domenica 21 febbraio 2010

Inaugurato l'ampliamento del "Bobbio" di Carignano

La filosofia del turismo
all’hotel degli studenti


Gli alunni del “Bobbio” gestiscono l’albergo interno


[FIRMA]MASSIMILIANO PEGGIO
CARIGNANO
«È bello rivedere mio padre ritratto da giovane, durante il periodo scolastico e non nella solita foto da ottantenne rugoso. E mi riempie di felicità vedere questa scuola, che porta il suo nome, crescere e assicurarsi un futuro».
Nel corridoio luminoso della nuova ala dell’Istituto Alberghiero «Norberto Bobbio» di Carignano, il professor Marco Bobbio taglia il nastro tricolore di fronte ad un poster in bianco e nero col volto di suo padre ai tempi del liceo D’Azeglio. Applausi e discorsi di rito.
Ieri mattina, dopo anni di lavori, è stata inaugurata l’ultima porzione dell’istituto dedicato a uno dei più grandi intellettuali italiani del ventesimo secolo. Dall’inizio dell’attività educativa, nel 1998, si tratta del terzo ampliamento della scuola professionale ricavata restaurando gli edifici degli ex «Lanifici Bona»: il primo curato dal Comune di Carignano, gli altri due dalla Provincia. Un istituto in continua crescita, con centinaia di allievi: aspiranti chef, direttori di sala, barman, esperti di turismo.
«Piatto forte» di quest’ultimo blocco di opere, costate un milione e 200 mila euro, è stata la realizzazione di un piccolo «hotel didattico» accanto alla nuova manica di aule tradizionali. I tecnici della Provincia, guidati dall’architetto Maria Paola Burdino, hanno progettato un albergo-scuola prevedendo all’interno tutti i tipi di sistemazione: singola, matrimoniale, suite e residence. Quella di Carignano è la seconda struttura di «Hotellerie» didattico-professionale, in stile francese, nel torinese: la prima è a Pinerolo, all’istituto alberghiero Prever.
«L’hotel - spiega l’architetto - può accogliere dieci o quindici persone. Appena sarà arredato, potrà entrare in attività, ospitando clienti per conto del Comune o della Provincia, come avviene a Pinerolo».
Nell’albergo «Bobbio», collegato alla scuola ma dotato di ingressi indipendenti, gli studenti potranno esercitarsi a gestire hall e stanze. «Formazione sul campo» la chiamano i professori che qui, oltre alle materie tradizionali, insegnano a coltivare la creatività individuale, l’arte dell’accoglienza, le buone maniere, i segreti dell’alta cucina e la valorizzazione del territorio.
All’inaugurazione, accanto al padrone di casa, il preside Franco Zanet, hanno partecipato gli assessori Umberto D’Ottavio per la Provincia e Giovanna Pentenero per la Regione. «Il nostro compito - ha detto D’Ottavio - non è solo quello di costruire dei bei muri colorati, ma anche di fare buone scuole, investendo tutte le risorse disponibili, in sicurezza e in formazione di qualità». Poi, lanciando un invito ai ragazzi, ha aggiunto: «Mi raccomando trattatela bene. Se volete sfogarvi fatelo altrove: le manutenzioni ci strangolano».
Nota dolente per un istituto di queste dimensioni - che assieme al liceo scientifico, linguistico e sportivo forma un polo scolastico di 1300 studenti - è la mancanza di una palestra. «Purtroppo - dice il preside - non abbiamo neanche un auditorium per i grandi eventi. Ci dobbiamo arrangiare». Cosa non insolita al Bobbio, visto che i «bidelli», talvolta, fanno pure gli imbianchini, per mantenere in ordine le aule.
«La palestra - dice l’architetto Burdino - è il tassello mancante. Purtroppo di spazi pubblici non ce ne sono più. Ciò che resta da restaurare del complesso Bona è tutto privato. E per costruire una palestra ci vorrebbero almeno 2 milioni. Cifra improponibile per le nostre scarse risorse».