venerdì 4 ottobre 2013

Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province

Fabiana Luzzi non aveva ancora 16 anni. È morta uccisa dal suo fidanzato nel maggio scorso. Un ragazzo quasi suo coetaneo. Andavano nella stessa scuola. Ho ancora in testa quella frase pronunciata dal ragazzo «L'ho bruciata che era ancora viva». Cosa ha di diverso Fabiana rispetto a tutte le altre donne, giovani e meno giovani, vittime del femminicidio che oggi portiamo alla discussione di quest'Aula ? Fabiana era appena adolescente, andava a scuola, e come ogni ragazza e ogni ragazzo della sua età, riempiva lo zaino di libri, di quaderni, degli appunti, il diario sul quale certamente tra i compiti annotava disegni e scarabocchi e sicuramente parlava dell'amore per quel ragazzo. Uno zaino pieno di progetti, di sogni, che sono stati spazzati via da quello che doveva essere amore. 

Noi con questo decreto cerchiamo di passare dalla teoria alla pratica, dal dire al fare e mi permetto di sottolineare come questo scorcio di legislatura sia stato fino ad adesso positivamente segnato da una forte e concreta attenzione al tema della violenza contro le donne. E a proposito di fare – lo hanno detto tutti – la violenza contro le donne è, ancora prima che criminale, un problema culturale. Una delle radici della violenza di genere è da ricercare nella presenza di discriminazioni e stereotipi, ne hanno parlato tutti negli interventi. In questo senso ritengo utile sottolineare che alcune buone pratiche hanno già trovato nella scuola la sede giusta che consenta ai nostri giovani di imparare e crescere. 

Ci sono tantissime buone iniziative che fanno i comuni, che fanno le province e noi dobbiamo di lì partire. L'educazione all'affettività, alla sessualità ha bisogno di operatori e docenti preparati. È lì che si impara il rispetto e la tolleranza. Dobbiamo sostenere queste iniziative. La prevenzione è la precondizione per affrontare   qualunque progetto. Io dico che in questo senso ovviamente il provvedimento di cui parliamo è ancora limitato, ma mi pare che dal dibattito venga l'esigenza di affrontare specificamente l'impegno per la scuola e nella scuola in questo senso. 


Questo decreto contiene anche altre questioni, per esempio quella del commissariamento delle province. Francamente credo che se ne poteva fare a meno. È vero che le province sono diventate una istituzione da abbattere, sono diventate il vaso di coccio di un sistema istituzionale che dobbiamo riformare. Devo dire per questo che, secondo me, il Governo farebbe bene a togliere quella parte del provvedimento e inserirlo in un processo di riforma istituzionale più complessiva. Non dobbiamo togliere forza a questo provvedimento. La lotta al femminicidio è una priorità e noi dobbiamo insistere con tutto il nostro impegno.