giovedì 4 marzo 2010

Appello ai Parlamentari piemontesi sul patto di stabilità

Appello ai Parlamentari piemontesi sul patto di stabilità

Carissimi Parlamentari,
nel corso della discussione sulla conversione del decreto legge recante disposizioni urgenti per gli enti locali, il Governo e i Presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera hanno deciso di rigettare ogni emendamento concernente il patto di stabilità interno.
La decisione è grave, perché gli emendamenti erano tesi ad alleggerire il peso di un meccanismo insostenibile per le risorse degli enti locali e lontano dalle esigenze dei cittadini e del tessuto economico e produttivo locale.

Non si capisce cosa ci sia di più urgente, in un decreto che riguarda gli enti locali, che consentire a questi ultimi di garantire l’erogazione dei servizi e di realizzare i necessari investimenti sul territorio.
Tutto ciò è inaccettabile e contravviene i più elementari principi di federalismo e di rispetto delle autonomie locali i Comuni e le Province rivendicano da tempo maggior rispetto per il loro ruolo e per l’importante funzione di contrasto alla crisi economica che essi possono svolgere. Essi realizzano la gran parte degli investimenti pubblici ma concorrono per meno del 4% alla formazione del debito pubblico.

Inoltre da una nostra rilevazione fra i Comuni, risultano evidenti le difficoltà dei Comuni e delle Province per la chiusura dei bilanci di previsione per il 2010. Mai come quest’anno sono inserite vendite di quote di patrimonio per finanziare manutenzioni. Così come, per la crisi,sono crollati gli introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione
E’ tempo, quindi, che il governo la smetta di proclamare inesistenti risultati di politica economica e guardi onestamente al paese reale e ai suoi problemi. Gli enti locali non possono essere solo un costo da tagliare ma importanti e decisivi alleati per ridare slancio e competitività al sistema paese, oggi sempre più strangolato dalla morsa della crisi e da una politica economica del Governo miope e inconcludente.

Facciamo appello ai Parlamentari eletti in Piemonte perché ascoltino e trasmettano nelle sedi opportune questo grido di dolore.

Umberto D’OTTAVIO per la Presidenza di LEGAUTONOMIE del PIEMONTE