domenica 20 gennaio 2013

. . Damiano e D’Ottavio all’apertura della campagna elettorale del Partito Democratico della Zona Ovest






<Una battaglia che non è già vinta, che si combatte con democrazia, con idee e proposte, dimostrando la forza della ragione, portando fuori la politica dalla logica autoreferenziale di un solo uomo, per restituirla ai cittadini e al territorio>.
Con queste parole Cesare Damiano e Umberto D’Ottavio, candidati alla Camera Piemonte 1 del Partito Democratico , hanno aperto oggi la campagna elettorale nella zona ovest della cintura, nel Circolo Aurora di Collegno, alla presenza di sindaci e amministratori del territorio e di fronte a duecento persone.
<L’Italia Bene Comune è quella che investe sulla scuola e sulla sanità e che non fa di queste due voci semplici capitoli di costo dai quali poter togliere risorse nella logica secondo cui lo Stato fa quello che può e  chi vuole qualità deve pagarsela attraverso scuole private o assicurazioni sanitarie – ha detto D’Ottavio – Il prossimo Governo deve riequilibrare il welfare, livellando quelle divaricazioni sociali che con i Governi Berlusconi si sono pericolosamente accentuate, facendo i ricchi sempre più ricchi ed i poveri, che sono aumentati, sempre più poveri>.
<Il mio impegno – dice ancora D’Ottavio – è  portare la voce del territorio in Parlamento, affinchè il futuro Governo si occupi di quei temi <vicini alla gente> che nelle ultime legislature, complice una legge elettorale che ha di fatto estromesso i rapporti coi collegi, sono stati spesso considerati marginalmente. Tra le priorità per i territorio senza dubbio ci deve essere l’estensione della metropolitana fino a Rivoli  perché non è pensabile che la zona ovest ne resti estromessa>.
<Una politica di rigore altro non causa che recessione – ha commentato Cesare Damiano in merito alle misure prese dal governo tecnico di Mario Monti – se non è affiancata da quelle condizioni in grado di creare sviluppo ed equità sociale. E’ necessario incentivare il potere d’acquisto attraverso il rinnovo dei contratti di lavoro, lo sblocco delle indicizzazioni delle pensioni e soprattutto va rivista la formula delle ammortizzazioni sociali. Un Paese dove queste si riducono, dove si allontana la pensione, dove si teme che la crisi economica si prolunghi creando difficoltà occupazionali,è un Paese che non funziona>.
E in merito all’appoggio al Governo tecnico, Damiano ricorda che <è stato dato per contenere il rischio che quanto fatto da Berlusconi portasse l’Italia sul baratro: il centrodestra ha cancellato le leggi sul lavoro, ha messo mano alle pensioni, ha ipnotizzato il Paese. Per portare fuori l’Italia da questo pericoloso stato di recessione occorre una svolta coraggiosa che metta al centro le persone e non più il “leader”>.