venerdì 5 novembre 2010

"O arrivano i fondi o chiudo le scuole”

Da gennaio una serie di scuole medie superiori, a Torino e nel Torinese, potrebbero essere chiuse: porte sprangate, studenti a casa. Non lo dice un preside, e nemmeno un sindacato, ma Antonio Saitta, presidente di un ente che nella manutenzione degli istituti scolastici ha una delle sue ragioni fondanti.
L’estremo appello al governo è stato lanciato a Roma, in chiusura della Conferenza Unificata segnata dallo slittamento del parere sulla legge del Patto di stabilità. Da qui la delusione e l’affondo di Saitta. Il senso è quello di un’azione di pressing, sempre più esasperato, che per la prima volta si traduce in un avvertimento concreto. E in una data. Il Patto di stabilità, bestia nera di tutti gli amministratori locali, non permette alle Province di pagare le imprese: questo è il punto. «Non potendo pagare le imprese, non possiamo appaltare i lavori disposti dai vigili del fuoco - ha spiegato Saitta -. Senza i lavori, molte scuole non potranno tenere aperti i battenti».
Il discorso rimanda ad opera di manutenzione ordinaria e straordinaria che attendono da tempo. Oltretutto, interviene l’assessore provinciale all’Istruzione Umberto D’Ottavio, le piogge insistenti degli ultimi giorni ci hanno messo del loro, allagando una serie di palestre e portando al collasso situazioni già precarie. La Provincia, che sente sul collo il fiato dei vigili del fuoco e delle Asl, prima o poi sarà costretta a regolarsi di conseguenza.
Il problema è che il «prima» sta guadagnando rapidamente terreno sul «poi». L’emergenza, sia chiaro, non è una prerogativa di Torino e del Torinese. «Tutte le Province hanno la responsabilità sulle scuole medie superiori, che in Italia sono 5 mila, ma non possono fare investimenti, nemmeno per la manutenzione», ha ricordato Saitta. Posizione condivisa da Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma: «I Comuni e le Province hanno 10 miliardi in cassa ma non possono spenderli».

La Stampa 5 novembre 2010