lunedì 6 febbraio 2012

Commemorazione del Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scàlfaro.

Pierluigi Bersani

Signor Presidente, aderisco alle sue parole di commemorazione, di cordoglio e ne aggiungo qualcuna personale.
Il ruolo di Oscar Luigi Scàlfaro, nella vicenda italiana, attualmente, dovrà essere meditato, approfondito. Già dalle prossime settimane il Partito Democratico cercherà di dare un primo contributo di riflessione. Tuttavia, credo che le poche parole che si possono dire in quest'Aula abbiano un significato particolare perché risuonano nel luogo che Scàlfaro riteneva baricentrico della democrazia italiana.
Credo che sia giusto qui, brevissimamente, davanti alla morte e deposte le contese, pronunciarsi sul suo lascito, su quello che si ritiene essenziale del suo lascito. Per me e per noi, due cose sono fondamentali; la prima è la dignità, il ruolo e l'autonoma responsabilità della politica, quella che è stata chiamata, da molti commentatori, la laicità del religiosissimo Scàlfaro e che in fondo, in realtà è la concordia-discordia sempre da regolare fra cittadino e persona. Credo che Scàlfaro ci lasci, a questo proposito, un messaggio: non è affatto vero che ragionare con la testa di tutti e con i diritti di tutti, come deve fare la politica, non sia compatibile con forti e radicate convinzioni personali; anzi, forti convinzioni personali possono far capire meglio che la politica deve essere ispirata dalle proprie convinzioni, ma non deve essere al servizio delle stesse.
Il secondo lascito che, per noi, va sottolineato è naturalmente quello che riguarda la Costituzione, quella specie di religiosità costituzionale, forse si può dire così, di Oscar Luigi Scàlfaro, che non era mai, in nessun modo - ne siamo tutti testimoni - un atteggiamento di conservazione burocratica; semmai egli era nobilmente conservatore, come si usa dire.
Scàlfaro ha sempre detto, lo abbiamo sentito mille volte, che la Costituzione, la Carta va aggiornata purché questo avvenga nello spirito della Costituzione, cioè nella convergenza, non nella divisione, e purché non venga toccato il cuore della Costituzione stessa. Certamente, in questo cuore Scàlfaro metteva anche l'assetto parlamentare della nostra democrazia; ai suoi occhi questo assetto poteva essere riformato, aggiornato, modernizzato ma non soppiantato o deformato.
Ora, si può essere o meno d'accordo con questo, ma bisogna riconoscere tutti che fu questo e non altro, non questioni politiche o personali, il terreno di confronto, anche aspro, di quegli anni. Credo che questo tema rimanga, sia ancora davanti a noi. Chiudo su questo pensiero: credo che la domanda su quale democrazia vi sarà, domani, per il nostro Paese sia ancora drammaticamente presente, non possa svilirsi nella polemica politica quotidiana e richieda un confronto alto, serio, fuori dalla polemica, lo ripeto, quotidiana, non rinunciando all'idea che sia possibile, da questo confronto, avere decisioni di riforma.
Un'ultimissima considerazione: ad uno ad uno i padri costituenti se ne vanno e si sta assottigliando via via il numero delle grandi e nobili riserve della Repubblica, cioè delle personalità capaci di interpretare tutto il filo logico e civico della nostra vicenda politica, sociale, dalle origini dell'Italia repubblicana ad oggi. Figure, queste, che, non a caso, hanno avuto in passaggi difficili della Repubblica un loro ruolo. Allora, mentre tutti rivendichiamo, sottolineiamo l'esigenza di un rinnovamento, anche generazionale, della politica, dobbiamo però anche chiederci: senza quelle figure come si riprodurrà quell'affetto consapevole e orgoglioso verso le proprie origini costituzionali, verso la propria vicenda repubblicana che è da sempre la vera forza delle grandi democrazie, come gli Stati Uniti, l'Inghilterra e la Francia?
Come la riprodurremo, con chi, come si farà? Credo che a tutti tocchi dare una risposta. Per quel che ci riguarda abbiamo puntato sul rinnovamento di un'idea di partito che sia pienamente dentro la vicenda democratica nazionale e, quindi, sia capace anche di trasmetterla.
Abbiamo detto: un partito del lavoro, dell'unità della nazione, della Costituzione. Per parte nostra questo è il nostro impegno e la promessa che facciamo a Oscar Luigi Scàlfaro.