il linguistico. Il restyling del vecchio Itc ha ridato smalto (e iscritti) al Sommeiller e ad altri. Il classico, invece, segna un po’ il passo.
E in tema di indirizzi, la Provincia ha invitato i capi d’istituto a produrre entro l’11 ottobre un documento di «autovalutazione dell’offerta» con le richieste di attivazione di eventuali nuovi corsi. «Anche l’offerta formativa si collega all’edilizia e all’obiettivo di avere le scuole in sicurezza. A proposito, spiace non essere riusciti finora a ragionare con la Regione della campagna di orientamento scolastico che sta partendo. Anche perché nessuno ha smentito che le iscrizioni debbano avvenire in gennaio. Da parte nostra siamo impegnati a fare in modo che l’assenza di programmazione regionale non ricada sui ragazzi di terza media».
Tra le richieste di attivazione di corsi in arrivo si prevede certamente quella del liceo musicale (grande novità della riforma negato lo scorso anno a Torino) da parte dell’artistico Passoni e dall’istituto Berti (nel 2009 lo reclamarono 8 istituti). L’Alberti di Luserna San Giovanni (che chiede anche scienze applicate) e il Baldessano-Roccati di Carmagnola hanno già annunciato di voler attivare il corso triennale per «operatore dei servizi sociali». «C’è molta offerta per personale adeguatamente formato come “badante” per case di riposo e assistenza in genere - dice D’Ottavio -, un ambito che diventa d’interesse anche per i ragazzi italiani». Su un altro fronte, il Moro di Rivarolo ha avanzato la richiesta del liceo classico «perché il Botta di Ivrea è pieno. Per anni non abbiamo concesso indirizzi nuovi in attesa della riforma, nel 2009 ci siamo limitati alle confluenze. Ora è il momento di valutare nei dettagli l’offerta sul territorio. Anche perché un’offerta diffusa è anche un incentivo contro la dispersione».

Maria Teresa Martinengo La Stampa 5/10/2010