sabato 3 maggio 2008

evitare altre Orbassano per il PD

Dopo la dura sconfitta di Orbassano per il Partito Democratico è necessario aprire una “larga riflessione”. Gli spunti sono molti, qui mi limito ai tre principali per me. Il sindaco alla fine del primo mandato deve essere per forza candidato? Ha senso dopo questa esperienza riflettere sulla vocazione maggioritaria del Partito Democratico? Come procede la costruzione del PD a livello locale, cioè rappresenta davvero una novità o si tratta davvero di fusione fredda?

Parto dall’ultima domanda. Siamo solo ad un anno dai congressi di DS e DL che decisero di aprire la fase costituente del Partito Democratico. Una decisione piena di consapevolezza sulla mutata percezione della politica da parte degli italiani, ma asunta durante una esperienza di governo che solo Prodi non vedeva appesa ad un filo e che ha fatto del risanamento la sua bandiera mentre la caduta del potere d’acquisto precipitava. Una esperienza finita del peggiore dei modi con una maggioranza che si è suicidata. Tutto questo per dire che forse non abbiamo avuto il tempo di fare il processo di nascita del PD come avremmo voluto e dovuto. Diciamo allora che il voto del 13 e 14 aprile è stato fortemente condizionato da una rincorsa per la quale non eravamo ancora pronti, ma soprattutto non è emerso ancora tutto il potenziale di novità contenuto nell’idea di Partito Democratico. Infatti se rileggiamo le motivazioni che hanno portato alla nascita del PD ritroviamo anche le ragioni della sconfitta elettorale. Cioè, secondo me, abbiamo perso su una linea giusta e guai a noi se emergono tentazioni di un ritorno indietro. I ponti sono stati tagliati e dobbiamo costruirne nuovi ma in avanti non indietro.

Sulle alleanze dobbiamo essere chiari. L’espressione “andare da soli” è una sciocchezza e invita tutti gli altri a unirsi contro. Dobbiamo cercare di essere più concreti sui programmi e unire il più possibile su progetti e proposte. Una forza di governo sa misurare le proprie potenzialità e non ci si candida per andare all’opposizione. Si può presumere di farcela da soli, ma il PD più che la vocazione maggioritaria è bene che coltivi la vocazione unitaria nell’interesse del Paese e delle comunità locali.

Infine, non credo possa essere obbligatorio ricandidare un sindaco alla fine del primo mandato, anzi, devono essere obbligatorie le primarie, anche per rafforzare le candidature meritorie. Per Orbassano sarebbe bugiardo non ricordare che dubbi sulla candidatura di Marroni c’erano. Non è però emersa una candidatura alternativa. Per questo non è giusto dire che ha perso Marroni, ma ha perso il PD e il suo gruppo dirigente che ora è bene riparta con umiltà dall’opposizione. Ma sono convinto che si poteva evitare così come è necessario evitare che l’anno prossimo ci siano altre Orbassano per il centro sinistra della provincia di Torino.

Ad un anno dalle prossime elezioni nei comuni dovrebbero essere proprio i sindaci ad essere promotori di una valutazione preventiva insieme con il partito e con i cittadini e comunque dobbiamo lavorare per una riscossa che non può che partire proprio da qui. Da questa area che si aspetta molto dal PD e che non ha ceduto alla moda del “tanto sono tutti uguali”. Ma è proprio quello che dobbiamo dimostrare……