domenica 14 settembre 2008

provaci ancora...scuola!

Provaci ancora…scuola!

Oggi ricomincia la scuola in provincia di Torino e in tutto il Piemonte. Qualcuno si è lamentato del fatto che l’inizio fosse così avanti per via della collocazione dei figli al rientro dalle ferie …. ma questo argomento sembra un lusso di fronte alle tante preoccupazioni che affollano questo avvio.

Si tornerà al maestro unico alle elementari? Verrà cancellato il tempo pieno? Scompariranno le piccole scuole e quelle di montagna se non raggiungono almeno i 600 alunni? E un lungo elenco di altri interrogativi. Basta leggere i giornali per rendersi conto che non sono dubbi finti. Infatti non ci troviamo solo di fronte ad una richiesta di razionalizzazione o di risparmio o di lotta allo spreco. Questa volta si dice anche che “per essere europei bisogna stare di meno sui banchi” così come “ è ora di avere una scuola che recuperi chiarezza con i voti e la buona condotta”, altrimenti non è una scuola seria.

Non è il caso di fare polemica politica, anche perché ce ne sarebbe per tutti. Però, ancora una volta, il problema si sta impostando non in modo corretto. Non si fa nessuna “valutazione di sistema”, nessun confronto sulla sua efficacia , nessun vero benchmarking si direbbe. Per esempio: la dispersione scolastica è ancora intorno al 25 %. Cioè un ragazzo/a su quattro non raggiunge un diploma o una qualifica, fino a poco tempo era uno su tre. Come è stato possibile raggiungere questo risultato? E’ frutto della diffusione dell’offerta di istruzione e di formazione del nostro sistema territoriale? E’ vero che il sistema non è fatto di una somma di pezzi, ma di una continua integrazione, dalla scuola dell’infanzia all’Università? Secondo me sì, per questo guai a smontare il “sistema torinese”, che trova nella diffusione del tempo pieno alle elementari (il 90%) uno dei pilastri.

Facciamo un confronto fra sistemi e magari scopriamo che davvero è opportuno ridurre l’orario ai tecnici e ai professionali, non certo alle elementari dove rischiamo di tornare al doposcuola pagato dai comuni o dalle famiglie.

E poi non è detto che quello che serve a Torino sia lo stesso di altre realtà, anzi. L’aggancio del sistema al territorio è fondamentale, meglio se in un quadro nazionale e europeo definito dai mai troppo famosi “obiettivi di Lisbona”sottoscritti dai Paesi dell’Unione Europea e sui quali l’Italia è molto indietro. Anche per la percentuale di PIL investito: la metà di Svezia e Finlandia.

A Torino non è così. Qui abbiamo lavorato tutti per una scuola che funziona e che serve ai nostri giovani cittadini. Certo non tutto bene, ma lavoriamo su quello che non va senza tornare indietro.

Provaci ancora …. scuola. Buon Anno scolastico a tutti.


Umberto D’Ottavio
Assessore Provincia di Torino all’Istruzione