mercoledì 30 novembre 2011

Lettera aperta al Ministro Francesco Profumo

Carissimo Professore Ministro Francesco Profumo, la Sua nomina ha suscitato molte attese e la speranza di richiamare una nuova attenzione ai temi della scuola e dell’istruzione.

Negli ultimi 10 anni del secolo scorso quando si diceva “RIFORMA della SCUOLA” si pensava e si parlava di didattica e di pedagogia.

Invece, in questi primi 10 anni del nuovo secolo, il concetto si è più avvicinato a quello di una azienda in crisi che scarica le sue difficoltà sul personale e per “riforma” ormai si è inteso solo più riduzione della spesa.

Inoltre, non voglio rincarare la dose, ma chi ha diretto il sistema dell’istruzione in questi anni non ha capito che la scuola è un sistema complesso e articolato e di fronte alla vera condizione di eterogenità non c’è bisogno di più centralismo, ma al contrario di più articolazione e diffusione della responsabilità.
Non di un modello statico o rigido c’è bisogno, ma piuttosto di strategia differenziata, di verifiche di sistema e di interventi sul piano territoriale considerate le evidenti differenze tra i sistemi scolastici reali delle diverse aree del Paese.

Innanzitutto, dobbiamo ripartire dalla scuola come sistema educativo della comunità nazionale e, quindi, ristabilire questo quale mandato della scuola.

In questi anni si è generato un corto circuito e i tanti ricorsi alla Corte Costituzionale riferiscono di una situazione caotica. I decreti, se non semplici circolari sono diventati lo strumento operativo. Secondo me, siamo andati ben oltre il lecito, il consentito e l’accettabile.

Non credo però che un ritorno all’antico, quello di un forte e magari più ricco ministero, sia la via.

Credo piuttosto che la nostra scuola ha bisogno di declinare i “famosi” obiettivi di LISBONA, quelli per il 2020, nelle Regioni, nelle Province e nei Comuni e mettere nelle condizioni le Istituzioni locali di condividere la responsabilità nazionale nel raggiungimento di quegli obiettivi.
Anzi, io credo, che una iniziativa utile sia quella di mettere in evidenza in quali Comuni e in quali Province e in quali Regioni si siano raggiunti o si stiano raggiungendo gli obiettivi e sostenere gli altri territori perché si arrivi ad una performance nazionale positiva.

Per questo ci aspettiamo dal Governo parole chiare sull’innalzamento dell’obbligo scolastico, sui tempi e sui luoghi dell’apprendimento, sugli ordinamenti e sull’innovazione, sul reclutamento e la formazione dei docenti, sull’inclusione e sulla valutazione.

La scuola ha bisogno di segnali concreti di affetto e considerazione.
Buon lavoro Ministro

Umberto D’OTTAVIO